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Nick: POESIA_70
Oggetto: re:3 colpi
Data: 20/5/2006 11.54.53
Visite: 95

ENRICO FERRIGNO Acerra. A cinque mesi di distanza dall'ultimo omicidio si torna ad uccidere in città. Ed ancora una volta è mistero. A gennaio a cadere sotto i colpi dei killer fu Sabatino Tortora, un imprenditore che per un certo periodo ha gestito il mondo dei videopoker. Ieri mattina è toccato a Roberto Di Buono, 42 anni, assassinato nel box del suo appartamento in via Pulcrano, trasformato in un'accogliente tavernetta di due stanze. L'omicidio è stato portato a termine tra le 5,30 e le 6 di ieri, probabilmente da qualcuno che conosceva bene la vittima designata. Tanto bene da far sparire i tre telefonini dai quali Di Buono non si separava quasi mai, nel tentativo, secondo gli inquirenti, di rendere problematico il controllo dei tabulati. Una circostanza che indurrebbe gli investigatori a pensare che in quei cellulari spariti ci fossero schede non registrate regolarmente o comunque non intestate alla vittima. Il che renderebbe praticamente impossibile risalire alle telefonate effettuate o ricevute nelle ultime 24 ore da Di Buono. La pista del sicario-amico è, tra le tante, quella più presa in considerazione dagli investigatori. Secondo gli agenti Di Buono doveva avere un appuntamento per le prime ore del mattino, così come avrebbe riferito ai familiari poco prima di recarsi nella tavernetta. La porta d'ingresso non ha segni di effrazione ed è stato probabilmente lo stesso Di Buono ad accogliere il suo assassino che in rapida successione ha fatto fuoco per tre volte colpendolo al viso da distanza ravvicinata. Di Buono è stramazzato al suolo in una pozza di sangue a pochi centimetri di distanza dal portoncino. Il cadavere è stato trovato dal figlioletto di 12 anni che ha dato l’allarme. Al momento tra i due omicidi (Tortora e Di Buono) non viene fatto alcun collegamento sebbene tra i due ci fosse un lontano legame di parentela. L'unica cosa che li accomuna è il fatto, ritenuto singolare, che siano stati portati a termine entrambi con armi dello stesso calibro (7,65). A chiarire se a sparare è stata la stessa pistola che venne utilizzata nel gennaio scorso per ammazzare Tortora, sarà la perizia balistica disposta dagli inquirenti. Entrambe le vittime avevano avuto problemi con la giustizia in passato, ma da tempo non avevano fatto parlare di sè. Roberto Di Buono era un ex tossicodipendente che aveva precedenti per droga nel lontano 1990 e non è ritenuto legato ad alcun clan. Apparteneva ad una famiglia molto stimata e benvoluta in città. Il padre ed un fratello sono commercianti di tessuti ed in famiglia ci sono molti stimati professionisti. Il movente dell'omicidio è al momento oscuro anche se non si esclude alcuna pista, traffico di stupefacenti inclusa. Nelle utlime ore l'attenzione degli investigatori si è concentrata sulla sua vita privata.



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3 colpi   20/5/2006 11.50.52 (143 visite)   POESIA_70
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