Vai alla freccia - Homepage - BlogRoom - Mappa
Visualizza Messaggi.

Nick: Nieth
Oggetto: Nadia 4 - spilloni e ricordi
Data: 29/6/2006 15.9.36
Visite: 107

26-3-01


sono in ospedale, aspetto il mio turno. Chissà quali novità ci sono per me. Spero che il medico possa darmi qualche notizia importante. Nella sala d’aspetto gioca un bambino. È molto piccolo, chissà cos’ha.


-Sta un po’ male con lo stomaco-, mi spiega la madre, -ma niente di preoccupante.


Mi piacciono i bambini, mi metto un po’ a giocare con lui. È bellissimo, ingenuo. Non ho mai ucciso un bambino, né lo farò mai. È troppo anche per me. Arriva il suo turno; entrando mi saluta con la manina. Saluto anch’io, mentre un nodo mi stringe alla gola. Perché sono così cattivo? 


Dio mio, come ho potuto uccidere tante persone? Sono un mostro, ora lo penso anche io. Aspetto che il bambino esca; era solo un comunissimo mal di pancia, niente di preoccupante. Mi fa piacere.


-Saluta il signore-, gli dice la madre. Il bambino mi dà un bacio sulla guancia, e va via. Piango, ma con una lacrima sola.


Mamma, perché mi hai abbandonato?


Entro dal dottore. Insiste per visitarmi anche la spalla. Per lui è solo una contusione, mi prescrive una pomata, dice che al massimo un paio di giorni e sarò come nuovo. Passo alle radiografie, faccio il prelievo di sangue. Faccio tutti gli esami necessari.


Domani saprò quanto mi resta da vivere.


Saluto, e torno a casa. Spalmo la pomata e mi sdraio un po’; un po’ di riposo non può farmi che bene. Cristo, il telefono.. chi può essere? Rispondo. Nessuno, hanno riattaccato. Squilla ancora. E riattaccano. Per altre tre volte. Non solo non riesco a riposare, mi hanno anche innervosito. Squilla ancora. Sono nervosissimo, rispondo lo stesso.


-ciao, che fai?scusa per prima, ma sono col cellulare e perdevo continuamente la linea.. ti va di vederci?-.


E’ Micaela. Non me la sento di uscire. Le dico che mi sento poco bene, che preferisco riposare. Sembra un po’ delusa, insiste un po’, poi saluta e riattacca. E  sono di nuovo solo, solo coi miei pensieri.


Il letto mi sembra troppo scomodo, non posso restare qui. Scendo giù in cantina: il ragazzo è sempre lì, con quello sguardo idiota, tremendamente divertente.


Sentivo il bisogno di andare a controllare, anche se sapevo che di sicuro era tutto a posto. Risalgo, mi siedo in poltrona. Quasi senza accorgermene, sprofondo nel sonno.


Sono passate solo poche ore, mi sveglio di soprassalto. Forse ho avuto un incubo.. bah, già non lo ricordo più. Mi sento abbastanza bene, la spalla quasi non fa male; con un po’ di sforzo forse posso portare fuori il ragazzo.


Però ho bisogno di una macchina, e non so dove trovarne una, specialmente a quest’ora della notte. Torno al mio altarino, davanti alla foto di Nadia. In un eccesso di rabbia butto tutto per aria, poi bevo qualcosa. E continuo a bere, fino ad ubriacarmi.


Il sole sta già spuntando, forse è più tardi di quanto credessi.


 


27-3-01


mi sveglia il campanello. È piuttosto presto, chi può essere? Micaela è al lavoro, non può essere lei.. e poi non sa nemmeno dove abito.. forse è Nadia.. dio, che dico, Nadia è morta.. e in più nemmeno lei sa dove abito!


Mi accorgo che sto facendo dei ragionamenti assurdi, devo essere ancora ubriaco. Barcollando, vado ad aprire la porta. Cristo, è un poliziotto! Che siano arrivati fino a me? Mi chiede di entrare, gli offro qualcosa da bere; dice che deve parlarmi di una cosa molto importante.


