In questo periodo, specie dopo le delibere antismog quali blocchi parziali e targhe alterne, il pensiero vola direttamente al trasporto pubblico. Chi è costretto, anche negli “orari vietati” a spostarsi, magari per andare al lavoro, non può fare altro che affidarsi alle linee di autobus che, ogni giorno, collegano tutti i punti della città. Dal sito dell’ANM, l’Azienda Napoletana Mobilità, si legge che, riferendosi soltanto agli autobus, l’azienda ha una disponibilità di ben 877 automezzi. Un numero piuttosto alto, senza dubbio. E allora come mai, cosa ormai risaputa, capita che l’utente sia costretto a lunghe attese sulle fermate, anche di un’ora, senza che nessun pullman si veda arrivare?
Nemmeno il sistema dei pannelli luminosi che, alle fermate, indicano, quali pullman sono in arrivo, funziona bene: il più delle volte i tempi di arrivo sono completamente sballati, inaffidabili.
La segnalazione arriva dall’interno stesso dell’azienda: di questi 877 autobus, infatti, mettendo a confronto i dati di due giorni diversi, si scopre che non tutti sono in funzione. Secondo un foglio di uscita del 20-12-05, infatti, alle 9.00 i pullman in funzione sono 614, 582 per il secondo turno delle 13.00 e soltanto 500 per il terzo turno, alle 20.00. Insomma, il numero di autobus utilizzati è poco più del 50% di quelli dichiarati dai dati ufficiali. “una tecnica promozionale molto scorretta”, affermano alcuni dei dipendenti, “ in quanto si promette un prodotto che non si ha. Anche dalle pubblicità si fa credere che il servizio sia completamente efficiente, quando invece gli autobus sono pochi, diverse linee vengono soppresse per mancanza di personale o per inagibilità dei mezzi e, come se non bastasse, una bella quota degli autobus che escono dai depositi alle nove del mattino, alle undici sono già di ritorno perché guasti”. Va bene, le strade di Napoli sono quel che sono, ma possibile che si guastino anche cento pullman al giorno?
“le vetture, in verità”, continua uno dei dipendenti, “ non si guastano per strada. Partono dal deposito già guaste, magari con dei piccoli problemi che ne permettono l’uscita ma che costringono, poco dopo, l’autobus a fermarsi e quindi a sopprimere la corsa se non c’è disponibilità di un altro mezzo sostitutivo. L’azienda è a corto di dipendenti, quindi diverse corse sono soppresse. Ed è anche a corto di operai tecnici che possano riparare le vetture guaste. E come se non bastasse, i pochi operai che abbiamo hanno anche il compito di provvedere alla manutenzione dei veicoli di un’altra azienda napoletana”.
Un quadro della situazione piuttosto diverso da quello che si vede nelle pubblicità che martellano l’utente ogni giorno, sui cartelloni, sulle tv private, dappertutto.
E una condizione non certo facile per chi in questa realtà ci lavora. Ma i problemi di quest’azienda non finiscono certo qui. Cosa succede ad un lavoratore che decide di render nota la situazione, o di lamentarsi con i vertici aziendali?
Sono gli stessi dipendenti a parlare anche di questa occorrenza. “Sono cose assurde. Secondo il nostro contratto, noi abbiamo diritto ad un tot di tempo durante il quale lavoriamo sulle vetture, ed un altro periodo nel quale siamo ‘a terra’, ossia ci occupiamo, per esempio, delle manovre di parcheggio. Se uno di noi sollevasse qualche problema sulla questione degli autobus che si guastano continuamente, o delle strade dissestate che, complice lo stato degli ammortizzatori della vettura, procurano col tempo al conducente gravi danni alla spina dorsale, può succedere di tutto. Possiamo perdere il turno ‘a terra’, o anche venire trasferiti. Il trasferimento è contemplato nel nostro contratto, ma solo se siamo noi a chiederlo o se c’è comunque una motivazione ufficiale. Purtroppo si sono verificati casi in cui il trasferimento è stato effettuato, ma senza che fosse richiesto e privo di una motivazione ufficiale. Sarà stata solo una coincidenza, ma ha riguardato proprio quei dipendenti più ‘fastidiosi’. Tornando al problema delle strade dissestate: dopo anni di viaggi i danni alla spina dorsale si sentono. E sono danni irreparabili. E cosa succede a questo punto? Sei licenziato, visto che non sei più idoneo”.
Su un comunicato della Segreteria Provinciale FAISA CISAL si legge testualmente: “le vetture in uscita sono sempre di meno, gli operai scarseggiano, e l’A.N.M ch fa? Con i pochi operai rimasti ripara anche i camion dell’A.S.I.A. Il fallimento del telecontrollo è sotto gli occhi di tutti, il tanto atteso servizio centralizzato è ancora in fasce, l’unica cosa funzionante è l’occhio spione del ‘grande fratello’ nei confronti degli autisti”.
(fonte "Cronache di Napoli" del 3-2-2006)
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