Nick: MaSK|aRa Oggetto: lettera firmata Data: 22/9/2006 16.11.22 Visite: 201
Cara Redazione, Carissimo Santoro, ho visto con attenzione la puntata di ieri dedicata a Napoli e ai suoi problemi e mi ha lasciata un po' interdetta. Michele Santoro ci ha abituato a programmi di approfondimento lontani da ogni retorica e, soprattutto, volti alla comprensione del cittadino/spettatore della realtà presa in considerazione sotto le sue molteplici sfaccettature. Per troppo tempo abbiamo rimpianto la sua assenza ricordando trasmissioni dove c'eravamo tutti, dove si parlava ai politici e alla gente di noi, delle persone vere. Allora mi chiedo: a che stavate pensando quando avete preparato la trasmissione su Napoli? All'audience? A ciò che la gente vuol sentire? A scavare solo nel marcio? Ieri io non c'ero in quella trasmissione, nè c'erano i miei amici, nè la mia famiglia. Nessuno dei Vs. ospiti ci rappresentava. Io ho fatto il liceo, subito dopo ho iniziato a lavorare, pago le tasse, sotto casa mia non si vende droga e nessuno che conosco va in giro con armi di qualsiasi tipo. Sono un caso raro? No, non penso, posso citarVi una lista di nomi di persone che conosco, con cui ho a che fare che sono come me. Sono fortunata? Forse, ma voi non avete raccontato Napoli, avete raccontato il peggio, e il peggio si può trovare ovunque. Guadagno 1000 euro al mese, non sono ricca, la mia famiglia non lo è. Il mio ragazzo fa l'operaio e lavora a 40 km da Napoli. Quando ha il turno di mattina si sveglia alle 4.45 per essere a lavoro puntuale. Guadagna 1200 euro al mese. Voi non avete parlato di noi perchè non facciamo odience, perchè a nessuno interessa che chi lavora onestamente non può costruirsi un futuro perchè le case costano troppo. Voi non avete detto che noi siamo stanchi di quella gente vista ieri in tv che ci marchia, che noi quella gente la odiamo perchè c'impedisce di comprarci la macchina nuova. Voi non avete detto che noi nello Stato (quello vero) ci crediamo. Voi avete generalizzato. La mia famiglia ha un'attività nei Quartieri Spagniìoli (lo so, state provando brividi di paura solo nel sentirli nominare) e nessuno ci ha mai chiesto soldi e nessuno ci ha mai disturbato. Non siamo camorristi, siamo normali. Prima di lavorare nei quartieri anche io ne avevo paura, ora saluto tutti e tutti salutano me e sono cordiali. La camorra esiste, lo spaccio esiste, la microcriminalità dilaga. E' vero, come negarlo, ma noi, noi persone normali, noi che non siamo eroi e non siamo deliquenti siamo più di loro. Voi non avete detto che finalmente a Napoli stanno asfaltando le strade, che il nostro sistema metropolitano, una volta finito, sarà il migliore d'Italia, che la vera piaga non è la droga, non è la microcriminalità, ma è la difficoltà nel trovare lavoro stabile. Voi non avete chiamato un ministro, un politico, un uomo che conta insomma, per chiedere come mai non usano la guandia di finanza per fare controlli a tappeto sulle attività e controllare il lavoro sommerso, ma i controlli veri, non quelli che il giorno prima sai già che domani arriverà l'ispettore INPS. Non avete chiesto alle forze dell'ordine come mai voi avete intervistato uno spacciatore e loro non lo hanno ancora arrestato. E quante cose ancora non avete detto! A volte anche io chiudo gli occhi e sogno di vivere in un paesino dove si va in giro in bicicletta, dove magari non ci sono i cancelli alle finestre che ti fanno sentire in carcere, dove se esci un attimo non devi chiudere a chiave casa dando tutte le mandate alla serratura, ma poi gli occhi si aprono e sono ancora qui, perchè io ci credo, voi no. destinaratio: annozero@rai.it |