Nick: Kashmir Oggetto: E vaffanculo! Data: 8/3/2004 16.27.53 Visite: 186
La Consulta ha deciso che è incostituzionale la norma di legge che prevede l'immunità dai processi penali per il presidente del Consiglio e altre quattro cariche dello Stato, scongelando il processo per corruzione giudiziaria nei confronti di Silvio Berlusconi a Milano. "La Corte... ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'art. 1 della legge 20 giugno 2003 n.140 (in materia di processi penali nei confronti delle alte cariche dello Stato) sotto i profili della violazione degli artt. 3 e 24 della Costituzione", si legge in un comunicato della Consulta. L'articolo 3 della Carta sancisce il principio di eguaglianza davanti alla legge, il 24 che tutti possono agire in giudizio per la difesa dei propri diritti. La norma bocciata, conosciuta come lodo Maccanico o lodo Schifani, stabilisce che sono sospesi i processi penali oltre che al Presidente del Consiglio, al Presidente della Repubblica, ai presidenti di Camera e Senato e al Presidente della corte costituzionale -- anche per i reati commessi prima del loro mandato e finché rimarranno in carica. In tale arco di tempo nessun nuovo processo poteva essere istruito. La Consulta ha dichiarato nel contempo ammissibile il referendum abrogativo del lodo, proposto dall'ex pm del pool Mani Pulite e attuale leader del movimento Italia dei Valori Antonio di Pietro, che ora grida vittoria. "Obiettivo raggiunto. L'Italia dei Valori e io personalmente abbiamo sempre ritenuto questa legge incostituzionale e immorale. Per questa ragione abbiamo mobilitato un milione di persone per abrogarla", ha detto Di Pietro a Reuters. "A questo punto occorre valutare se (il referendum) sia ancora necessario", ha poi detto Di Pietro a Sky Tg, dato che la consulta ha bocciato la legge su cui si dovrebbe fare. RIFLETTORI SUL TRIBUNALE DI MILANO La pronuncia della Corte costituzionale riapre le porte del palazzo di giustizia milanese al processo Sme a Berlusconi, sospeso a fine giugno per effetto di una legge votata alla vigilia del semestre di presidenza italiano della Ue proprio per evitare di attirare i riflettori di tutta Europa su una sentenza penale verso Berlusconi. Il premier è imputato nel caso Sme per corruzione giudiziaria e, secondo quanto stabilito dal tribunale di Milano, il procedimento riprenderà davanti ad un altro collegio dopo che un giudice del precedente, Guido Brambilla, è stato trasferito. Al momento tuttavia non è ancora chiaro quando il processo potebbe riprendere. Secondo la procura milanese i nuovi magistrati potrebbero rimettersi al lavoro nel punto in cui il processo è stato interrotto, cioé alle sue battute finali, ma la difesa di Berlusconi non esclude di chiedere al tribunale di ripartire da zero. In questo modo sarebbe molto difficile che si arrivi a sentenza per lo scattare dei termini di prescrizione del reato contestato al premier. L'istanza di incostituzionalità è stata proposta alla Consulta dalla prima sezione del tribunale di Milano, la stessa che lo scorso 22 novembre ha condannato per corruzione semplice, e prosciolto per la vicenda Sme il parlamentare di Forza Italia Cesare Previti. Il processo a Berlusconi -- accusato come lo era Previti di avere corrotto dei magistrati per bloccare la cessione del colosso agroalimentare Sme al gruppo Cir del rivale Carlo De Benedetti nel 1985 -- è stato separato, alla vigilia del lodo, dal filone principale, proprio per permettere a quest'ultimo di arrivare alla conclusione. Commentando a caldo la decisione della Consulta, il deputato di Fi Carlo Taormina ha detto che ora c'è bisogno di tornare all'immunità parlamentare dai processi, che era stata revocata con una modifica costituzionale circa dieci anni fa. |