Hotel, Napoli cenerentola

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Nick: Casual
Oggetto: Hotel, Napoli cenerentola
Data: 21/5/2006 15.22.14
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giornata del turismo
Hotel e ostelli, Napoli cenerentola d’Italia

di Daniela Russo

Napoli sta assai peggio, rispetto alle principali città turistiche italiane, quanto a strutture ricettive. Il capoluogo campano può contare nel complesso su centotrenta alberghi (di cui soltanto ventisette ad almeno quattro stelle), contro gli ottocentodiciassette di Roma e i 373 di Milano. Non solo. Sotto il Vesuvio scarseggiano anche ostelli e campeggi in grado di attrarre i visitatori più giovani. E’ quanto emerge dai dati del Centro studi di Confindustria, presentati, ieri, alla Fondazione Teatro di San Carlo di Napoli, nel corso di "Passione Italia", giornata nazionale del Turismo promossa da Viale dell’Astronomia. Per risollevare un settore che segna il passo in tutto il Paese, Costanzo Jannotti Pecci, presidente nazionale di Federturismo, chiede all’Esecutivo la messa a punto di un progetto Paese complessivo e sgravi fiscali per le imprese. Il Governo risponde con la promessa di aiuti per 300 milioni di euro da inserire in Finanziaria.

L’offerta turistica di Napoli risente della mancanza di strutture ricettive capaci di accogliere grandi flussi di visitatori. E’ quanto si evince confrontando i dati sulle strutture alberghiere, di lusso e non, presenti a Napoli e in altre importanti città italiane, diffusi ieri da Confindustria nel corso di Passione Italia, giornata nazionale del Turismo promossa da Viale dell’Astronomia. Nella città partenopea le camere disponibili in alberghi da quattro stelle o più sono 2.936 contro le 20.623 di Roma, le 12.756 di Milano, le 5.775 di Venezia, e le 5.720 di Firenze.
Prendendo in considerazione le strutture alberghiere di categoria minore, da una a tre stelle, la situazione non è molto diversa. Napoli conta 2.542 camere d’albergo di classe medio-bassa, mentre Roma ne offre 19.821, Milano 12.654, Firenze 7.100 e Venezia 6.538. "A Napoli c’è un deficit di posti letto rispetto alla domanda potenziale - commenta Costanzo jannotti Pecci, presidente di Federturismo -. In particolare - aggiunge - mancano strutture in grado di intercettare sia la domanda espressa da chi viene qui in gita di piacere che quella di chi viaggia per affari o congressi. E poi l’offerta di alberghi a cinque stelle è davvero limitatam tra le peggiori in Europa. Bisogna riqualificare l’enorme patrimonio immobiliare del centro città".

Alloggi per giovani
Alla carenza di alberghi, si aggiunge, a Napoli, la mancanza di strutture a basso costo capaci di attrarre turisti giovani.
La limitata offerta di campeggi ed ostelli viene tra l’altro sottolineata anche dal sindaco della città, Rosa Russo Iervolino, secondo cui "aprire all’offerta turistica significa anche bonificare e vivificare il territorio".
La sensazione emersa nel corso di Passione Italia è che in Campania e nel resto del Paese, manchi una cultura industriale del turismo. "All’importanza assunta dal turismo nell’economia del paese — sostiene Costanzo Jannotti Pecci, presidente di Federturismo — non corrisponde una proporzionale consapevolezza critica del settore". In effetti, le cifre illustrate da Jannotti Pecci disegnano una situazione tutt’altro che allegra. Il calo di presenze, quest’anno, è stimato in 5,5 milioni di unità; inoltre turisti spendono di meno. "Negli ultimi anni - afferma Jannotti Pecci - il nostro Paese ha visto ridursi non solo il numero di arrivi dall'estero e sull'interno, ma anche la permanenza media dei visitatori. La durata media dei pernottamenti da noi è di 3,5 notti contro 4,2 in Spagna, 7,6 in Francia, e 8,2 nel Regno Unito". Anche i principali consumatori del turismo tricolore, i tedeschi, scelgono altre mete. Tra il 2000 e il 2003 i loro arrivi sono diminuiti di circa un milione e mezzo. Tra le principali cause della crisi Jannotti Pecci indica il caro-prezzi. In Italia, secondo i dati del World Travel Tourism Council, si spendono in media 120 dollari a notte per una camera, contro i 97 della Francia, i 102 della Spagna, gli 83 della Germania.

La ricetta
Insomma, secondo Confindustria serve una svolta decisa per il comparto, soprattutto considerando che esso produce da solo più dell’11 per cento del Pil, e dà lavoro a più di 2 milioni e 700 mila persone. Da Napoli, gli imprenditori chiedono un "Progetto Paese" per il settore: il turismo - questo il salto di qualità chiesto dagli industriali - deve essere considerato a tutti gli effetti come industria.
Al governo gli imprenditori chiedono poi di dare avvio alle direttrici di trasformazione del settore. Lo strumento è il 'Piano per le politiche industriali 2006-2008' in via di definizione. Altra richiesta è quella di interventi fiscali mirati. "Il turismo - spiega - Jannotti Pecci - è penalizzato dall'incidenza dell'Irap e dal differenziale di aliquota Iva rispetto ai concorrenti europei".

ROSARIO DELLO IACOVO