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Nick: Mr_LiVi0
Oggetto: Il giornale del giorno
Data: 2/8/2006 8.58.32
Visite: 294

A grande richiesta il giornale del giorno cambia le sue fonti... Peccato che le notizie sono quelle di ieri perchgè i siti web non sono aggiornati. Leggerete le notizie di ieri, così vuole una parte del sito: monopolizzare l'informazione. Tgcom Manifesto Unità Repubblica alle 8.47 del mattino non sono aggiornati. L'informazione delle uniche testate valide, secondo il parere degli estremisti del sito, se la prende con calma. Questa è l'informazione corretta secondo voi. Leggete e datemi un parere sulle notizie di oggi, anzi di ieri. Contenti voi che credete attendibile una informazione univoca e antisemita, che tende a coprire le magagne del vostro governo e dei governi arabi, da sempre sfruttati dall'occidente, che con un giro di chiave decidono le sorti econoiche dei mercati del globo.

P.s. per non parlare di indimedia che pubblica articoli a piacere proprio per tutelare gli interessi del suo indotto. Leggete qui sotto
CARABINIERI AD OFFICINA 99 15/07/2006

Furto con scasso
:::Iniziative:::
Presidio a piazza Monteoliveto ore 18 venerdì 21 luglio || Report || Foto
Venerdì 12 luglio intorno alle 9.00 i carabinieri in compagnia dei vigili urbani hanno compiuto un vero e proprio blitz contro il centro sociale Officina 99.

Dopo aver sfondato la porta d' ingresso, hanno fatto lo stesso con tutte le altre dei vari locali situati al piano superiore, dove sono presenti una sala di registrazione autogestita, la regie di Radiolina e InsuTV, l'hacklab.

E' stato rubato il pannello elettrico e sono stati portati via diversi attrezzi da lavoro presenti nello stabile come flex, trapano ed altro. Fortunatamente non è riuscito il tentativo di danneggiare i trasmettitori di radio e tv.

Una perquisizione dell'intero stabile avvenuta in un tempo molto breve e testimonianze raccolte in zona riferiscono di aver visto portare via da Officina le piante di canapa poste sul terrazzo e pubblicamente note, piantate nell' ambito della campagna antiproibizionista che da anni, insieme a molte altre forze ed associazioni, Officina porta avanti.

Prima di andare via, apponendo nuovi catenacci all'ingresso, i carabinieri hanno anche chiamato una compiacente troup di una televisione locale allo scopo di pubblicizzare il proprio furto con scasso.

Comunicato di Officina99



BUONA LETTURA E SCUSATEMI SE LA PAGINA DI OGGI NON E' QUALITATIVAMENTE SODDISFACENTE


Blitz israeliano a Baalbek
Catturati Hezbollah, civili uccisi
Rice: "La guerra durerà alcuni giorni"
Notte di battaglia in Libano. Un commando israeliano, sostenuto dall'aviazione ha fatto prigionieri tre esponenti della milizia sciita. Nello scontro sono morte una decina di persone. I tre sono stati portati in Israele. Il vicepremier israeliano Shimon Peres parla di "settimane" per cessare le operazioni militari. Condoleezza Rice corregge: "Questione di giorni, non settimane"




07:35 Attacco israeliano: uccisi tre soldati libanesi
Tre soldati dell'esercito libanese sono stati uccisi in un raid aereo israeliano nel villaggio di Sarba a sud di Sidone


06:05 Annan critica il Consiglio di sicurezza sulla strage di Cana
Il segretario generale dell'Onu Kofi Annan ha criticato la dichiarazione di martedì del Consiglio di sicurezza che non ha condannato Israele per il bombardamento di Cana nel Libano del sud. Lo riferisce Al-Jazira. Kofi Annan, in un'intervista alla televisione araba, ha quindi sottolineato che la prevista forza internazionale potrebbe dovere rimanere nel Libano per un periodo che va fino a due anni. "La dichiarazione che è stata adottata è stato meno forte di quella avrebbero gradito la gran maggioranza dei membri del Consiglio", ha detto Annan ad Al Jazira.


05:27 Israele dà i nomi degli hezbollah catturati
Gli uomini catturati dall'esercito israeliano a Baalbek sono stati identificati con i nomi di Hussein Nasrallah, Hussein al Burji e Ahmed Al-Ghotah e descritti come membri minori di hezbollah. Il militante bloccato che risponde al nome di Hussein Nasrallah è omonimo del leader Hezbollah.


