Nick: harding Oggetto: Lost in translation Data: 12/2/2004 9.56.9 Visite: 122
A grande richiesta e visto che non sono ancora sufficientemente sveglio per iniziare a lavorare vi riporto le mie impressioni su "Lost in translation" visto ieri al Filangieri (che bello un cinema piccolo ed accogliente!). Il titolo in italiano è "L'amore tradotto". Un classico esempio di come si può azzoppare un film di buone speranze. Per fortuna che gli hanno affiancato il titolo originale. Partiamo col dire che la regista, Sofia Coppola, è la figlia di Francis Ford ed è candidata all'Oscar. Unica donna a rischiare di vincerlo come la Jane Campion di "Lezioni di piano". Probabilmente lo merita. Gli interpreti principali sono quel gigione di Bill Murray e la graziosissima e malinconica Scarlett Johansson. La trama è presto detta Bob Harris e Charlotte sono due americani a Tokyo. Bob è una star del cinema ed è a Tokyo per girare uno spot pubblicitario per una marca di whisky, mentre Charlotte è una giovane donna che arranca dietro al marito fotografo instancabile. Colpiti entrambi da insonnia, Bob e Charlotte s'incontrano una notte per caso nel bar dell'hotel dove alloggiano. Cosa si vede: 1)prima il culo e poi il labbro inferiore della johansson e sul secondo mi potrei soffermare molto ma qui credo entri in gioco una questione romanticormonale 2)la megalopoli Tokyo in versione formicaio ordinato che tenta di nascondere i segni dell'alienazione alla giapponese 3)Bill Murray che si produce in un'unica espressione. Il gran pregio è che quell'unica espressione può dire tante cose. 4)colori. Tanti colori e forme geometriche. Inquadrature a campo largo e strettissimo. Spesso si ha la sensazione di un videoclip. Qualche volta coinvolge, altre sembra un po' eccessivo. Cosa si sente: 1)una bellissima colonna sonora. Devo averla 2)le battute brillanti di Murray (siamo un po' abituati ma sono sempre divertenti) 3)le considerazioni radical-malinconiche-esistenziali della Johansson. Poche, non disturbano e con quella bocca può dire quello che vuole Cosa rimane: 1)una sensazione di leggerezza. Un film che si può giudicare molto gradevole ed interessante senza essere stralungo o stradrammatico e senza neanche un solo morto ammazzato (!). 2)l'impressione di aver visto un film non romantico ma sull'amore. 3)(almeno per me) la voglia di andare in quel paese di alieni che è il Giappone. |