Nick: sunrise82 Oggetto: vittime o carnefici? Data: 27/11/2006 16.51.34 Visite: 209
Una riflessione veloce e purtroppo superficiale sulla caratterizzazione della violenza in uso tra giovani e soprattutto giovanissimi. Che prenda il nome di bullismo e faccia notizia, che si indichi come violenza, come oppressione, razzismo retroattivo, desiderio di prevaricazione o forse di integrazione, che sia anche avvertita come inutile allarmismo, comunque la si intenda, resta il fatto che la generazione più fragile (e non solo quella), più bombardata da messaggi contaddittori e inibitori della riflessione, avverte disagio. D'altronde è ben risaputo che i consumatori sono principalmente raccoglitori di sensazioni e collezionisti di cose solo in un senso secondario e derivato, i'individuo moderno assume il ruolo di collezionista di piaceri o più precisamente di cercatore di sensazioni. La patologia sociale ed individuale si esplica con tutte le sue varianti in un inceppamento nei meccanismi che possono essere definiti come normali che regolano il processo di socializzazione ed integrazione e induce l'adolescente ad esibire comportamenti non conformisti con suddetta presunta normalità ma forse perfettamente ricercabili nell'influenza del fattore ambientale e culturale. Quei sedicenni di ieri che si divertivano a sfottere le mamme e a destreggiarsi con scorzette e cappottoni, sono forse i tredicenni di oggi che assorbono come spugne l'intolleranza e le massificazioni di questo sociale, estremizzando, trovandosi svuotati di ogni altra forma espressiva, quel naturale bisogno adolescenziale di far parte di un branco che al tempo stesso appaia come fuori del coro? Oppure forse, a mio parere peggio ancora, i mali di questa società hanno tutti la marcia caratteristica di integrarsi così tanto in essa da divenirne peculiarità in senso stretto e dunque si diffonde tra i giovanissimi la naturale tendenza difensiva dello schiacciare per non essere schiacciati, di esorcizzare, con la violenza, ciò che più si teme? Che cosa scaturisce, a parer vostro, dall'analisi dello scambievole gioco di ruolo tra vittime, carnefice, violentatore e violentato, laddove, non dimentichiamo, il ragazzino non è che nostro specchio dalle più svariate sfaccettature? Scusate eventuali incomprensibilità, non rileggo poichè vò di fretta.
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