Nick: ^NAPALM^ Oggetto: CATTIVERIIA, addio al JAIL Data: 21/5/2006 13.40.10 Visite: 229
1 anno e mezzo di serate, concerti, gruppi da tutta italia, partendo da 4 amici, arrivando all'unione e la compattazione di quella che era una scena celata, impedita dalla non comunicazione delle parti, sconosciute fra di loro ieri, oggi centinaia di appassionati in stretto contatto, è stata oltre che una bella esperienza anche il frutto di un lavoro di chi ha come unica anima la passione, e come unico mezzo l'onesta', ma anche una dignita', che pero' non nasconde l'umilta' questa, caratteristica di cui farsi un "vanto" se cosi' ironicamente si puo dire. E' il risultato di un progetto nato quasi per scherzo, ma animato da una vera e propria fame di concerti, da chi, come tanti altri ne aveva estremo bisogno, in una citta' dove gia portare i capelli lunghi o un tatuaggio rimanda a ideologie popolari vetuste e sorpassate. Una citta' dove la sete e la fame di avvenimenti culturali sono pari all'estrema condizione di ignoranza e l'assoluta anestetizzazione del bisogno di cercare e ricercare, la inibita volonta' di differenziarsi, l'addormentata esigenza di andare oltre.
Cattiveriia, nasce quasi per gioco, prende il nome da cio che puo rappresentare per gli esterni, ironicamente i cattivi, una fantomatica fucina di questi "cattivi", fratelli fra loro, ostili con tutto il resto del bel mondo addormentato. La micro-organizzazione parte da zero e piano piano si espande e affonda radici solide insieme e mediante un pubblico assiduo ed esigente Un pubblico che ha le stesse esigenze, questo a prova del fatto che cattiveriia è il nome dell'organizzazione che diventa, e fa parte, di un unico corpo con il suo pubblico. Questo non lo avevo mai visto, dandomi cosi' un ritorno di compiacimento e orgoglio.
Purtroppo le cose non vanno di pari passo con chi ha invece una mentalita' completamente opposta, offrendo il proprio servizio, in un modo cosi' facile e immediato da far salire poi a galla il sospetto che cio sia stato dettato dall'unico bisogno di colmare un vuoto intorno a se a causa di mancanza di lungimiranza e a grossolane prese di posizioni su chi faceva solo il suo interesse, senza mai voler nulla in cambio, addirittura partecipando attivamente alla crescita della sede stessa con consigli e testimonianze di esigenze di pubblico, quel pubblico che va tenuto stretto in ogni caso, quel pubblico che ti porta il guadagno e anche compiacenza di aver fatto qualcosa di buono, quel momento in cui bisogna investire per interesse di tutti, valorizzando dopo anni di buio un posto che rivedeva la luce non solo data dal ritorno in massa di un'audience pura, data non solo da un'esposizione a carattere nazionale, e non solo di tipo economico. Chiunque avrebbe sfruttato quest'occasione per investire e tornare ai bei tempi di una volta, invece è stato fatto addirittura il contrario. L'organizzazione cresceva e con se anche le esigenze, eventi piu importanti, a scala piu vasta, con band piu costose, e con un pubblico in piena espansione, in completa contrapposizione con chi avrebbe dovuto tenersi stretto questo piccolo tesoro, unica occasione di rinascita in un microcosmo di persone autentiche e quindi critiche, no, questo non è stato fatto, anzi il contrario. Il gia difficilissimo compito, resto austico e oneroso, dalla cattiva fama passata del Jail, di riportare un pubblico e una serie di eventi sotto lo stesso nome non è stato apprezzato. I consigli su come migliorare sono stati prima presi in considerazione, poi mai attuati e addirittura respinti Le critiche costruttive schernite da insulse difensive Il pubblico intero preso come unico responsabile di pochi atti, certo condannabili, e usata questa come giustifica della fatiscenza e la scarsissima efficienza di un posto che nella posizione in cui si trova avrebbe un potenziale nucleare, ma che si riduce ad uno scoppio di un tric trac. Queste le motivazioni principali che hanno poi scatenato una serie di conseguenze tra cui l'offesa implicita all'orgoglio di chi faceva del suo meglio nelle piu pulite e chiare intenzioni, attribuendo all'organizzazione le responsabilita' di un calo di resa del locale, locale che nulla aveva da offrire oltre che le band e i dj, queste appunto parte dell'organizzazione, tralasciando aspetti come abitabilita' del posto, accoglienza, qualita' delle vivande e qualita' dell'impianto, e numerosi piccoli aspetti come igiene e manutenzione, cose che vanno curate giorno per giorno, e non lasciate 1 anno in completo abbandono perchè "qualcuno" le ha danneggiate e usando questo come motivo di astio nei confronti di chi non solo faceva il suo lavoro al meglio ma anche dava consigli su come migliorare. Mi auguro che il responsabile del locale capisca quanto sia peccaminoso giocarsi rapporti commerciali e di amicizia per pochi euro e che possa tornare quindi ad un suo buon periodo, seppur breve e lontano 9 anni. Ora ci si spiega anche il perchè nulla durava piu di qualche mese. Sono amareggiato e deluso, ma mi trovo costretto a lasciare il Jail come sede principale degli eventi e continuare in un posto dove gia la disponibilita' e i risultati si sono avuti con sole 3 serate, un gestore disposto ad investire e che soprattutto apprezza e rispetta il lavoro altrui, e che mai farebbe terra bruciata intorno a se. il Mushrooms di Arcofelice. In attesa di trovare una sede a Napoli centro saluto e ringrazio tutto il pubblico e tutti gli amici che hanno supportato e sopportato la scena e reso cio' possibile, fra questi ringrazio anche il jail in fin dei conti, senza il quale probabilmente quest'organizzazione non sarebbe mai nata, vista la carenza di strutture adatte a tale scopo e ad una mentalita' anticulturale diffusa.
Gianfredo Konig Cattiveriia.altervista.org
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