04:54 I libanesi: "Nel blitz uccisi almeno 15 civili"
Secondo la sicurezza libanese, il blitz israeliano per catturare i leader hezbollah sarebbe costato almeno 15 vittime civili. Le fonti hanno precisato che gli aerei militari hanno bombardato il villaggio di Jammaliyeh durante gli scontri tra l'esercito israeliano e i guerriglieri Hezbollah, distruggendo parecchie case.


04:46 I libanesi confermano: "Sequestrati 3 esponenti hezbollah"
L'esercito israeliano ha catturato almeno tre militanti hezbollah in una operazione dei paracadutisti nell'est del Libano, nella città di Baalbek. Lo riferisce lo stesso esercito. Un portavoce militare ha precisato che i militanti catturati sono stati portati in Israele e tra i soldati israeliani che hanno preso parte all'operazione non vi sono feriti.


04:21 Israele: "A Baalbek catturati esponenti Hezbollah"
Gli isrraeliani dicono che un loro commando ha catturato diversi esponenti hezbollah a Baalbek


02:33 Baalbek, per i libanesi, "circondati dei parà israeliani"
La polizia libanese ha confermato in nottata che un commando di paracadutisti è stato accerchiato da miliziani Hezbollah dopo essere atterrato a sud-ovest di Baalbek, nel Libano orientale, dove secondo testimoni ci sono molti morti e feriti fra la popolazione civile. In precedenza la notizia era stata resa nota in un comunicato del movimento sciita libanese, che a Baalbek ha una delle sue principali roccaforti.


00:57 Gli Usa puntano a risoluzione del Consiglio di sicurezza Onu
Gli Stati Uniti puntano all'approvazione di una risoluzione del Consiglio di Sicurezza sul Libano entro la settimana e potrebbero presentare un proprio progetto nelle prossime ore.


00:46 Rice corregge Peres: "Giorni non settimane"
Un cessate il fuoco tra Israele e gli Hezbollah è questione di giorni non di settimane: lo ha ribadito in serata a Washington il segretario di Stato Usa Condoleezza Rice.


00:40 Peres: "Andremo avanti per settimane"
La campagna di Israele contro Hezbollah durerà ancora settimane ma non mesi: lo ha detto il vicepremier israeliano Shimon Peres in serata a Washington, dopo essere stato ricevuto dal segretario di Stato Usa Condoleezza Rice. Rispondendo alle domande dei cronisti sulla durata della guerra, Peres ha detto che "a mio parere non siamo molto lontani. Direi una questione di settimane, non di mesi".


00:36 Forza internazionale, la Francia non parteciperà alla riunione
La Francia non parteciperà ad una riunione Onu, in calendario domani pomeriggio (giovedì) a New York, dei paesi potenzialmente fornitori di militari ad una futura forza internazionale di interposizione in Libano. Lo hanno indicato all'Afp fonti diplomatiche francesi di Palazzo di Vetro.


00:33 Gaza, rilasciato un ministro palestinese
Il ministro palestinese per le questioni dei prigionieri, Wasfi Kabha, è stato rilasciato dalle autorità israeliane che lo arrestarono il 29 giugno scorso. E' stato lo stesso esponente del governo di Hamas a comunicarlo in una telefonata da Jenin all'agenzia di stampa France Presse: "Gli israeliani mi hanno rilasciato perchè non hanno trovato nulla contro di me". Wasfi Kabha fu catturato insieme con altri sette ministri nel corso di una vasta operazione militare seguita al rapimento di un soldato israeliano.


00:21 Battaglia sulle colline di Baalbek
Sulle colline attorno a Balbeek, città roccaforte di Hezbollah nella Valle della Bekaa in Libano, si è svolta una battaglia tra soldati israeliani sbarcati dagli elicotteri e milizie sciite che hanno contrastato l'atterraggio dei velivoli con le batterie anti-aeree. Uno degli ellicotteri, secondo quanto riferito da fonti della sicurezza libanese, è riuscito ad atterrare per alcuni secondi sulla collina di Ain Jawzeh, ad est di Baalbek, ma è stato costretto a decollare dal fuoco hezbollah. Gli elicotteri hanno poi continuato i loro raid lungo la strada che collega Baalbek alla città siriana di Homs e distrutte tre stazioni di servizio.

