Nick: Gen[i]oma Oggetto: noiosissimo (economia +o-) Data: 3/2/2004 23.56.9 Visite: 110
Principali meccanismi individuati dell’economia degli standard e dinamiche infrastrutturali L’economia degli standard ha elaborato alcuni concetti che possono essere utilizzati per meglio comprendere le dinamiche infrastrutturali tra cui: ritorni crescenti (increasing return) e feedback positivi, esternalità di rete, la path dependency e la base installata. Ritorni crescenti significa che quanto più un prodotto è utilizzato, venduto o usato, tanto più diventa conveniente o profittevole. Gli standard infrastrutturali rappresentano uno degli esempio più lampanti di prodotti che godono di questa caratteristica. Il valore di uno standard di comunicazione è in gran parte determinato dal numero di utenti che lo adottano, che equivale al numero di utenti potenziali con cui può comunicare chi adotta quel determinato standard. Esempi tipici di questo fenomeno sono anche il sistema operativo Windows o il rapido sviluppo di Internet. Il meccanismo alla base di questo fenomeno è che una estesa base installata stimola la produzione di prodotti complementari, aumenta l’appetibilità dello standard e ne incrementa la credibilità rendendolo più attraente per gli utenti. Questo meccanismo incrementa la base installata creando un meccanismo di rinforzo dall’andamento esponenziale. Il meccanismo descritto è opposto a quello studiato dall’economia classica centrato sui feedback negativi o ritorni decrescenti. In questo caso il meccanismo in un’economia basata sulle risorse naturali, soggette a produttività marginali decrescenti, opera nel senso inverso, come descritto dalla teoria della terra marginale di Ricardo. I ritorni crescenti derivano da diversi elementi, tra questi uno dei più conosciuto sono le economie di scala (Shapiro, Varian. 1999). Le economie di scala nel caso delle industrie produttrici di software o informazione, e in generale nelle industrie high-tech, sono particolarmente forti, per cui un’unità di prodotto in più costa praticamente zero, mentre i costi di sviluppo sono particolarmente elevati. Questi settori inoltre possono avvantaggiarsi di economie di conoscenza, infatti l’esperienza acquisita durante lo sviluppo comporta una maggiore comprensione del processo produttivo, inoltre parte del software sviluppato viene generalmente riutilizzato per nuovi prodotti. Un altro fenomeno di rinforzo collegato ai ritorni crescenti è quello delle aspettative che si auto realizzano. Se i consumatori si aspettano che un determinato prodotto diventi popolare, è probabile che questo effettivamente accada (Shapiro, Varian. 1999). Un altro degli aspetti "economici" delle infrastrutture è costituito dalle esternalità di rete, che sia reale o virtuale, una rete gode di una fondamentale caratteristica: il suo valore è maggiore quanto più numerosi sono i partecipanti, o nel caso di reti virtuali gli utenti collegati. Il vantaggio nell’uso di un determinato prodotto, o standard, o derivante dall’adesione a una rete, si realizzano quanto il vantaggio dal suo uso dipende da decisioni "esterne". Semplificando il ragionamento a parità di condizioni, è meglio essere connessi alla rete più grande che alla più piccola (Shapiro e Varian, 1999). Generalmente, nel caso dell’adozione di uno standard comune, quanto meno questo è specializzato tanto maggiore sarà il carattere globale dell’estarnalità. La connesione telefonica, o quella Internet, richiedono protocolli molto generici che si adattano a diversi tipi di comunicazione. In questo caso, la decisione di connessione risentirà in modo preponderante del numero di connessioni attive, sicché, superata una certa soglia, lo sviluppo delle connessioni sarà molto rapido (Zaninotto in Pilotti et al., 1996). In generale le conseguenze delle esternalità possono essere sia positive che negative, esempio tipico di esternalità negativa è l’inquinamento. Le esternalità positive alimentano ritorni positivi (Shapiro e Varian, 1999). Esternalità di rete e feedback positivi danno luogo a numerosi fenomeni, uno di questi è il cosiddetto path dependency. Viene usato per indicare l’elevato impatto che eventi passati avranno sugli sviluppi futuri, fenomeno che porta eventi inizialmente irrilevanti ad avere effetti enormi (David, 1986). Uno dei più famosi esempi che illustrano questo fenomeno è lo sviluppo e l’evoluzione della disposizione dei tasti sulla tastiera. La tastiera attualmente più diffusa adotta una disposizione ideata nel 1873 da Christopher Scholes, la cosiddetta QWERTY (dalla disposizione delle sei lettere sulla riga in alto a sinistra). QWERTY venne scelta per massimizzare la distanza fra le lettere usate più spesso nella lingua inglese con l’obiettivo di rallentare deliberatamente chi batteva a macchina, riducendo la possibilità che i martelletti delle macchine manuali si incastrassero. Nel 1904 la Remington Sewing Machine Company produceva macchine da scrivere con questo layout, che divenne di fatto uno standard industriale. Oggi il problema dei martelletti non esiste più e sono state sviluppate tastiere come ad esempio la DSK, che riducono la distanza che le dita devono percorrere di oltre il 50% riducendo i