Nick: mir Oggetto: un ricordo così Data: 1/5/2006 0.22.52 Visite: 139
La signora Assunta era un donnone. Era alta ben più delle altre ospiti dell'ospizio. Ed aveva uno sguardo severo che incuteva rispetto e un po' di timore in chi le stava di fronte. Spesso, però, le facce che ci sono assegnate non corrispondono al nostro animo. La signora Assunta era una brava donna. Dolce a modo suo. E sola. Lei diceva che i suoi figli stavano in Germania e che non la potevano venire a trovare spesso perchè il viaggio costava. Però ogni volta che venivano la portavano sempre al ristorante e, prima di andarsene, le lasciavano molti marchi. Io stavo lì da quasi quattro mesi ma i figli non li avevo mai visti. La signora Assunta mi prese in simpatia. Diceva che i miei occhi chiari le ricordavano quelli del suo defunto marito. Mi teneva ore intere a vedere foto in bianco e nero prese da una vecchia scatola di biscotti. A me sembrava che le foto fossero troppo vecchie per essere quelle dei suoi figli ma non dicevo niente. Forse erano foto di altri parenti. Un giorno incontrai il direttore dell'ospizio e ci mettemmo a parlare. Il direttore era un tipo strano e ambiguo. Era giovane e somigliava a Sgarbi con quel ciuffo sbarazzino e gli occhiali alla moda che stonavano tantissimo con quell'ambiente. Si diceva che molte delle pensioni degli ospiti non andassero totalmente nelle casse dell'ospizio. Ma senza prove non è che si potesse far tanto. Le chiesi della signora Assunta. Mi disse che i figli abitavano tutti lì vicino. Che solo uno di loro era stato in Germania a cercar fortuna ma che poi era tornato ed aveva aperto un ristorante. Quando, ingenuamente, chiesi perchè non la andassero mai a trovare lui aprì le braccia a dire che le cose andavano così. Poi si aggiustò il ciuffo e sparì in un corridoio. Prima delle vacanze dell'estate la signora Assunta mi disse che mi avrebbe messo nel suo testamento. La ringraziai e prima di andarmene le regalai una cornicetta di argento per mettere una di quelle foto della scatola di biscotti. Le due settimane di vacanza/permesso passarono molto velocemente. Al mio ritorno l'ospizio non sembrava tanto cambiato. Gli infermieri erano stanchi e inerti come al solito. Il forte caldo rendeva difficile qualsiasi azione a tutti gli ospiti. Il mio camice da obiettore mi si attaccava alle braccia. Bussai alla porta della camera della signora Assunta. Nessuna risposta. Domandai a Sgarbi. Mi disse che Assunta se n'era andata in una di quelle notti caldissime. Nessun parente era tornato dalle vacanze per il funerale. La cornice d'argento non c'era più. laico & liberale |