- Lei dichiarò che la macchina le era stata rubata, vero? – Cristo, sa tutto. Devo eliminarlo. Mi dispiace, ma è l’unica cosa che posso fare. Fingendo di armeggiare con i bicchieri metto a portata di mano il coltello grosso, quello che mamma non mi faceva mai toccare per paura che mi facessi male.


-Si, me l’avevano rubata.. perché?- chiedo io, fingendo indifferenza.


-L’abbiamo trovata. Era abbandonata a qualche chilometro da qui, con la portiera forzata. Se si affaccia, la trova parcheggiata qui fuori. Lasci stare il drink, devo scappare.. e poi non posso bere in servizio. Ah, un’altra cosa..-


Lo sapevo!la macchina è una scusa. Mi hanno trovato! Fingo di prepararlo per me, il drink, intanto tengo stretto il coltello.


-Le volevo dire.. beh.. non beva così.. e non si metta alla guida nel suo stato. Buongiorno.


Non si disturbi, conosco la strada.- Mi fa l’occhiolino e se ne va. Lo seguo con lo sguardo da dietro la finestra, va via davvero. A quanto pare mi sono preoccupato inutilmente.


Ed ora ho anche la macchina a disposizione. La portiera deve averla forzata qualcuno che, vedendola ferma da giorni, avrà cercato di rubarla; non sapendolo, mi ha fatto un bel favore, così sembra davvero che mi sia stata rubata.


Oggi resto a casa, a controllare che non ci siano imprevisti di alcun genere; aspetto che faccia buio per uscire.


Chiamo Micaela, le dico che per qualche giorno starò fuori per lavoro. Non la prende molto bene, ma non posso fare altrimenti.


In fondo, lo faccio anche per lei.


Un attimo prima che esca squilla il telefono, è il medico. Dice che deve parlarmi, è una cosa molto importante. Boh, mi dirà quanto mi resta da vivere.


Ho cambiato idea, non voglio saperlo.


Dico che passerò al ritorno da un viaggio di lavoro, tra qualche giorno. Riattacco, senza aspettare la risposta.


Il telefono ricomincia a squillare. Scendo in cantina e schiodo il ragazzo, lo chiudo in un grosso sacco. Lo trascino su. Lo carico in macchina. Forse per le gambe distrutte, ma entra facilmente nel bagagliaio, benché non sia uno dei più grossi.


Spengo il cellulare. Altra bella sorpresa, lo stereo me l’hanno fregato. Peccato, avrei voluto un po’ di musica. Vabbè, lo comprerò dopo.


Metto in moto e parto. Chissà per dove. Tornerò davvero tra alcuni giorni, tornerò prima.. mi prenderanno per strada.. mi prenderanno mai? Riuscirò a cambiare vita?


Probabilmente non tornerò, farò il solito giochetto di spegnere i fari in autostrada. E volerò da


Nadia.


Sono in autostrada, da solo. Non solo in questo momento, intendo dire solo in assoluto. Solo con i miei problemi, con le mie gioie, con i miei sogni (le mie illusioni) di gloria e con le mie frustrazioni. Penso se al posto del ragazzo ora ci fossi io. Chissà se esiste davvero qualcosa, dopo la morte.. chissà cosa si prova, a morire.. nell’attimo in cui perdiamo la vita, siamo coscienti di quello che ci sta succedendo? Nell’attimo in cui perdiamo la vita, già.. e poi? Torniamo davvero alla terra come polvere? Discorsi inutili, tanto quando morirò dubito che mi interesseranno ancora queste cose.. e se poi c’è il nulla assoluto.. beh.. sarò completamente niente, e non potrò farmi domande.


È questo che mi terrorizza, il nulla assoluto.. voglio dire, diventare il nulla assoluto.. da un momento all’altro non essere più niente.. anche se non potrò rendermene conto, essendo ormai appunto il nulla. Chissà, forse è vero che si continua a vivere solo nella memoria di chi ci ama.


Guido distrattamente, ogni tanto do uno sguardo alla piazzola di sosta; spesso ci sono delle auto, magari dentro c’è qualcuno che si sta divertendo più di me.. a volte li invidio. Altre volte no.


Le macchine mi scorrono ai lati, le vedo sfrecciare come proiettili alla mia destra, alla mia sinistra.. mi sento perso.


