Nick: Martin' Oggetto: Simmu Salentini... Data: 16/6/2006 20.5.9 Visite: 138
L'amicizia prima di tutto. La convinzione nei propri mezzi. Il non scendere a compromessi. Questi i segreti per trasformare un gruppo emergente nella rivelazione della musica italiana degli ultimi anni. Giuliano dei Negramaro si racconta per gli utenti di Nokia for Music... Giuliano Sangiorgi è il cantante della band italiana più prolifica e promettente di quest’ultimo anno. "Mentre tutto scorre" è disco multiplatino, il successo è travolgente, ma la loro genuinità si conserva intatta. Stiamo chiaramente parlando dei Negramaro, un gruppo che non ha bisogno di presentazioni e che continua ad incantare pubblico e critica con canzoni appassionate e di cuore. Dopo una stagione di concerti "sold out" il gruppo salentino sta per tornare con un nuovo tour estivo. Nel frattempo, ci siamo fatti raccontare da Giuliano qualcosa in più sul grande fenomeno Negramaro. Quanto è stata dura farsi notare? Quali canali avete usato? Ti dirò la verità i Negramaro sono nati sei anni fa con l’intento di fare musica propria, e negli anni hanno mantenuto sempre la stessa formazione, che per noi rappresenta già un grande traguardo. Siamo sei grandi amici che ora sono andati addirittura a vivere insieme dopo un tour fatto di più di cento date, di un delirio lavorativo e che continua ancora oggi. La formula segreta secondo me è proprio questa, l’amicizia e la passione che ci ha uniti. Abbiamo lavorato insieme per un progetto unico che è poi quello di una band "cantautorale", non perché ci sia un cantautore che scrive nel senso classico del termine, ma proprio perché è la canzone in sé a darci forza. Questo ci ha permesso di avere come obiettivo fondamentale quello di voler portare avanti a tutti i costi questo progetto, e per costi non intendo compromessi, ma proprio le forze da mettere in gioco. Mi ricordo benissimo quando andavamo in giro prima con i demo poi con i cd auto prodotti per tutta Italia e, chiaramente, sotto pagati. Lo facevamo con tutto il cuore. In questa maniera ci ritrovavamo a suonare alle feste dell’Unità di Bologna e in altri contesti in cui comunque ci si rendeva conto di avere un pubblico diverso. E proprio mentre eravamo in giro a suonare siamo stati contattati da diverse case discografiche tra cui la Sugar. Vincemmo anche il nostro primo concorso, il Tim Tour, dove c’erano 3600 band partecipanti, e noi siamo arrivati primi. Fu bello perché c’erano anche altri gruppi che poi sono stati scoperti in questi anni, come gli Zero Positivo per esempio, e vincere questo concorso ci permise di essere contattati da moltissime case discografiche multinazionali. Purtoppo il periodo non era dei migliori, subito dopo la nostra vittoria ci fu l’11 settembre, e la crisi non ha fatto che peggiorare. Poi tutto d’un tratto abbiamo incontrato Caterina che si è innamorata di questo progetto, di questa voglia di fare musica, di fare canzoni con un nuovo linguaggio, e da lì è partito il nostro percorso. Quanto c’è dei Negramaro, e quanto dell’etichetta, del produttore, dell’arrangiatore, in un progetto nazionale e internazionale come il vostro? Con Corrado Rustici siamo molto amici e questo ha portato ad un lavoro di squadra fantastico, persino rilassato, cosa molto importante per produrre un buon disco. Poi se si ascoltano i provini si tratta delle stesse identiche canzoni. Corrado ci ha consigliati e sotto la sua guida abbiamo preso alcune decisioni valide e forti come quella di suonare dal vivo il disco, e quindi anche di arrangiare, fare le prove dal vivo, suonare i brani fino alla nausea come si faceva una volta. Queste decisioni sono grandi decisioni di un grande produttore come Corrado, supportate da una band che spero sarà grande col tempo. Nei