Nick: mir Oggetto: Depeche Mode - suffer well Data: 7/4/2006 0.6.6 Visite: 127
Li aveva tutti. Aveva tutti gli album dei Depeche Mode. Aveva i dischi in vinile e, dopo, li aveva ricomprati in compact disc. E poi aveva le unghie dipinte di nero e le calze a rete. Molti orecchini, il rossetto scuro e un sorriso bellissimo che non usava mai. Gli occhi erano tristi. Quelli sì. Quelli li riconoscevo. Ho sempre avuto un talento nel cogliere le solitudini, le mancanze. Tra tutti i talenti possibili mi è capitato proprio questo. Avrei preferito saper cantare. Non aveva i genitori, morti chissà come, ma aveva molti soldi e molti dischi. Questo era il poco che sapevo di lei. Le tende alle finestre erano di velluto viola pesante. Mi ricordavano un sipario da teatro. I suoni si espandevano ovattati nel grande salone. Con tutti quei divani e quelle sedie ci sedemmo a terra vicino allo stereo. Soli nell'immensa casa. Era come stare vicino a un fuoco che scaldava. Lei aveva sempre un'espressione triste ma la musica sembrava darle un po' d'energia. Le dissi che da adolescente, per sbaglio, avevo comprato un 'the best of' dei Depeche Mode. Ma nei primi anni facevano musica elettronica molto dura così rivendetti, senza rimpianto, il disco ad un amico. Mi guardò senza espressione ma sapevo di aver perso punti. La provocazione era caduta nel vuoto. In quel momento ci fu il passaggio da un brano ad un altro e il silenzio sembrò così lungo e soffocante che ci baciammo. Dopo poco i Depeche ripresero a martellare su un basso infinito. In quel momento ero al centro esatto della solitudine, delle mie mancanze e delle sue e di quelle di chiunque altro sulla faccia della Terra. Fu troppo anche per me. Mi alzai e aprii le pesanti tende viola. "Che cazzo fai?!" Disse tendendo un braccio appesantito da un milione di bracciali. Fuori era quasi estate. La luna sorrideva sbilenca. L'aria era profumata. Cazzarola, voglio essere felice. laico & liberale |