POLITICA InviaStampaDa Palermo a Milano, davanti alle carceri italiane è un continuo
via vai degli ex carcerati rilasciati e dei familiari in attesa
Indulto, escono i detenuti
e raccontano le loro storie

ROMA - Si somigliano un po' tutti gli ex detenuti che da oggi escono dalle carceri di tutta Italia beneficiando dell'indulto. Abiti semplici e sulle spalle un sacco nero che racchiude la loro vita, quella trascorsa in prigione. Le parole si rompono, le mani tremano e lo sguardo sembra sempre allarmato.

"Mai più dentro", sono queste le prime parole pronunciate da Carlo Sorrentino, il primo ad essere rilasciato dal carcere dell'Ucciardone di Palermo. "Mai più", l'eco di buoni propositi e promesse sale e si diffonde nelle strade di tutto il Paese. Trent'anni, si affaccia dalla porta ma fuori non c'è nessuno ad aspettarlo. Forse la sua storia somiglia a quelle di tanti altri detenuti per i quali il rifiuto e la vergogna hanno preso il sopravvento su tutto, anche sui legami familiari. Ma invece l'unico pensiero di Carlo va alla moglie e alla sua bambina di tre anni: "E' una grande gioia, non vedo l'ora di riabbracciarle, ancora non sanno che sono uscito da questo inferno". E neppure lui ne era certo, almeno fino a stamattina, quando lo hanno chiamato per dargli la notizia: "Quando hanno pronunciato il mio nome il cuore mi stava per scoppiare".

Adesso Carlo, arrestato nel 1996 per aver svaligiato un appartamento, vuole solo lavorare e dimenticarsi di "quell'anno e due mesi trascorsi in una stanza con altre nove persone. Si vive in condizioni terribili - dice - potevamo fare la doccia solo due volte a settimana, eravamo ammassati dentro le celle, senza neppure spazio per camminare un po'". Prima di proseguire nel suo cammino Carlo si volta verso il gigantesco portone da dove è uscito e davanti al quale un gruppetto di persone aspetta sotto il sole. C'è una famiglia intera per Pietro Pavonita, arrestato per furto quattro mesi fa.

Luigi Piromalli invece ha in mano un carrettino siciliano costruito con gli stuzzicadenti. E' stato arrestato per non aver rispettato l'affidamento ad una comunità a cui era stato assegnato per detenzione di stupefacenti. "Questo me l'ha regalato un altro detenuto, di Trapani. Lì dentro era uno dei pochi amici, ma non mi mancherà. Non mi mancherà nessuno: è stata un'esperienza disumana".

Ci sono anche due ragazzi che dalle 11 di stamattina attendono di veder apparire loro fratello, Rosario, in cella per spaccio di stupefacenti. La loro è una storia di continui arresti: "In tre abbiamo scontato in carcere 21 anni - raccontano Antonio e Gioacchino - e tra un periodo di detenzione e l'altro ci siamo visti pochissimo".

Da Sud a Nord, fino al carcere di Brescia, Canton Mombello: qui un ragazzo aspetta il padre con una bottiglia di vino. Davanti a queste porte è un continuo via vai di carcerati che si confondono con i parenti in attesa. E a Milano si stabilisce anche un record: dal carcere di Bollate è uscito Mohammed Benaomari, un trentatreenne marocchino che sorride del provvedimento: "Sarei uscito domani, dopo aver scontato sei mesi e 20 giorni per ricettazione". Adesso tornerà a gestire il suo ristorante di pesce a Milano, rimasto chiuso.

Escono dal carcere oggi anche i tossicodipendenti, gli stranieri e i detenuti con problemi psichici. Categorie di ex carcerati che troveranno le difficoltà maggiori una volta "fuori". Perché molto spesso soli e senza i mezzi per poter badare a loro stessi. E il governo ha stanziato 30 milioni di euro per il loro recupero attraverso progetti mirati. La stessa Regione Lazio è pronta a finanziare con 450 mila euro i progetti presentati dalle cooperative sociali. Come a dire: la libertà è tale solo se si hanno i mezzi per usufruirne.


