Nick: Shevagol Oggetto: succede a torre annunziata.. Data: 3/11/2006 15.31.35 Visite: 88
Essere avvocato comporta anche il dover avere a che fare con gente, diciamo…."poco raccomandabile". Mi avete capito, no? Parlo di affiliati ai clan camorristici, boss, eccetera. E Torre Annunziata, la città dove lavoro, non è da meno rispetto ad altre parti della Campania. L’altra sera il mio dominus, che in questi giorni è a New York con il suocero per partecipare alla maratona, fa a me e all’altra praticante, Marianna : "Devo andare dai G.(per ovvi motivi non posso fare il nome della famiglia..)"; io ne ho sempre sentito parlare dai giornali, e non si tratta certo di un clan da poco…comunque, essendo Marianna torrese d.o.c., tra l’altro cresciuta proprio nella "zona di controllo" dei G. , il dominus preferisce portare lei, mentre io rimango con i clienti allo studio.. Ieri sera Marianna arriva tardi allo studio, e racconta a me e a Rosanna, la nuova civilista dello studio, la sua "avventura"...lì per lì mi ha anche fatto sorridere a tratti, ma a ben pensarci per lei non è che sia stata poi così divertente…immaginatevi di dover andare, alle 8 di sera, con il freddo che fa in questi giorni, in una zona sperduta e isolata, notoriamente regno degli spacciatori …già appena arrivi in quella via tutt’intorno non ci sono che vere e proprie facce da galera, che guardano storto chiunque non sia conosciuto…l’avvocato parcheggia quasi in mezzo alla strada tanto lì i vigili non passano mai…non fanno in tempo a scendere, l’avvocato e Marianna, che subito alle loro spalle si palesa una di quelle facce di cui vi ho parlato che senza dire buonasera nemmeno fa "Chi vulit?"Marianna si spaventa, l’avvocato spiega di essere lì per parlare con il cliente. Ora, in questi casi, dappertutto si dovrebbe bussare al citofono per rintracciare la persona con cui dovreste parlare…lì no! Lì non ci sono citofoni. L’individuo si mette a gridare "Uè, addò stà T.!(il soprannome del cliente)" dal palazzo un coro di risposte "Chi ò vuol! Chi c..z ò va truvann!" "L’avvocat!"..dopo un paio di minuti di questo interessante scambio di vedute, l’avvocato e Marianna vengono ammessi ad entrare nel palazzo…un vero e proprio rudere, uno dei tanti scempi edilizi del Mezzogiorno, fatiscente e scricchiolante….questo è l’esterno, ma l’interno della casa dove abita il cliente,è ben diverso…eppure non è certo un boss, il tipo, anzi, è uno che nel giro degli affiliati conta poco, che si è fatto beccare per rapina e si è fatto riconoscere perché strabico e perché balbetta(al che, durante il racconto, Marianna ha aggiunto "Strunz!E miettet nà mascher e nun te fa ricunuscè!". All’ingresso viene ad aprire la moglie, una parente dell’avvocato, una vera signora con tanto di molletta per capelli in testa e con sigaro in bocca che introduce i due nell’appartamento…appartamento? Reggia dovrei dire! Già il salotto, di per sé, rende l’idea di come vivono questi:i mobili, per quanto siano una vera pacchianata, saranno costati almeno un 10mila euro.. tappeti persiani buttati qua e là, tavolo in puro cristallo al centro del salotto, che era grande più o meno una ventina di metri quadri, e tutt’intorno quadri che non si sa se siano veri o delle vere pezzotte(e l’anno scorso la signora è stata anche processata per ricettazione proprio per uno di questi quadri); a un tratto, Marianna chiede di poter andare in bagno, la signora l’accompagna, e anche in questo caso la mia collega ha prova del tipo di vita che conducono questi signori…stanza grande quanto tutto lo studio dove lavoriamo, un quindici metri quadri, vasca da bagno idromassaggio dove ci potremmo entrare in quattro,come minimo, e rubinetti in puro oro zecchino!...nel frattempo, l’avvocato e il cliente stanno parlando del suo caso, una situazione piuttosto delicata, e arriva il figlio primogenito di questo signore, un ragazzino che già a cinque anni pare piuttosto ben avviato….incurante del fatto che il padre stia parlando di cose delicate, accende la tv ad alto volume, sintonizzandosi su una emittente satellitare che trasmette i Power Rangers. In un’altra casa, credo, il padre avrebbe quantomeno sgridato il figlio dicendogli di abbassare il volume..il signore, che evidentemente è boss fuori ma non dentro casa, invita dolcemente il ragazzino "Guagliò, avasc o volum, te voj ben!"…ma il figlio pare fregarsene, anzi, si mette pure a imitare i suoi beniamini, assestando un calcio ad un mobiletto dove c’è un vaso in cristallo puro che rischia di cadere per terra, se non ci fosse la madre che lo recupera in tempo; la signora dà un ceffone in testa al figlio e lo riporta nella sua stanza, mentre Marianna è stupita da questo ambiente…
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