Devo trovare un posto per disfarmi del corpo. E devo fare anche presto, già non resisto più lontano da casa mia.. lontano da Nad..cioè,Micaela..lontano dal mio altarino, dal mio piccolo mondo.


Prendo un’uscita abbastanza isolata, forse quelle campagne sono l’ideale per sotterrare il mio amico.. e con lui il mio passato.


Proseguendo, mi trovo in una strada in terra battuta, assorto nei miei pensieri non so come ci sono finito.. vabbè, poco male, il posto mi sembra abbastanza buono. Faccio un giro intorno per assicurarmi che non ci siano abitazioni qui intorno, poi mi fermo e scendo dalla macchina.


Apro il cofano, guardo il ragazzo; un tanfo incredibile, deve avere già cominciato a decomporsi.. forse è colpa delle gambe maciullate, ma comunque il fetore è insopportabile. Lui mi guarda con ancora quel viso buffo; sulla faccia gli si è stampato, forse per contrazioni post-mortem, un ghigno beffardo, forse espressione della sua soddisfazione per quell’ultimo dispetto che è riuscito a farmi anche da morto.


Tengo sempre una pala nel bagagliaio, in previsioni di.. ehm.. di casi come questi; fortunatamente non me l’hanno rubata. Do un’ultima occhiata intorno, e comincio a scavare.


Non ho seguito i giornali, negli ultimi giorni.. chissà se stanno cercando il ragazzo. Lui non è come le altre mie vittime (sole, abbandonate), aveva anche una macchina, bei vestiti, quindi si presuppone che avesse continui rapporti con gli altri.. con la famiglia, almeno. Non l troveranno mai. Almeno, passerà un po’ di tempo prima che qualche contadino trovi i suoi resti, e allora sarà impossibile risalire a me. Non ha niente addosso che possa far risalire a me, sarà archiviato in poco tempo, o la polizia troverà comunque qualcuno su cui addossare la colpa. Qualcuno che non sarò io, almeno spero.


Ho altri progetti per il futuro, i pochi mesi che mi restano non voglio passarli in galera. La mamma ne morirebbe. Cioè, se fosse viva, perché.. no, così non va, continuo con i miei discorsi senza senso. Davvero devo essere agli sgoccioli. Spero solo di non tradirmi. Meglio continuare a scavare canticchiando qualcosa, forse riuscirò a non pensare. Il bolero di Ravel, mi viene in mente solo quello. Mi piacerebbe che lo suonassero al mio funerale.


La fossa è abbastanza profonda, è quasi mezz’ora che scavo. Certo, non o fatto molto, ma può bastare. L’importante è che la sua puzza non si senta all’esterno. Trascino il ragazzo fuori, lo stendo vicino al buco. Non mi convince. Penso che potrebbero trovarlo prima, devo trovare un sistema che, nell’eventualità, svii le indagini.. vediamo.. e se gli staccassi i denti, le dita e lo sfigurassi, per renderlo irriconoscibile? No, non va bene.. possono anche riconoscerlo, non importa, quello che non devono assolutamente fare è risalire a me.


Lo guardo per bene, poi.. trovato! Con la zappa gli stacco di netto le mani.. se lo trovassero, capirebbero che sono state staccate dopo la morte, e forse penserebbero ad una punizione mafiosa o a qualche setta religiosa. Alla fine è solo una precauzione, non lo troveranno prima che diventi solo un mucchio d’ossa, magari potrà servire come fertilizzante naturale per questa zona!


Getto il ragazzo nella fossa, e su di lui le sue mani. Lo ricopro di terra, recitando l’eterno riposo e un improvvisato discorso alla sua memoria. Tutto ciò mi sembra molto divertente, tanto che comincio a ridere fino alle lacrime. Guardo la sua faccia mentre pian piano lo sto seppellendo. Chissà cosa dov’è, ora.. sempre ammettendo che non sia entrato nel nulla. Livello la terra, mi faccio il segno della croce e risalgo in macchina. Domani mattina dovrò ricordarmi di pulire tutto, bagagliaio, pala e cantina.


Dopo una buona mezz’ora, e parecchie deviazioni sbagliate, sono di nuovo in autostrada. Mi fermo in una stazione di servizio, devo fare benzina e mangiare qualcosa.