POLITICA InviaStampaIl premier all'assemblea del gruppo dell'Ulivo: "Ovvio e naturale porre la fiducia
Mi auguro in futuro di ricorrere a questo strumento sempre meno"
Il bilancio di Prodi: "Mesi difficili
chiedo scusa al Parlamento"
Il Professore ha ammesso che governo e maggioranza hanno commesso qualche "errore"
riscattato dalla "forza e compattezza" del centrosinistra e dell'Ulivo


Romano Prodi
ROMA - Sono stati "due mesi difficili", ma "se abbiamo raggiunto dei risultati molto importanti lo si deve alla forza e alla compattezza dell'Ulivo, che è stato il punto di riferimento del Parlamento". Lo ha detto il premier Romano Prodi. "Noi - ha affermato il presidente del Consiglio - siamo stati a livello della sfida sebbene abbiamo trovato un quadro assolutamente problematico e abbiamo dovuto riprendere i fili e ricucirli attaccandoli a nuovi obiettivi".

Il premier ha parlato alla Camera al gruppo dell'Ulivo, mentre il presidente della Repubblica Napolitano esprimeva il proprio "rammarico" per il ricorso alla fiducia: "Chiedo scusa per le difficoltà in cui ci si è trovati - ha detto Prodi -. Il Parlamento si è trovato in situazione di non potersi esprimere a fondo, com'è sua natura e noi dobbiamo lavorare perché la situazione cambi e perché la cooperazione tra governo e Parlamento sia sempre più forte e fattiva".

E ancora a chi gli faceva presenti le critiche dell'opposizione, il premier ha spiegato che "il ricorso alla fiducia per le situazioni che si sono presentate era ovvio e naturale. L'opposizione stessa sapeva benissimo che si ricorreva alla fiducia". Prodi ha ammesso che nel lavoro svolto da governo e maggioranza nei primi due mesi e mezzo di legislatura, c'è stato qualche "errore" che comunque è stato ampiamente riscattato dalla "forza e compattezza" del centrosinistra e dell'Ulivo. "In questi due mesi e mezzo molto difficili sono state fatte moltissime cose estremamente importanti. Ci sono state nel frattempo elezioni locali, un referendum che hanno messo in evidenza - ha tra l'altro detto il premier - la risposta "positiva" del Paese verso alcune domande di fondo.

E il premier guarda alla prossima tappa cruciale per l'esecutivo: la legge Finanziaria. Che sarà pronta entro settembre e dalla quale "si misurerà il nostro riformismo". A questo proposito Prodi ha spronato la sua maggioranza a mettersi al lavoro al più presto al rientro dalle ferie estive: "Abbiamo pochissime settimane in cui dobbiamo lavorare intensamente sulla finanziaria. Dobbiamo anticipare i tempi e a fine settembre dobbiamo essere pronti. Dobbiamo costruire in modo preventivo e forte i capitoli della finanziaria'', ha poi aggiunto il premier, rivolgendosi ai deputati dell'Ulivo.

Prodi ha quindi sottolineato la "necessità di rendere ancora più strutturato il rapporto tra governo e parlamento" e ha preannunciato una serie di tavoli di confronto da cominciare subito sui capitoli del libro della finanziaria. Il Professore ha ribadito la sua volontà di applicare il programma del centrosinistra anche nella messa a punto della prossima manovra economica. Alla domanda se ci potranno essere punti condivisi, nella finanziaria, con il centrodestra, il presidente del Consiglio ha detto: "Io applico il programma anche nelle materie economiche. Mi auguro che seguendo questa linea, ci possano essere anche dei punti condivisi su questo argomento".

(1 agosto 2006)

Libano, Israele avanza via terra
Oltre 800 le vittime civili
L'Ue: «fine immediata delle ostilità»


Dopo l´approvazione nella notte da parte del governo d´Israele all´allargamento dell'offensiva in corso ormai da 21 giorni di fila in Libano, llo Stato ebraico annuncia che le operazioni continuano e che gli occorrono ancora due settimane circa per sgominare i miliziani sciiti di Hezbollah. Soltanto dopo si potranno concludere le operazioni militari, consentendo così il dispiegamento di un contingente multinazionale d'interposizione nel sud del Paese dei Cedri. Questo è il programma di Gerusalemme, secondo quanto detto da Binyamin Ben-Eliezer, attuale ministro per le Infrastrutture e a suo tempo della Difesa, esponente di punta del Partito Laburista del quale è leader il titolare in carica di quest'ultimo dicastero, Amir Peretz. «Calcolo», ha dichiarato Ben-Eliezer alla radio militare, «che il tempo necessario affinché l´esercito completi il suo lavoro, e con ciò intendo dire che l'area nella quale vogliamo si schieri la forza internazionale sia ripulita da Hezbollah, richiederà all'incirca dai dieci giorni alle due settimane».

