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Nick: Kashmir
Oggetto: Pagina 2
Data: 15/4/2006 21.26.27
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Dal diario di Hellen M. (di: G.F.)
13/12/2007
Tutto tace.
Ho una ventina di bottiglie alla mia sinistra, ma non ho voglia di attaccarmici, già ho dormito tre ore dopo pranzo per una bottiglia di vino rosso, doveva essere soltanto un bicchiere ma…già si sa come va a finire quando mi si offre del vino…
Ora sono qui a scrivere, a casa mia, da sola, con la solita sigaretta fra le dita, dico solita perché sto fumando di brutto; si dice che le sigarette aiutino a digerire, io di marcio dentro da digerire ne ho tanto, forse troppo. E le sigarette diventano la mia spesa primaria, più del cibo: che schifo.
Magari se fossi dove vorrei essere non fumerei così tanto, già, forse no. Anzi, forse non fumerei per niente.
Vorrei essere sulla cima di una montagna, da sola, sotto di me l’abisso, il vuoto, l’infinito.
Vorrei gettarmi da quella montagna senza sapere che fine farò, immaginandola ovviamente, e invece arrivare in un lago sconfinato, tuffarmi, magari facendomi un male cane alla faccia, un male attenuato dalla carezza dell’acqua una volta accolta fra le sue immensità.
Nuotare, nuotare fino a sentirmi cadere le braccia, ma continuare, con la forza che proviene dal mio desiderio di pace assoluta, concetto lontano anni luce da me.
E mentre sogno questa pace immensa, apro gli occhi e sono davanti a questo foglio, con l’accappatoio, i ricci che mi accarezzano il viso e che mi coprono gli occhi quando sono spenti.
Vorrei qualcosa che mi accendesse gli occhi.
Sono due le cose che mi piacciono di me, due soltanto.
La mia forza, ed il mio amore.
Il resto mi fa schifo. Perché ho una capacità di amare pari a quella di far soffrire, e odio far soffrire, vorrei morire per ogni volta che ho fatto soffrire.
Prendere un coltello ed infilarmelo nel ventre per ogni male che ho fatto, e dirmi "Questo è per Tizio, questo è per Caio…", e via dicendo.
Io e la mia migliore amica siamo come Thelma e Louise, andiamo incontro alla morte insieme, lo facciamo di continuo, ma noi resuscitiamo più forti di prima, e andiamo avanti, e lottiamo, e le ferite si rimarginano, e diventiamo sempre più belle, e chi ci perde si mangia il limone ogni volta che ci guarda andare via. E si pente di averlo fatto.
Ed io mi rendo conto di quanto posso essere magica, di quanto posso essere stata importante per qualcuno.
Quando ero piccola guardavo ogni persona che passava, e immaginavo di cosa fosse fatta la loro vita.
Una volta vidi una signora sui quaranta, vestita bene, ma non troppo, curata al punto giusto, che camminava con l’aria stanca, ma sembrava tranquilla, controllata e consapevole.
Avevo solo sei anni, e le dissi: "Non ti preoccupare, è un periodo, lo sai che tua figlia ti vuole bene".
La Signora mi guardò allibita…mi disse "Tu…tu..", non riuscì a dire altro…poi da lontano vedevo che mi fissava e continuava a parlare..dal movimento delle sue labbra mi accorsi che disse "sei un angelo".
Magari non sono proprio un angelo dato che quando voglio sono una stronza, però diciamo che sono molto intuitiva.
Ora vado a vestirmi, arriva il mio cavaliere, non voglio che mi trovi nuda, se vorrà vedermici dovrà spogliarmi lui.
Ciao, diario. Grazie che sopporti sempre i miei sfoghi e le mie seghe mentali.
Tua erosdipendente,
Hellen
"Ciao, bimba. Ti andrebbe di fare delle scale diatoniche sul mio flauto di pelle?" -Daniele Luttazzi-