Il benzinaio mi guarda un po’ strano, ma non dice niente. Entro nell’autogrill, tramezzino al tonno. Fa schifo, deve essere di qualche giorno fa. Penso che potrebbe farmi male. Poi penso alla mia malattia, mi viene da ridere, e mangio il tramezzino. Quando sto tornando in macchina il benzinaio mi chiede cosa è quella macchia di sangue sul polsino della camicia. Devo essermi sporcato scaricando il ragazzo. – Niente, ho appena ucciso un uomo- gli rispondo io, godendomi la sua faccia tra l’incredulo e l’impaurito. –Ovviamente scherzo, soffro di emorragie al naso e devo essermi macchiato.-


Gli metto i soldi in una mano e vado via sorridendo lievemente, lasciandolo alle altre auto che, ormai, hanno formato una coda dietro di me.


Cerco di orientarmi per tornare a casa, sempre con questo maledetto bolero che mi suona in testa.


Non mi sono allontanato molto, e quindi in poco sono all’uscita giusta; dopo qualche altro minuto sono arrivato a casa. Ci ho messo molto meno del previsto, un giorno solo invece di quei quattro o cinque che credevo mi occorressero. Non me la sentivo di allontanarmi troppo, ma forse è stato uno sbaglio scegliere un luogo così vicino a casa. Ma quale sbaglio? Alla profondità in cui l’ho sepolto nessuno può trovarlo, e seppure lo trovassero, niente, davvero niente li farebbe risalire a me. E se qualcuno mi avesse visto? no, la zona è disabitata, ed era buio pesto, nessuno può avermi visto. Sono al sicuro.


Parcheggio la macchina ed entro in casa; accendo il cellulare, ci trovo dei messaggi di Micaela. È preoccupata per la mia partenza improvvisa, dice che quando torno vuole parlarmi per sapere cosa mi è successo. Questa ragazza si sta facendo troppo invadente, forse dovrei eliminarla. No, non posso eliminarla, il rapporto con lei mi ha aperto gli occhi su quello che ho fatto finora. Però è anche la causa di tutti i miei rimpianti. Ci penserò.


Sulla segreteria ci sono due messaggi; uno è del dottore, dice che deve parlarmi assolutamente. Ci passerò in mattinata, almeno mi libero da un altro pensiero. L’altro messaggio non so di chi sia, un uomo che mi augura buon viaggio. Boh? A chi ho detto che sarei partito? al dottore, e a Micaela.. non mi sembra di averlo detto a nessun altro.. chi sarà questo tipo? Beh, se ha qualcosa da dirmi si farà sicuramente sentire.


Do una bella pulita alla macchina, sia dal terreno che dal sangue, poi faccio una doccia e vado a letto. Domani mattina metterò a posto qualche cosa. 


         


28-3-01


Mi sveglio abbastanza tardi. Per prima cosa vado in ospedale, per vedere cosa ha di così importante da dirmi il medico.


Fortunatamente nel salone d’aspetto non c’è quasi nessuno, posso fare in fretta.


Il medico mi accoglie, si schiarisce la voce e mi fa accomodare. Si siede di fronte a me, mi squadra per un paio di minuti. Sudo freddo, questa tensione è insopportabile.


-eppure le avevo chiesto di venire subito in ospedale, e se le dico una cosa del genere vuol dire che c’è una certa urgenza, non le pare? Lei non è più in bambino, credevo che fosse più responsabile. Non si scherza con la salute!-


Ok, è anche arrabbiato. Spero che non alzi la voce, sono gia troppo nervoso. E se non si calma lui ora lo strangolo.


-Allora, mi ascolti bene. Qualche giorno fa abbiamo fatto gli esami. Lei sa bene per cosa, no? Ebbene, ci sono dei cambiamenti.. dei grossi cambiamenti.-


Sono allo stremo, sto per scoppiare. Cristo, sto per morire? Che me lo dica subito! Basta tenermi sulle spine, sento il cuore che mi scoppia in gola, dal terrore. Chissà quanti si sono sentiti come me, per colpa mia..


