Nick: mir Oggetto: miti e stalattiti Data: 23/11/2006 22.54.0 Visite: 113
Ero seduto su un divanetto di roccia mentre il dj metteva un pezzo dei Thievery Corporation. Sì, di roccia perchè il locale era una caverna con tanto di stalagmiti e stalattiti. Il problema era che l'ultimo mojito aveva sottratto qualsiasi volontà di partecipare al dimenarsi collettivo della pista e io, forse, dovevo raggiungere Cho lì. Come si fa a conoscere una coreana in un villaggio vacanze sardo? Ci vuole fortuna ma forse era bastato avere un flacone di shampoo in mano stando in file per le docce. Cho, per fortuna, parlava italiano. Si prese il flacone dello shampoo dalle mie mani con la stessa naturalezza con cui mi chiese il numero del cellulare. Fittammo uno scooter per arrivare al "Mito". Il "Mito" era il locale più in della costa. Nel senso di 40 euro per entrare. Di notte fa un freddo che non si crede in agosto in Sardegna. Cho si stringeva a me per ripararsi il più possibile da quell'umidità che stringeva lo stomaco. Enormi alberi si stagliavano su un cielo limpido e stellato, il fascio luminoso del faro sembrava essere inghiottito dal niente davanti. Il "Mito" spuntò, colorato e luminoso, come un autogrill sulla Bologna-Milano nei giorni di nebbia. Bevvi subito tanto. Per riscaldarmi ma anche per il solito vuoto che mi prende nei posti dove ci si 'deve' divertire. L'alcool mi rese silenzioso. Cho incontrò altra gente del villaggio e si mise a chiacchierare con loro. La terza consumazione fu un mojito che prosciugò la mia carta moneta e tutte le fantasie per la serata. Una grossa stalattite pendeva quasi sopra il divanetto dov'ero io. Stavo pensando intensamente alla sua punta quando mi sentii sollevare e trasportare all'uscita. Da quel momento capii che i "Miti" non accettano spettatori dormienti e che gli orientali, coreani compresi, hanno una pazienza limitata. Concorso Letterario "Le parole del desiderio" http://www.librando.net/dblog / |