Nonostante la condanna dell'attacco di Cana e il proposito del segretario di Stato Usa Condoleezza Rice di ottenere un cessate-il-fuoco questa settimana, anche il premier israeliano Ehud Olmert ha chiarito che gli scontri non finiranno presto. «I combattimenti continuano, non c'è cessate-il-fuoco e non ci sarà neppure nei prossimi giorni», ha dichiarato Olmert.

Offensiva via terra
Detto, fatto. Dopo il via libera della politica, nonostante la tregua ai raid aerei di 48 ore, la parola resta alle armi. Non si sono mai fermati, infatti, i combattimenti. L'aviazione israeliana ha proseguito i raid: secondo la polizia libanese, sei raid sono stati fatti lungo il fiume Litani, a 30 km dalla frontiera, altri tre nella regione della Bekaa (Libano orientale) e altri sei raid hanno preso di mira villaggi a est di Tiro (83 km a sud di Beirut). Una portavoce dell'esercito ha reso noto che negli scontri avvenuti nei villaggi di Taibe, Adayseh e Rob Thalantheen, a pochi chilometri dalla frontiera, sarebbero stati uccisi venti guerriglieri Hezbollah. Cinque brigate israeliane, tre di fanteria e due di carri armati - sono attive nel Libano meridionale, sia nel settore orientale che in quello occidentale. Nel settore orientale, i militari israeliani hanno preso posizione attorno al villaggio di Taibe e hanno compiuto incursioni in due villaggi vicini (Al-Addiseh e Rab-a-Talatin) da dove sono stati sparati nei giorni scorsi razzi katyuscia contro Israele. Nel settore occidentale ancora non si conosce con precisione in quali località operino le forze di terra di Israele. Anche l´aviazione ha compiuto la scorsa notte alcuni raid contro lanciarazzi dei miliziani.

Da parte loro, gli Hezbollah hanno sparato in Galilea «una raffica di missili», dice la tv satellitare araba al Jazeera., senza tuttavia provocare vittime. Il partito di Dio ha rivedicato di aver respinto una nuova avanzata di terra lanciata la notte scorsa nel Libano meridionale dalle truppe d'Israele. L'offensiva dello Stato ebraico si sarebbe protratta fino all´alba, con l'intento di conquistare «il triangolo formato da Aita al-Chaab, al-Qaozah e Ramis», tre villaggi situati al di là del confine tra i due Paesi, ma «i nostri combattenti le hanno affrontate, costringendole a ritirarsi», afferma il Partito di Dio in un comunicato. Aita al-Chaab, in particolare, è situato in prossimità del punto dove, il 12 luglio scorso, i miliziani sciiti catturarono in territorio israeliano due soldati, il cui sequestro è all'origine dell'attuale conflitto. L'area è quella da cui partono la maggior parte dei razzi a lunga gittata lanciati dai guerriglieri integralisti contro Israele.

Obiettivo dei militari è di sospingere i miliziani Hezbollah ad alcuni chilometri di distanza dal confine internazionale e di distruggere le loro postazioni e i bunker. Secondo una fonte, il gabinetto della sicurezza israeliano ha approvato un'offensiva di terra per 6-7 chilometri nel Libano meridionale. Circa 300.000 libanesi sciiti vivevano all'interno di questa fascia prima dell'inizio della guerra. «Non c'è l'intenzione di prendere tutto il territorio fino al fiume Litani», ha detto la fonte, riferendosi a un limite strategico a circa 20 chilometri a nord del confine. Tuttavia, Israele ha come obiettivo spingere i guerriglieri Hezbollah lontano dal fiume, secondo quanto riferito da fonti politiche. Radio Israele ha riferito di piani per richiamare altri riservisti in sostegno all'offensiva. Secondo la radio, altre tre divisioni, almeno 15mila riservisti, potrebbero tornare alle armi.