-Dottore, per favore, basta con questi giri di parole: quanto mi resta? Un anno, un mese? Un giorno? Quanto vivrò ancora?


-dipende solo da lei, ora- mi dice il medico, lievemente sorridendo.


-da me? Cosa c’è, devo fare qualche cura? Si spieghi, per favore!


-mi ascolti: lei non ha niente, quello che sembrava un tumore è solo una grossa infezione. Si sta riassorbendo tutto. In capo a pochi giorni le passeranno anche i bruciori allo stomaco.


-ma.. come fa a dirmi una cosa del genere con tanta freddezza? Cristo, non sono malato!io.. io sono vivo! Non devo morire, sono vivo!-


Si, non devo morire. Sono vivo. Non ho niente. Mi sento bene, sto bene, ho voglia di uscire da questo maledetto ospedale, devo andare da Micaela, devo fare l’amore con lei.. devo vivere!


Lascio l’ospedale, mi precipito in strada. Entro in macchina, guardo l’orologio: Micaela attacca al lavoro solo tra quattro ore, devo correre a casa a cambiarmi e poi andare da lei. Parto sgommando, evito per un pelo un’auto, e continuo verso casa così, correndo come un pazzo, mentre canticchio il mio solito bolero.


Sono a casa, parcheggio l’auto alla meglio ed entro nel cortile.


Seduta sull’ingresso c’è Micaela. Chissà da quanto mi aspetta. Ha il trucco sbavato, deve aver pianto.


Le corro incontro, lei si alza, l’abbraccio; mi tira uno schiaffo fortissimo, e va via dicendomi di non farmi più vedere. Cosa sarà successo? Sarà così arrabbiata perché non mi sono fatto sentire in questi giorni? No, non può essere per questo. Almeno, non solo per questo. Alzo la testa, e vedo un foglietto attaccato sulla mia porta. Poche parole, ma che mi fanno gelare il sangue.


“sono tornata, amore, ci vediamo uno di questi giorni. Aspettami. Nadia.”


il mio blog:

http://www.bananaamotore.splinder.com /



Rispondi al Messaggio | Indietro | Indice topic | Quota Testo | Vai su| Segnala ad un amico|Successivo


Nadia 4 - spilloni e ricordi   29/6/2006 15.9.36 (106 visite)   Nieth
   re:Nadia 4 - spilloni e ricordi   29/6/2006 15.17.4 (31 visite)   Rambov`
      re:Nadia 4 - spilloni   29/6/2006 15.21.35 (26 visite)   Nieth
         re:Nadia 4 - spilloni   29/6/2006 15.23.25 (32 visite)   Rambov`
            re:Nadia 4 - spilloni   29/6/2006 15.36.15 (25 visite)   Nieth
               re:Nadia 4 - spilloni   29/6/2006 15.50.27 (17 visite)   Rambov`
                  re:Nadia 4 - spilloni   29/6/2006 15.53.47 (17 visite)   Nieth
   re:Nadia 4 - spilloni e ricordi   29/6/2006 15.24.10 (31 visite)   notte
      re:Nadia 4 - spilloni   29/6/2006 15.33.56 (23 visite)   Nieth
   Nadia   29/6/2006 15.52.47 (28 visite)   The`Devil
      re:Nadia   29/6/2006 15.55.33 (24 visite)   Nieth
         re:Nadia   29/6/2006 16.15.55 (23 visite)   The`Devil
            re:Nadia   29/6/2006 16.18.57 (23 visite)   Nieth (ultimo)

Nick:
Password:
Oggetto:
Messaggio:

vai in modalità avanzata
                 


Rimani nel thread dopo l'invio


Ricerca libera nel sito by Google (Sperimentale, non sono ancora presenti tutti i contenuti)

Google
 



Clicca per leggere le regole del forum



Imposta IRCNapoli come homepage

Clicca per andare sul forum di prova.
IRCNapoli "Un racconto a più mani".
Mappa del forum

Visualizza tutti i post del giorno 29/06/2006
Visualizza tutti i post del giorno 17/08/2025
Visualizza tutti i post del giorno 16/08/2025
Visualizza tutti i post del giorno 15/08/2025
Visualizza tutti i post del giorno 14/08/2025
vai in modalità avanzata