Nick: Buk Oggetto: (per una volta nessuno morirà) Data: 21/9/2006 22.12.30 Visite: 157
La tangenziale è un massacrante esercizio di resistenza. Bloccata ad ogni ora, è l'emblema della morte lenta. Chi fuma, nè fuma di più, chi pensa troppo finisce per pensare DAVVERO troppo e farsi male. Frizione acceleratore freno, e poi ancora. Code di luci che divengono l'onomatopea della pazzia. Suoni come voci, che finiscono per spappolarti l'ultima scintilla di creatività rimasta. La risolutezza lascia il posto alla frustrazione. Di ritorno a casa, vorresti subito ritornare indietro. Dalle imposte si è fatto spazio timidamente un raggio di sole che ha formato una ELLE sul pavimento in mattoni di terracotta. Ho aperto gli occhi e mi sono reso conto di non aver mai dormito meglio. Niente sogni da bruciare al risveglio. Sarà stata anche la stanchezza di ieri, la catatonia derivata dal sensazionale evento di cui sono stato spettatore. La stanza mi piace. La porta è formata da due grossi blocchi di legno, che la fa somigliare all'entrata di una stalla. Il letto, è di fronte ad essa, sfrontato come un film di tinto brass. Il letto è grande e comodo e lascia arrivare un tenue odore di fica. Sul lato destro, giace amorfo un comodino in stile barocco, con sopra una specchio con una cornice dorata che disegna dei fronzoli. Mi fa venire a mente le stanze da letto delle case d'un tempo, uguale a quella dei miei nonni. Su quello sinistra, ad un passo dalla porta invece, giace ritto un armadio d'estate. Ante come persiane, d'un bianco smunto, tipico dei bilocali da villaggio. Sopra il letto, impera una collana dalle dimensioni pantagrueliche. Sembra un gingillo appena rubato dai monili di Polifemo. Il cesso è parallelo al talamo, si raggiunge attraverso un piccolo corridoio con ai lati serigrafie di ignobili pittori, che raffigurano velieri dall'indiscussa storia. Il cesso è piccolo, uguale al corridoio. Una faticaccia starci dentro. Qui ho fatto un po' di cose normali: mi sono lavato la faccia, il cazzo i denti, sono caduto ho bestemmiato in toscano stretto, mi sono rialzato. Il tutto immerso in un silenzio enorme. Sembravi essere in nessun posto. Sono uscito fuori, e lo spettacolo della visione lascia senza fiato, tanto da essere un affronto al resto del mondo. Forse è il paradiso. La natura surclassa ogni cosa. Abeti e pini instancabili nel loro fluire. La natura così verde da accecare. Il senso, se ce ne può mai esser uno. Il panorama attiguo era fenomenale. Le macchine le scorgi a chilometri, piccole ed innaturali. I ciottoli ti fanno sentire libero, l'erba ti fa sentire vivo. Il caos è solo un incubo in cui sai di dover tornare. Un silenzio enorme. La luce è forte, come ieri le stelle, ma non ti aggredisce. E' lì per tenerti compagnia, farti sveglio e forte. Sono andato a fare colazione. Un tavolo come un tempo, di legno duro e scuro. Una donna troppo moderna, parla di conti al telefono. Ecco, una donna anziana con un bastone che si trascina a fatica, che s'accorge di me: - vieni caro, ti preparo la colazione. - Faccio un cenno col capo e un po' sorrido. Arrivo al tavolo, e sposto una di queste enormi sedie in stile rococo' da due soldi. Meglio, io non ne capisco un cazzo di queste cose, ma ho visto qualche sedia del genere in qualche film coi Re francesi. Davanti ho l'eldorado. Basti pensare che da qualche anno, oramai, faccio colazione con sola roba targata "vitasnella". Un secchio di nutella, burro di arachidi, biscotti al cacao, cereali (che si fottano!), miele, nesquik, e altre caloriche soluzioni. La nonna mi porta il latte e un po' barcolla senza bastone. E' caldo. Mi sorride. Me ne verso un bel po', riempio la tazza. - ora ti porto il caffè - , le sorrido, grazie. Non c'è fretta, non qui. tranne che per la donna troppo moderna, ma sta per andare via, grazie a Dio. Sento l'odore della vecchia, misto a cicale e un gatto nero che passeggia sul pianoforte a coda di fronte a me. Mi porta il caffè, e ciondola come le fronde d'un salice saggio. La amo, questa donna qui. - Buona colazione, caro. - Ti amo, vecchia. Sorrido, e do fuoco alla dieta. Esco per una sigaretta, sazio e fuori dal tempo. C'è una terrazza con una piscina pregna d'acqua piovana. Lo spettacolo è il medesimo: alberi sempiverdi a farla da padrone, qualche lettino residuo d'una estate cocente, e piccole pozze, che ristagnano d'acqua di nubi della sera prima. Forse è così il paradiso. Un silenzio enorme. Ai margini della terrazza, il gatto nero discute fiocamente con un cane dalla grossa taglia. Sembrano essere d'accordo. Un patto di non belligeranza, fatto dalla natura. Sì, credo che il paradiso sia proprio così. Se mai abbia esistenza. Penso che il burro d'arachidi non è entusiasmante. Inizio a prendere appunti, do fuoco ad una cicca che ho ritrovato nel pacchetto ora vuoto. In tv, sembrava meglio. Il burro d'arachidi, intendo. Ecco cosa creano le aspettative hollywoodiane. Saluto la vecchina, che con tanto garbo ricambia. Scendo, raggiungo Marco. Guardo da giù la terrazza: così immersa per metà nel sole, mi riempie il cuore d'una grassa serenità. Sono in pace con tutto, ma preferisco non vedere comunque nessuno. Meglio non rischiare. Marco m'informa d'aver cacato. Dico amen, e regredisco ad uno stato primitivo: mi privo della parola, contemplo, ancora, quasi come ieri. Sera. Era di questo che dovevo scrivere. Ma non ho niente da dire. Forse dovrei della magia dell'orologio, o di Dio che sta prestando servizio in Eddie, da 42 anni e nove mesi, ieri. Non ho niente da dire. Avvolto dall'estasi, e dalla sublimazione durata 6 anni. Sette, sarebbero stati a Gennaio. Lui era forte, e parlava italiano molto meglio di tanti miei amici. Sembrava calmo, e aveva amore da vendere, forza, anche un po' di speranza. Una cosa voglio scriverla, però: chissà la nuova compagna, madre della sua unica figlia, cosa avrà pensato mentre Lui ha intonato BLACK. Che poi ha finito, dicendo così: " non posso amarti più, più, più. Ma saremo sempre insieme, insieme, insieme. " Beth era l'ombra che aleggiava sulla piazza. Beth è stato il grande amore di Eddie. Ma vero, però. Dai 15 anni, ai 37. E lui si riferiva a Lei. E qualcuno ha pianto, me compreso. Chissà la nuova donna, madre della sua unica figlia, bella come il sole, splendente, forse una donna meravigliosa, cosa avrà pensato: mentre il suo uomo gridava al cielo d'un amore finito. L'Amore più grande, ora finito. L'Amore che non lascia segni, ma una persona dentro l'altra, per tutta la vita. Saremo per sempre insieme, beth, ha urlato al cielo, Eddie. Ed il cielo, ha potuto soltanto benedire l'inferno. E noi fortunati, che c'eravamo dentro. forse vivere in questi giorni mediocri ci prepara a quelli pericolosi |