Nick: /guevara/ Oggetto: Cossiga si dimette Data: 27/11/2006 13.19.45 Visite: 81
ROMA - "Mi dimetto e chiedo che le mie dimissioni siano accettate subito. Anche perché trovo anacronistico l'istituto dei senatori a vita". Francesco Cossiga annuncia così la decisione di lasciare palazzo Madama. Lo fa con una lettera inviata al presidente del Senato Franco Marini. Molti i motivi che sono alla base della decisione dell'ex presidente della Repubblica: le sue condizioni di salute, "i pesci in faccia" presi da Giuliano Amato, le ironie di Andreotti, gli attacchi di Calderoli. In sintesi, la sensazione di non essere considerato "utile" alla vita politica del paese. Ma Cossiga precisa: "Lascio il Parlamento, non la politica". "L'età e la salute, anche per gli evidenti ostacoli che mi creano alla mobilità fisica. Poi c'è la particolare sindrome di stanchezza che mi costringe a lunghi periodi di pausa - scrive Cossiga nella lettera a Marini - Mi hanno illuminato le prese per i fondelli nei miei confronti da parte di Giulio Andreotti ('Non osserva neanche l'orario dei barbieri', Dio mio, non riesce proprio a perdonarmi di averlo nominato senatore a vita...). Così come mi ha illuminato la qualifica di ladro datami con bonomia dal vicepresidente del Senato Roberto Calderoli perchè percepisco, cosa che non sapevo e che è un bene sia tolta anche agli altri senatori a vita, l'indennità di presenza anche pur non partecipando alle sedute dell'Assemblea e delle commissioni". La mossa di Cossiga, che aveva votato a favore del decreto fiscale, rischia di aprire un serio problema politico al governo Prodi che, a Palazzo Madama, ha molto bisogno del voto dei senatori a vita. Ma Cossiga non sembra intenzionato a tornare indietro: "Non credo proprio che le mie dimissioni saranno una 'bomba' in questo particolare momento politico. Non vedo che influenza possano avere nella vita istituzionale e politica del Paese. E d'altronde la mia figura è di così scarsa rilevanza da poter essere per i fondelli da un certo sbirro che si chiama Sgalla, poliziotto di De Gennaro e già finto sindacalista". Il caso Cossiga nasce alcuni giorni fa, al Senato, quando l'ex presidente aveva attaccato duramente, il capo della Polizia De Gennaro(un losco figuro che ha una tal bassezza che non mi offende neppure se mi sputa in faccia"). Il motivo del contendere era l'interrogazione rivolta tre giorni fa al ministro Amato per sapere se esistono giornalisti pagati dal Dipartimento di Ps e dal capo della Polizia, Gianni De Gennaro. La riposta all' interrogazione, dice Cossiga, è arrivata tramite uno "scagnozzo" ("tal Roberto Sgalla") che ha smentito con una lettera a "Repubblica" qualsiasi pagamento. Molte le reazioni del mondo politico. Romano Prodi commenta:" "Mi pongo qualche problema perchè essere senatori a vita vuol dire appunto esserlo a vita. Comunque chiamerò Cossiga per parlare con lui e cercare di capire". Mentre Fausto Bertinotti spera che Cossiga "ci ripensi", Giulio Andreotti prevede: "Le dimissioni saranno respinte". |