Nick: POESIA_70 Oggetto: sti critur Data: 19/5/2006 12.34.22 Visite: 157
12/05/2006 Chiudi Guida l’auto a nove anni, fermata una bimba DANIELA DE CRESCENZO Giugliano. Quando hanno visto l’auto, una fiat Tipo grigia, avanzare zigzagando lungo via Pirozzi, i militari della guardia di Finanza non hanno creduto ai propri occhi: alla guida non c’era nessuno. O almeno così sembava. Avvicinandosi, infatti, gli uomini delle fiamme gialle hanno scorto una bimba al volante, una bimba la cui testa a stento si intravedeva. La piccola, alta poco più di un metro, riusciva appena a sfiorare il freno con il piedino. Quando gli agenti hanno aperto lo sportello, Ileane (è questo il nome della bimba) è scoppiata in lacrime rifugiandosi tra le braccia del padre, un trentaseienne muratore tunisino che lavora in Italia con un regolare permesso di soggiorno. «La bambina piangeva, faceva i capricci - ha spiegato l’uomo che le sedeva accanto - per distrarla l’ho messa alla guida». In auto c’era anche uno zio che si è unito al muratore alla ricerca di impossibili giustificazioni. In due giorni due episodi che vedono protagonisti i minori: mercoledì Gianluca, sette anni, muore investito mentre è a bordo di una minimoto. Ieri Ileane, alla guida di un’auto senza revisione e che non era assicurata. Gli uomini del gruppo di Giugliano della guardia di finanza, guidati dal maggiore Geremia Guercia e dal tenente Michele Ciarla, hanno poi condotto l’intera famiglia in caserma per completare gli accertamenti e per verbalizzare le dichiarazioni dell’immigrato. La «Fiat» è stata sequestrata. Il tunisino dovrà pagare più di duemila euro di multa. Sono stati elevati verbali anche per incauto affidamento, guida senza patente e assenza di cinture di sicurezza. Giusto un anno fa, ancora a Giugliano, in via Mazzini i carabinieri fermarono una Smart: alla guida un bimbo di sette anni. Anche in quel caso sul sedile, accanto al posto di guida, c’era il padre del bambino, un trentancinquenne pregiudicato che quando i militari gli sequestrarono l’auto non mostrò alcuna sorpresa: «Per me della macchina potete fare quello che volete: buttatela, rottamatela, tenetevela. Tanto con i soldi che ho ne posso comprare altre dieci. Mio figlio è perfettamente in grado di guidare». Qualche giorno prima, il 23 aprile, ancora a Giugliano, nel campo nomadi un tredicenne al volante di un camion investì e uccise una bimba, Swezana Osmanovic, che non aveva ancora due anni. La piccola si era lanciata contro il mezzo pesante e il ragazzo non era riuscito a frenare. Anche in quel caso fu sconcertante la spiegazione del padre: «Spostava il camion, glielo avevo chiesto io», disse Amed, il genitore del ragazzino.
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