Nick: NEVERLAND Oggetto: Versus (Non quello di Versace) Data: 20/1/2004 9.28.47 Visite: 112
Intro: Vi ricordate della mia lista di 31 film che vi ho postato nel thread di ieri?!?!? http://www.ircnapoli.com/forum/show.asp?id=148195&fid=12&tid=0 Bene, da ieri sera in quella lista entra di diritto anche la pellicola che sto per presentarvi in questo topic... affilate le katana, caricate le vostre pistole automatiche... ci sono un bel pò di zombies/yakuza da far fuori... che il massacro abbia inizio!
Prendete uno stagionato film di Bruce Lee, aggiungete 3/4 di Matrix, una manciata di Mission Impossible, un pizzico di Tarantino, un velo di Highlander, zombies di Romero quanto basta, la sempre verde lotta tra bene e male, un frizzante "dark hero", amalgamate con della fresca ironia nipponica ed innaffiate il tutto con ettolitri di sangue... otterrete "Versus": 2 ore di sano divertimento.
Il film inizia con schermo nero e scritte in giapponese che recitano così: "Nel nostro mondo esistono 666 portali, nascosti e sconosciuti agli esseri umani, che collegano il nostro mondo ad un'altra dimensione. Da qualche parte in Giappone esiste il portale 444, la foresta della resurrezione".
La trama é tutta qui, due "guerrieri", che incarnano le forze del male e del bene si danno appuntamento ogni secolo per cercare di aprire questa porta seguendo un rituale. La storia certo non brilla per originalità, ma riesce a reggere i 118 minuti di pellicola senza mai stentare, grazie ad un'ottima sceneggiatura (scritta dallo stesso regista), mai prevedibile e demenziale al punto giusto.
Ryuhei Kitamura (un promettente trentenne) sforna come sua opera prima un piccolo capolavoro. La mezzora iniziale é da incorniciare... ritmo indiavolato, montaggio da videoclip "d'autore", colonna sonora rock... insomma un "noir" sostenuto dalla verve degna del miglior John Woo.
Il film improvvisamente cambia... La foresta della resurrezione, stimolata, dalla presenza delle forze del male, sprigiona la sua energia, rianimando i morti... caso vuole che il terreno di questo bosco sia il cimitero della yakuza.
Horror, di quello buono... gli zombi non hanno le caratteristiche romeriane, non mangiano i vivi, bensì gli sparano...e si! Avete capito bene, i defunti sono dei gangster che risorgono dai rispettivi loculi armati fino ai denti, intraprendendo divertenti e convulse sparatorie. Imperdibile!
La steady-cam segue a velocità vertiginosa le evoluzioni dei protagonisti, impegnati in una serie infinita di combattimenti, per poi bloccarsi in improvvisi e lunghissimi rallenty. Lo stile di questi combattimenti ricorda molto i manga giapponesi , come Ken il guerriero e Berserk.
La padronanza tecnica di Kitamura é impressionante, 2 ore di film girato esclusivamente in esterni, sempre con la stessa scenografia naturale (la foresta), con solo una decina di attori (tutti eccezionali)... una vicenda raccontata in tempo reale, cioé la durata del film (eccezion fatta per un breve prologo medioevale ed un epilogo post-atomico).
Nonostante ciò Kitamura riesce ad incollare lo spettatore alla poltrona, senza essere noioso o pedante... i toni epici sono spesso smorzati dalle gags dei protagonisti (ci sono personaggi davvero assurdi). Il combattimento finale tra bene e male, con le classiche spade da samurai, dura circa 20 minuti... e si gusta per tutta la sua durata.
Gli effetti speciali (non digitali) sono davvero notevoli. Il film ha vinto nel 2001 il premio come miglior regia al Fantafestival, tra gli applausi e gli schiamazzi di un pubblico in delirio, che ha salutato Versus come il "salvatore" di quell'edizione dell'appuntamento romano.
Il film narra senza mezzi termini un epocale e ciclico gioco al massacro dove le forze del male, nelle vesti di zombie e demoni con poteri sovrumani, combattono contro una sorta di paladino del bene e la sua donna, per la conquista di un potere che possa aprire una specie di varco dimensionale.
Si spazia dalle bellissime coreografie di lotta in un Giappone feudale, alle contemporanee sparatorie di un gruppo di banditi dentro ad un tenebroso bosco, autentica arena di una continua ed incredibile carneficina a colpi di pallottole e spade, tra uomini e zombie che vengono crivellati, spappolati o sezionati in mille pezzetti spruzzanti sangue.
Dentro possiamo trovare quasi ogni tipo di film, in una densità di citazioni sul cinema di genere che forse non ha eguali: chiunque potrà ravvisare qualcosa, da Tarantino a Romero, da Jackson a Rodriguez fino ad Argento, Raimi passando per Carpenter, senza dimenticare anche film come Matrix, Mission Impossible e un pò tutti gli action movie.
Le citaziono sono infinite, continue, martellanti, tanto che ad un certo punto si perde il conto e si rinuncia ad enumerarle tutte, e sono anche gradevoli visto che spesso piu' che a riproporle in chiave parodistica, si cerca di smontarne il meccanismo linguistico adattandolo alle necessità della semplicissima trama.
Bellissimi rallenti, stacchi, moviole di mille tipi, framestop, sframelost, soggettive a mano e non, e poderosi dolly, sono tutti all' ordine del giorno in un ritmo serratissimo fin dai primi minuti. Una padronanza del mezzo veramente incredibile, al servizio cmq di un film a bassissimo budget, dove la differenza la fa proprio il modo in cui si racconta.
Il protagonista della vicenda, pur servendosi di armi da fuoco, incarna la figura del samurai del XXI secolo, il quale pronuncia "Io non perdo mai", e non rinuncia all'elemento che ne ha resa celebre la figura: la spada.
Principale fonte d' ispirazione di Kitamura è sicuramente Matrix (1999), non tanto per le scene di duello (esperti di arti marziali che s'innalzano da terra e, rimanendo sospesi in aria, si scontrano in violente lotte, già erano stati portati sullo schermo, dagli orientali, nei lontani anni settanta, con il bellissimo Con una mano ti rompo con due piedi ti spezzo), ma per il look del protagonista, abbigliato con trench nero, e per la ritmata colonna sonora che, pur presentando, qua e là, sonorità tipicamente orientali, è molto simile a quella del cult-movie dei fratelli Wachowski.
L'esordio di Kitamura, grazie alla grande abilità dell'autore di saper miscelare così tanti luoghi comuni, coinvolge, senza annoiare mai, per i suoi interminabili 120 minuti e riesce ad accontentare, con poca storia e molto splatter fumettistico, sia i fan del gore che gli amanti degli action-movie e della cultura del Sol Levante.
Ma badate bene, si tratta di una pellicola per "stregati" della dinamica cinematografica, verrà quindi sicuramente odiato da tutti quegli intellettuali che trascorrono le giornate sui libri e che, anche quando vanno al cinema, guardano i film con la sola speranza di apprendere nuovi messaggi su cui basare la propria vita. Tutto molto bello quindi, adrenalina, risate, pathos epico: intrattenimento puro. Fatevi un favore e cercate di recuperare questo cult Jappo sottotilato in Inglese in qualsiasi modo... forse è la volta buona per iniziare ad amare il cinema orientale!
Links Correlati e Fonti: Filmup.com kss-movie.com/versus/ ihmagazine.it © 2000 Wevco Produce Company/Napalm Films/Suplex/KSS |