Nick: harding Oggetto: il mio porcile Data: 11/1/2004 14.21.47 Visite: 163
La vita è quella cosa che negli gli altri è un prodotto finito ed usabile mentre nel mio è indefinito e carente. Se cammino un paio di passi dietro agli altri (o a lato) è solo per dare spazio a pensieri in formazione. Ad opinioni in essere che reclamano un futuro momento di gloria. Il bello è che quando riesco ad esemplificare la mutevolezza e precarietà della MIA vita ecco che vengo tacciato di essere una persona profonda (o, peggio, "un intellettuale"). Quasi che saper descrivere il luogo di un incidente, che potrebbe essere mortale, mi elevi al rango di un talentuoso pittore paesaggista. "A' figlia muta a mamm' ndenn'" "La mamma capisce la figlia muta". La meraviglia nella faccia della gente se capisco le carenze, se uso metafore azzeccate, se entro nelle situazioni, se cerco di capire quelle che sono lontane, se uso aggettivi che dormono polverosi tra le pagine di un dizionario, se parlo di Bukowski ma anche di Valentino Rossi, se mi piacciono i fiori e gli alberi ma anche la nuova scheda grafica della ATI, se vado nei locali che puzzano di fritto il sabato sera ma anche a casa di amici a giocare a carte, se porto un orecchino, se domani mi rapo a zero e mi faccio una lampada, se passo un sabato sera a leggere vicino ad una stufa, se i soldi per me non sono importanti ma gioco il superenalotto ogni settimana, se dico che qualche sera, lontano dagli sguardi, piango e ricordo chi non c'è più. ... come il pomeriggio diventava sera le cose cominciavano a migliorare, io ero più sbronzo, più fantasioso, più interessante, diventava un party, il mio momento fortunato. |