tempi di battitura anche del 30%. Ma nonostante ciò QWERTY è il sistema radicato. Quasi tutte le tastiere seguono questa impostazione, le persone la imparano e sono riluttanti all’idea di doverne imparare una seconda. Di conseguenza i produttori di tastiere continuano a produrre QWERTY (Dixit e Nalebuff, 1993). È possibile distinguere due diverse forme di path dependency: chi ottiene per primo un vantaggio in termini di numero di utenti vince, per prime decisioni riguardanti la progettazione di una tecnologia influenzeranno le decisioni di sviluppo successive. Riguarda fondamentalmente gli standard de facto, chi per primo raggiunge un numero maggiore di utenti riesce di solito ad aggiudicarsi la quasi totalità degli utenti, il discorso è indipendente dal fatto che ad aggiudicarsi il primato sia uno standard o un prodotto di mercato, esempi del primo tipo si hanno nel campo degli standard di rete più comuni (come il TCP/IP) affermatisi a discapito egli standard ufficiali sviluppatisi con ritardo a causa dei rallentamenti burocratici tipici dello sviluppo di uno standard internazionale. Il secondo tipo di dipendenza riscontrabile riguarda principalmente la progettazione della tecnologia. Quando una tecnologia diventa uno standard nuove versioni della tecnologia stessa, ma anche di tecnologia collaterale, devono essere progettate in maniera da essere compatibili con la base installata. Anche qui gli esempi sono numerosi e spaziano dalle architetture dei processori ai protocolli di rete. I fenomeni di feedback positivo o ritorni crescenti porta alla luce un ulteriore meccanismo, individuato dagli studi sull’economia degli standard, l’effetto lock-in. Questo fenomeno segnala la difficoltà di sviluppare o transitare a una tecnologia concorrente una volta che ne è stata adottata una. Questo meccanismo deriva da prcedenti investimenti in diverse tecnologie interdipendenti. Questo tipo di problema è generalmente causato da due ordini di fattori, costi molto elevati o problemi di coordinamento, o entrambi, che si verificano quando si passa da una tecnologia standard a un’altra. Il fenomeno riguarda sia i consumatori, gli utenti individuali che le organizzazioni. L’affondamento dei costi nella connessione a una rete o nell’adozione di una determinata tecnologia o standard, riduce il valore della scelta di instaurare relazioni con altre parti, qualora adottino standard diversi o non si riesca facilmente a realizzare interoperatività tra le reti o le diverse applicazioni. Un esempio di effetto lock-in è rappresentato dai cosiddetti sistemi legacy che gestiscono applicazioni critiche, si tratta generalmente di sistemi datati, lenti e costosi, a rendere costosa la transazione verso sistemi più moderni una serie di fattori, l’affidabilità derivante dall’essere ormai sistemi collaudati, la necessità di uno sviluppo parallelo per i nuovi sistemi, l’incompatibilità fra vecchie e nuove piattaforme, nei casi di applicazioni critiche uno dei timori principali è compromettere l’integrità di dati ritenuti essenziali il che ci conduce a un altro elemento che spesso è alla base di effetti di lock-in, la struttura dei dati, ovvero il modo in cui le informazioni sono organizzate e collegate fra loro all’interno di una basedati. Questo meccanismo diventa più difficile da affrontare quando l’infrastruttura e gli standard sono condivisi tra diverse organizzazioni, o all’interno di una vasta organizzazione come nel caso delle infrastrutture corporate, in questi casi l’intensità del fenomeno aumenta all’aumentare delle interdipendenze e i problemi non riguardano solo i costi sommersi ma anche la capacità di coordinare un vasto sforzo per il cambiamento in cui sono coinvolti attori molto spesso autonomi su cui è impossibile agire con strumenti gerarchici, proprio come nel caso delle infrastrutture pubbliche. Una delle più importanti ed evidenti conseguenze di questi meccanismi è una possibile inefficienza (Montero in Ciborra et al., 2000). L’inefficienza è spesso conseguenza della resistenza che standard o reti inefficienti oppongono al cambiamento, esempi di inefficienza sono numerosi nel mondo delle tecnologie dell’informazione, standard, anche pubblici e largamente condivisi, come ipv4, che è il livello su cui poggia lo standard TCP/IP per le comunicazioni su Internet, è attualmente inefficiente, perché progettato quando la rete aveva uno scarso e limitato uso, la sua struttura limita la possibilità di realizzare comunicazioni in tempo reale di contenuti multimediali o la possibilità di sviluppare applicazioni sicure per il commercio elettronico, aumentando la complessità delle applicazioni realizzate ai livelli superiori della stratificazione che devono gestire una queste funzionalità in maniera meno efficiente di quanto potrebbe un protocollo di basso livello e quindi diventano più costose; altro esempio è l’inefficienza nella gestione delle risorse hardware del più diffuso sistema operativo; generalmente queste inefficienze non vengono percepite se non in maniera indiretta, l’aumento esponenziale delle prestazioni dell’ hardware, per esempio, nasconde le inefficienze nel loro sfruttamento.
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