Nick: MILLWALL Oggetto: LE BALLE SULLA CRIMINALITA' Data: 10/12/2003 1.48.41 Visite: 200
tornato da roma ho dato uno sguardo al forum e ho notato che in vari post c'è un simpatico gioco di gruppo, basato sulla ripetizione a loop di alcune mie affermazioni di stamattina. ora lungi da me pensare che basterà questo articolo per far capire a chi non ha alcun interesse a farlo, la correlazione fra disagio sociale e criminalità. posto per tutti gli altri, per chi si pone domande e non cerca risposte da bar dello sport. interessante notare come anche la parte più sensibile del mondo cattolico si trovi su posizioni mille miglia distanti dal delirio forcaiolo di un pugno di utenti e gestori di questo sito. per la cronaca una decina di giorni fa mio fratello minore è stato rapinato con un coltello alla gola e leggermente ferito. mio fratello ha un bambino di 1 anno e solo per puro caso yuri non si è ritrovato orfano. tuttavia nonostante il coinvolgimento di una persona a me cara, non urlo alla tortura e alla pena di morte, cerco come sempre di capire. cerco di spiegare, innanzitutto a me stesso prima ancora che agli altri, come mai gli indici di criminalità siano sempre più elevati nei quartieri popolari e nelle zone a minor reddito e opportunità. invocate pure la pena di morte e tacete su chi dispensa ogni giorno morte, miseria e sottosviluppo. a quelli continuate a leccare il culo e mi raccomando domani un altro bel giochino collettivo, a base di battute di gestori che non hanno di meglio da fare che provare a smerdare gli utenti a loro invisi (con risultati ridicoli) e stupidi benestanti malati di egoismo sociale. per tutti gli altri buona lettura con gli auguri del caro BEGBIE! http://blog.repubblica.it/rblog/page/LCoen/20031024 venerdì, 24 ottobre 2003 Le balle sulla criminalità Repubblica oggi anticipa un interessante (ed inquietante) dossier sulla criminalità, o meglio sui veri dati relativi alla criminalità. L'Istituto Cattaneo di Bologna (il rapporto di 700 pagine sarà pubblicato dalla casa editrice Il Mulino - che non è esattamente una casa editrice comunista - nota mia) ha scoperto che il governo Berlusconi manipola le cifre, piegandole a proprio favore. Già questo sarebbe argomento di riflessioni. Furti e rapine sono in notevole aumento, segnala l'Istituto Cattaneo: l'incremento è sostanzioso a livello di borseggi, furti negli appartamenti e nei negozi. Come mai? Intanto, la crisi economica ed il carovita aumentano l'esercito dei disperati (vedi i furti nei negozi d'alimentare, anch'essi aumentati vertiginosamente). Inoltre, significa che è diminuita la soglia dei controlli, a dispetto di quanto invece affermato dalle autorità. Tra i disperati aggiungerei il fronte dei tossicodipendenti, in un momento in cui si registra una vistoso calo di erogazioni economiche nei confronti dei centri di assistenza e delle reti di solidarietà. Ma il fenomeno più triste è quello della povertà, l'avevamo già affrontato di striscio in uno dei primi blog. A Milano, per esempio, diecimila persone vivono sotto il livello minimo di sussistenza. La giunta Albertini che fa? Stringe i cordoni della borsa, quest'anno sono stati stanziati appena 350mila Euro nel piano socio-assistenziale per affrontare i casi di grave povertà. In compenso ha speso oltre 90mila Euro per un furgone da adibirsi ad unità mobile. Con poco meno si sarebbe invece potuto mantenere aperta la Casa di Anna in piazzale Lodi, che ospitava una cinquantina di donne (senza dimora o dipendenti da droga ed alcol). Pochi giorni fa, in occasione della giornata mondiale contro la povertà, il giornale di strada "Terre di mezzo" ha organizzato una "notte dei senza dimora", invitando a trascorrerla assieme a chi una cas non ce l'ha, non ce l'ha più e non ha i mezzi per averla: l'hanno fatto in 500. tanti, tantissimi: vuol dire che c'è ancora molta sensibilità su questo doloroso problema. Perchè nella ricca Milano mediasettizzata ci sono 82 mila famiglie (oltre 162mila cittadini, ossia il 14 per cento della popolazione) che vivono in enormi difficoltà economiche, come denuncia don Virginio Colmegna, direttore della Caritas. Basta una banale malattia e queste famiglie vanno in crisi. I poveri sono in cammino tra di noi, e ce ne stiamo appena accorgendo. |