gruppi come il tuo, la sensazione dall’esterno è che il leader non sia solo il frontman, ma anche l’anima. Come funziona tra di voi? Noi siamo sei persone, l’anima è il progetto. Il progetto deve andare avanti perché ha qualcosa da dire, deve andare avanti con tutti i mezzi, e i nostri mezzi sono la canzone, i nostri strumenti musicali, la penna. Una penna che non ne è consapevole e cerca di non esserlo più di tanto. Io non penso di essere quello che ha scritto le canzoni che quest’anno hanno lasciato un grande segno nel cammino nella musica italiana, ma penso di essere stato baciato da qualcosa che per me è una dolce inconsapevolezza, non mi accorgo quando arrivano le canzoni, quando arriva scrivo sul cellulare, scrivo sul pezzo di carta, scrivo su una tovaglia di carta mentre siamo al ristorante, cioè è così, è molto inconsapevole. Il più delle volte i brani che poi sono rimasti all’interno di un disco, che hanno fatto in un certo senso la nostra storia, sono quelli nati in due minuti, in una maniera quasi viscerale, di getto. Quanta importanza ha la tecnologia nella produzione della vostra musica? Noi siamo un mix tra elettronica e rock, perché comunque il primo passo mio è quello di cantare il pezzo che ho in testa con chitarra e voce, o piano e voce, e subito dopo registrarlo come provino da solo sul mio computer. Questo è il primo passo elettronico. Poi con Pupillo, che si occupa dei campionatori e della parte elettronica, lavoriamo a quello che sono gli editing e comunque anche il concerto presenta una ricucitura elettronica che è affidata tutta a lui. Il nuovo tour si aprirà appunto come il Palatour06, con dei suoni elettronici che caratterizzano l’intro e che permettono anche un certo gioco di luci, inerente e coerente con il gioco elettronico. Pensi che essere nati nel Salento dia in qualche modo qualche peculiarità al vostro sound? Noi abbiamo scelto di chiamarci Negramaro proprio per portare le nostre origini nel nome, come bandiera. Ma c’è anche una componente dialettica e poetica più profonda, quel negramaro che significa amarezza e dolcezza insieme, come le sensazioni che speriamo di dare nelle nostre canzoni e nella nostra musica. Noi ci sentiamo veramente cittadini del mondo, ma con una grande cultura di base che è quella salentina, che ci ha permesso di avere determinate caratteristiche, ma allo stesso modo guardiamo alla cultura di tutto il mondo. Ecco perché i testi in italiano. E comunque, le caratteristiche essenziali di una popolazione calda come quella salentina, penso ci siano dentro un progetto viscerale come i Negramaro. "Nuvole e lenzuola" ha un video molto particolare… A chi è venuta l’idea? Qual’è il suo significato? Io ho scritto tutti i primi tre video , e cioè "Mentre tutto scorre", "Estate" e "Solo tre minuti". Questa volta ho lasciato che fosse il regista Maki Gherzi a decidere, perché volevo che in "Nuvole e lenzuola" ci fossero idee semplici e comunque di cuore. Quest’idea dunque è stata di Maki, però chiaramente si è consultato con noi, che abbiamo cercato di riportarla, come concetto, ad un film, che poi era "Se mi lasci ti cancello", titolo orrendo vero? Volevamo esprimere il senso della dimensione spazio-tempo che viene un po’ quasi disintegrata. È presente questa voglia di viaggiare nello spazio e nel tempo, con questa ragazza che scompare all’interno della foto e lui fa una corsa contro il tempo proprio perché ritorni in quella foto e nei suoi ricordi. "Estate" invece era ispirato molto a "Memento" , le scritte sulla pelle. Era il voler esprimere il concetto dei ricordi che svaniscono, "un estate che vorresti non finisse mai". Ci piace molto il cinema e lo dimostriamo ogni volta che ne abbiamo l’occasione. (Simmu Salentini...simmu du munnu l'u cittadini :D ) |