Hey Fredrick

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Nick: rockgirl
Oggetto: Hey Fredrick
Data: 26/4/2006 17.17.24
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è così che sono tornate. le mie celeberrime crisi paranoid-ansiogen-dissociadeliche con uno spruzzo di lampone. sapevo che dovevo muovermi in fretta, o i malefici ormoni già sguazzanti nella corteccia avrebbero avuto la meglio sulla mia fragile psiche traballante. muovermi, già, ma come potevo impedire il disastro? decisi che avrei cominciato con un serio ed impegnativo mini-programma di recupero forzato. innanzitutto, una consistente seduta di risciacquo gelido m'avrebbe purificata esternamente e quindi interiormente. una volta purificata, avrei ricordato di non aspirare alla santità nè tantomeno alla salute e all'igiene, fumando e toccandomi per un periodo che potremo definire medio-lungo. ho preso una matita e ho cominciato a comporre questa roba di infima qualità e nessun rispetto, fino a quando per fortuna non mi si è spezzata la punta. riporto per precisione il brano incriminato, se non altro sintomo della precarietà psichica che tuttora mi segna:

- battesimo del fuoco
schifo, schifo, tre volte schifo!
ho salutato con ardore un passato che non passa
ma se una notte d'inverno un viaggiatore m'avesse raccontato
del fantastico mondo di amèlie
o delle meraviglie del paese di alice
mi sarebbero punto parse le opinioni d'un clown
o una qualsiasi divina commedia umana
ormai invece, all'ombra delle fanciulle in fiore
ci sono stata ma ogni volta
mi regalavo un fiore blu
...

a questo punto, notando la brutta piega che prendevano gli eventi, ho deciso di far scattare il piano b, o varo forzato.
mi sono forzatamente auto-varata per i canaloni deserti e seccati della nostra bella cittadina, fischiettando e accelerando il passo di tanto in tanto. vedete bene che non volevo assolutamente starmi a sentire mentre cominciavo con le mie solite crisi. perciò mi strascinavo.

è così che ho reincontrato il pazzo. due volte su tre che sto per strada da queste parti lo incontro che va in giro come un ossesso, sempre perfettamente in ordine nel vestirsi e nella cura della propria immagine, sempre con lo stesso passo misuratamente nervoso, teatrale. mi è sempre stato simpatico, insomma.
mi sono all'istante trasformata in un investigatore privato d'inizio secolo (uno qualsiasi), messo i baffi, ho ritrovato in tasca la pipa smarrita e il fido taccuino con tutte e 35 le combinazioni telefoniche del centralino londinese; su uno dei suoi fogli a quadretti ho segnato con precisione data e orario dell'inizio delle ricerche: primo di agosto 04; ore 3 pomeridiane. a quel punto ho cominciato con passo svelto a pedinare il losco figuro, avvolgendomi per bene nel pastrano pied-de-paul, calcando con cura il cilindro, basso sulla fronte ad occultarmi lo sguardo, il tutto, ovviamente, per passare furtiva ed inosservata ad altrui occhi indiscreti.
il pedinamento non ha avuto lunga durata, il nostro sospetto, più in gamba del previsto, ad una curva si è voltato nella mia direzione, mi ha grugnito contro e ha deviato spedito verso i propri alloggi, non degnandomi d'ulteriore attenzione. tuttavia le indagini paiono comunque in qualche modo fruttuose, o per lo meno incoraggianti.
prima di rintanarsi dietro l'uscio della propria abitazione, probabilmente per l'eccessiva fretta di compiere il gesto, al figuro inquietante sono scivolati via pochi fogli riempiti a mano con inchiostro nero, di prevedibile grafia misuratamene nervosa, teatrale. cosa dicevano? saprò proporre un rapporto più accurato solamente più tardi, una volta concluse le analisi di routine sui materiali tuttora in atto nel mio laboratorio. per l'intanto mi arrischio appena a rivelare la loro apparenza di pagine di diario, in data odierna, con pochi insignificanti frammenti di vicende fumose, di cui non vale la pena riportare più che un paio di frasi qua e là:

prime parole: ore 14:00 - sono a casa.
alice se ne è andata.
abbiamo passato la serata a prendere roba dai cassetti [...]

e più giù: - sposalizio delle acque
[...]

ultima frase: [...] e in questo preciso istante mi sto (...)