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Nick: Cattivo
Oggetto: Muore aiutato da un blog..
Data: 10/5/2006 13.35.49
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MADRID - La sua speranza era tutta racchiusa in un "blog". Speranza di morire, da quando la sua vita non era più vita. Jorge León, pentaplegico di Valladolid, ce l'ha fatta, grazie a internet. Qualcuno, una "mano amica" sulla quale ora la polizia sta investigando, ha raccolto i suoi tanti messaggi disperati diffusi in rete nell'ultimo anno sotto il falso nome di Lucas S. e ha messo fine alle sue "sofferenze indesiderate". "Ho bisogno della mano che sostiene il bicchiere, la mano abile che supplisca alla mia mano inutile, una mano che agisca secondo la mia volontà ancora libera: ho preparato tutto in modo che chi mi aiuta resti in incognito". Una mano, perché a Jorge, da quel giorno di sei anni fa in cui un incidente domestico lo ridusse su una sedia a rotelle (scivolò rompendosi il collo mentre faceva ginnastica aggrappato a una barra di metallo a due metri d'altezza), non gli era rimasto altro che la possibilità di muovere le labbra. Un dispositivo collegato alla sua testa gli consentiva di maneggiare, seppure con enorme difficoltà, il computer. E alla fine quella si era rivelata l'ultima risorsa, per mettere fine a una vita ormai andata in fumo.

Come infermiere all'ospedale di Valladolid, Jorge León aveva assistito per anni alle sofferenze altrui, e mai aveva pensato che le sue sarebbero state ancor più atroci. La sua grande passione era la scultura: realizzava curiose opere in ferro che generavano suoni, cosa che gli procurò una certa notorietà. Ma era anche un grande sportivo e si dedicava alla speleologia. Negli ultimi sei anni, il suo mondo era ridotto a quel piccolo spazio che poteva scrutare dal balcone, immobile sulla sedia a rotelle, sulla quale, ogni mattina, veniva trasferito dal letto con una piccola gru.

Tutte le sue richieste alla giustizia di poter essere autorizzato a morire in pace, e legalmente, erano andate a vuoto. E anche la sua lettera al quotidiano "El País", pubblicata nel gennaio dello scorso anno con il titolo "Parliamo di eutanasia" e con la firma "Jorge León Escudero. Pentaplegico. Valladolid", non era servita a smuovere le acque come forse sperava. Così, probabilmente, nasce l'idea del "blog", che è un modo quasi quotidiano di sfogarsi ma anche il tentativo di prepararsi una via d'uscita alle "sofferenze fisiche e psichiche". Si presenta come "adulto pentaplegico dal 2000 con lesione medulare in C3" e lancia subito un avvertimento ai suoi potenziali lettori, soprattutto quelli che vivono un dramma simile al suo: "Che faccia attenzione chi si avvicini a queste note con spirito innocente e ancora carico della zavorra dei buoni sentimenti. Non troverete coraggio per andare avanti né consolazione affettuosa in questo angolo. Offro solo crude riflessioni senza speranza, con la freddezza della ragione padrona del suo destino inesorabile verso la morte. Quando c'è speranza si perde la possibilità di pensare razionalmente e affrontare la nostra morte liberi e senza paure".

Un progetto lucido, definitivo, che qualcuno ha aiutato Jorge León a portare a compimento. Accanto al suo cadavere, nella casa di Valladolid, c'era un bicchiere che conteneva resti di un sedativo. Era l'aiuto di cui aveva bisogno per evitare di soffrire troppo nel momento in cui la misteriosa "mano amica" ha staccato il respiratore automatico al quale era collegato. I parenti ora dicono che Jorge, finalmente, è riuscito "a sfuggire al suo stesso inferno", e chiedono al governo la legalizzazione dell'eutanasia. Ma il ministro della Sanità Elena Salgado conferma quello che già si sapeva: il dibattito su questo tema non è previsto nel corso dell'attuale legislatura. Una scelta che molti attribuiscono al timore del governo Zapatero di aprire troppo presto un nuovo terreno di scontro nei difficili rapporti con la gerarchia ecclesiastica. Ma sul blog di Jorge, ancora visibile in rete, è una valanga di messaggi di sostegno alla sua tragica battaglia vinta. "Auguri per la tua recente liberazione". "Mi rallegro che abbia potuto rompere le tue catene". "Ognuno sceglie di trovare la felicità dove più gli aggrada. Che la tua, già ottenuta, sia la più felice di tutte". E poi, una promessa: "Ti giuro che non riposerò in pace fino a quando la legge non riconosca il nostro diritto a morire degnamente. Per te. Per me. Per tutti".

(10 maggio 2006)


fonte: repubblica.it



Ci sono persone e persone, io vengo dalla strada e riesco a fare la differenza tra sti 4 masculill.

By SOCIOLOGO



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Muore aiutato da un blog..   10/5/2006 13.35.49 (211 visite)   Cattivo
   re:Muore aiutato da un blog..   10/5/2006 13.37.20 (72 visite)   MARC0
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