Nick: \\WappO Oggetto: Metastasio Data: 2/3/2004 9.59.6 Visite: 155
questo Metastasio si ke era un geniaccio.... LA LIBERTA' A NICE Grazie agl’inganni tuoi, al fin respiro, o Nice, al fin d’un infelice ebber gli dei pietà: sento da’ lacci suoi, sento che l’alma è sciolta; non sogno questa volta, non sogno libertà. Mancò l’antico ardore, e son tranquillo a segno, che in me non trova sdegno per mascherarsi amor. Non cangio piú colore quando il tuo nome ascolto; quando ti miro in volto piú non mi batte il cor. Sogno, ma te non miro sempre ne’ sogni miei, mi desto, e tu non sei il primo mio pensier. Lungi da te m’aggiro senza bramarti mai; son teco, e non mi fai né pena, né piacer. Di tua beltà ragiono, né intenerir mi sento; i torti miei rammento, e non mi so sdegnar. Confuso piú non sono quando mi vieni appresso; col mio rivale istesso posso di te parlar. Volgimi il guardo altero, parlami in volto umano; il tuo disprezzo è vano, è vano il tuo favor; ché piú l’usato impero quei labbri in me non hanno; quegli occhi piú non sanno la via di questo cor. Quel che or m’alletta, o spiace, se lieto o mesto or sono, già non è piú tuo dono, già colpa tua non è: ché senza te mi piace la selva, il colle, il prato; ogni soggiorno ingrato m’annoia ancor con te. Odi, s’io son sincero; ancor mi sembri bella, ma non mi sembri quella, che paragon non ha. E (non t’offenda il vero) nel tuo leggiadro aspetto or vedo alcun difetto, che mi parea beltà. Quando lo stral spezzai, (confesso il mio rossore) spezzar m’intesi il core, mi parve di morir. Ma per uscir di guai, per non vedersi oppresso, per racquistar se stesso tutto si può soffrir. Nel visco, in cui s’avvenne quell’augellin talora, lascia le penne ancora, ma torna in libertà: poi le perdute penne in pochi dí rinnova, cauto divien per prova, né piú tradir si fa. So che non credi estinto in me l’incendio antico, perché sí spesso il dico, perché tacer non so: quel naturale istinto, Nice, a parlar mi sprona, per cui ciascun ragiona de’ rischi che passò. Dopo il crudel cimento narra i passati sdegni, di sue ferite i segni mostra il guerrier cosí. Mostra cosí contento schiavo, che uscí di pena, la barbara catena, che strascinava un dí. Parlo, ma sol parlando me soddisfar procuro; parlo, ma nulla io curo che tu mi presti fé: parlo, ma non dimando se approvi i detti miei, né se tranquilla sei nel ragionar di me. Io lascio un’incostante; tu perdi un cor sincero; non so di noi primiero chi s’abbia a consolar. So che un sí fido amante non troverà piú Nice; che un’altra ingannatrice è facile a trovar. in sostanza... nice si' na zokkola! e m'e fa sul nu bukkin! Sergio Gallo aka \\WappO buondì
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