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....intrise di forti sensazioni...
In una società che inneggia costantemente al concreto definibile e al freddo raziocinio che dunque spesso e volentieri occultano il senso dell’Amore, questo libro rompe decisamente gli schemi.
Un trionfo dell’amore: è questo il nucleo cardine de "LA MOGLIE DELL'UOMO CHE VIAGGIAVA NEL TEMPO", primo libro di Audrey Niffenegger, artista visiva e docente al Columbia College.
Attenzione però. Non si parla qui di quell’amore mieloso dei romanzetti ma di quello puro, incondizionato, che sfida lo spazio e il tempo, letteralmente (se teniamo presente che il protagonista Henry De Tamble, per una strana alterazione genetica, è costretto di continuo e suo malgrado a viaggiare nel tempo, per pochi minuti o per intere settimane).
Cosa c’entra la fantascienza? Nulla. E’ l’incrollabile forza dei sentimenti a impermeare di sé questo delicato ed emozionante romanzo, insieme alla certezza che Henry e Clare ci sono stati allora, ci sono ora e ci saranno sempre… e che il tempo, nonostante il dolore inevitabile per una realtà sul costante filo dell’incertezza, non è nulla se si Ama.
…storia insolita da cui non si può non rimanere straordinariamente affascinati…
[..frammenti della lettera che Henry scrive a Clare…]
[…] Clare, voglio dirti di nuovo che ti amo. Il nostro amore è stato il filo che mi ha guidato nel labirinto, la rete di sicurezza sotto il funambolo, l’unica cosa reale in questa mia strana vita di cui mi sia potuto fidare. Stasera sento che il mio amore per te ha più spessore di me nel mondo: come se potesse permanere dopo la mia dipartita e circondarti, tenerti, stringerti.
Odio pensare a te che aspetti, so che mi hai aspettato per tutta la vita, sempre incerta su quanto lunga sarebbe stata l’attesa. Dieci minuti, dieci giorni, un mese. Che marito inaffidabile sono stato, Clare, come un marinaio, un Ulisse solo e schiaffeggiato dalle onde, a volte astuto e a volto soltanto un giocattolo nelle mani degli dei.
Ti prego, Clare. Quando sarò morto, smettila di aspettare e sii libera. Quanto a me, mettimi dentro di te, in profondità, e poi esci nel mondo e vivi. Ama il mondo e te stessa in esso, attraversalo come se non offrisse resistenza, come se fosse il tuo elemento naturale. Ti ho dato una vita di animazione sospesa. Non voglio dire che tu non abbia fatto niente. Hai creato bellezza e significato nella tua arte e Alba, che è davvero incredibile; e per me, per me sei stata tutto.
[…] Ci rivedremo, Clare. Fino ad allora vivi appieno in questo nostro mondo bellissimo.
Ora è buio e sono molto stanco. Ti amo, sempre. Il tempo non è nulla.
Una piccola chicca.
Nei ringraziamenti finali la scrittrice scrive:
Dulcis in fundo, grazie a Christopher Schneberger: ti ho aspettato e ora sei qui.
…e a me piace pensare che sia stato e sia un po’ il “suo” amato Henry De Tamble…
CONSIGLIATO CALDAMENTE
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