Oltre 800 morti e 3200 feriti
Il villaggio di Cana dovrebbe seppellire i corpi di almeno 60 civili, tra cui 37 bambini, due giorni dopo il raid aereo che ha provocato l'indignazione internazionale e appelli per una rapida conclusione dei combattimenti. Intanto continua a salire il bilancio delle vittime della guerra. Sono 828 i morti provocati in Libano in tre settimane di offensiva israeliana contro gli Hezbollah. È qusta l'ultima stima diffusa da un portavoce della Commissione sugli aiuti del governo di Beirut. I feriti sono 3.200. «Si tratta di vittime identificate, questo bilancio non tiene conto di quanti si trovano ancora sotto le macerie», ha aggiunto il portavoce. Secondo la Commissione governativa per gli aiuti, gli sfollati a tutt'oggi sono 898.760, di cui 220 mila hanno lasciato il territorio libanese.

Per fronteggiare l´emergenza umanitaria in Libano è partita la campagna «Sms emergenza Libano», l'appello per la raccolta fondi lanciato dal Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite (Pam). Fino all'11 settembre, sarà possibile donare da tutti i telefoni cellulari con un sms al numero 48581, 1 euro che verrà interamente destinato all'acquisto di cibo e altri aiuti essenziali alla popolazione libanese.


La replica dell'Adusbef: per 140 operazioni se ne vanno circa 500 euro Bankitalia, il conto corrente costa 120 euro Per la tenuta di un c/c in Italia si spendono in media tra i 66 e i 166 euro l’anno. Lo dice la prima Relazione della Banca d’Italia STRUMENTIVERSIONE STAMPABILEI PIU' LETTIINVIA QUESTO ARTICOLO
ROMA - Per la tenuta di un conto corrente in Italia si spendono in media tra i 66 e i 166 euro l’anno. Lo si legge nella prima Relazione al Parlamento e al Governo della Banca d’Italia nella quale si rendono noti i primi risultati sull’indagine conoscitiva avviata nel 2004.
Prelievo al bancomat (Fotogramma)

Le verifiche hanno riguardato un campione di 300 sportelli di 88 banche, per oltre 2.500 rapporti di conto corrente chiusi. Per Bankitalia si rileva «un’elevata dispersione delle condizioni applicate. Nel 46% dei rapporti non erano previsti costi per il cliente in relazione alle scritture contabili riguardanti le operazioni compiute, a fronte di un canone periodico che, al netto degli oneri fiscali e delle spese connesse con il rispetto alla normativa sulla trasparenza, ammontava in media a 76 euro all'anno, comprensivi del costo del Bancomat».

«Per la restante parte dei rapporti - prosegue la Relazione - si è rilevato un canone annuo, in media pari a 66 euro, a fronte di un numero limitato di scritture contabili gratuite. in particolare, per i conti osservati era prevista una franchigia media di 70 scritture contabili annue».

Il costo medio di chiusura di un conto corrente, costo peraltro abolito dall manovra bis, è di 34 euro: se nel 75% dei casi le spese per l’estinzione sono risultate inferiori o pari a 50 euro e per il 30% dei rapporti non sono stati riscontrati oneri di chiusura. Spese superiori a 75 euro sono state accertate nel 6% dei casi.

LA REPLICA DELL'ADUSBEF - Non è d'accordo l'Adusbef sui numeri della Banca d'Italia: costo di chiusura in media di 34 euro e le spese di tenuta e gestione a 76 euro l'anno.

«Se il 46% dei conti è convenzionato o a pacchetto - si legge in un comunicato dell'associazione dei consumatori - per il 54% dei restanti, ossia la maggioranza, i costi di gestione di un conto corrente sono gravati da 2,10 euro per singola operazione, da 2,10 euro per prelevare al bancomat presso altra banca, da 5 euro per pagare una bolletta, da 7 euro per un bonifico bancario e da altre voci di costo, che porta un conto corrente non convenzionato che esegue 140 operazioni l'anno ad un gravame annuo di oltre 500 euro».
«Con i 76 euro annui calcolati dalla Banca D'Italia - continua Adusbef - non si riescono a pagare neppure 38 movimentazioni a listino (semplici operazioni di versamento o prelevamento che costano 2,10 euro) del conto corrente, meno di tre operazioni al mese. La vergognosa relazione inviata al Parlamento rappresenta una beffa per milioni di correntisti letteralmente taglieggiati dagli istituti di credito, con il concorso (oltre al danno, la beffa) del controllore».



My Speed Limit ??? 400 Km/h






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