Nick: Blake Oggetto: Dallo stadio, Napoli Data: 3/12/2006 0.27.17 Visite: 170
Due signori con la faccia tonda come una moneta; mi vengono incontro, non mi guardano. Non sanno chi sono, camminano sorridenti non curanti della sciagura; hanno degli strani pacchi sopra le braccia; credo siano delle pizze messe le une sopra le altre. Passano, e la vecchia moneta maschio, mi sorride chissà perchè. Ho tirato un sospiro di sollievo, riconoscendo in lontananza le grate verdi della mia casa. Ero disorientato, da sopra gli spalti. Giù, il terreno di gioco era ricoperto da una strana coltre di fumo, che gli conferiva un'area funererea, da cimitero. I giocatori sembravano 22 lapidi, e intorno soltanto silenzio. Una strano, attonito silenzio. C'era, come c'è ai funerali. Gli striscioni appesi alle gradinate, lasciavano presagire la morte. Quella di un ragazzo giovane, caduto come si cade in battaglia. Ma era solo in 'trasferta', e giocava solo la sua squadra del cuore. All'improvviso un silenzio forte, di quelli che ti stordiscono. Alcuni petardi, proprio dopo che qualcuno da giù, aveva pregato chiunque di non farli esplodere. La pena, sarebbe stata la sospensione dell'incontro. Sono stato assalito da un indefinibile senso d'angoscia. L'aria ha iniziato ad entrare nelle mie vie respiratorie, a strattoni. La testa la sentivo vuota. Come il cuore di una donna che non ama. Agli occhi mi apparivano immagini che sembravano rarefarsi, appena smettevo di concentrare gli occhi. Il cuore accellerava i battiti gradualmente. Ero in ansia, e non c'era nessun motivo reale. Qualcuno ha iniziato ad urlare, poco lontano da me, inveendo contro alcuni ragazzini sotto la tribuna, rei, a quanto sembrava, di lanciare oggetti verso il campo, e forse anche alcuni di quei petardi scoppiati nelle nostre orecchie poco prima. Uno scenario da rivoluzione, mi pareva. Una strana quiete, prima d'una surclassante tempesta. Il cielo era bigio, non ancora pregno dei colori della notte. I fari illuminavano ora il rettangolo verde. Le lapidi erano unite in cerchio, al centro del campo. Si stava decidendo il da farsi. Avevo paura, senza sapere perchè; senza sapere di cosa dovere aver paura. Gianluca vicino a me, era soltanto la proiezione d'una boa, nel caso il mare cominciasse davvero a diventare grosso. Lo sentivo farfugliare qualcosa, ma in realtà non saprei dire di cosa. Faceva freddo. D'un freddo sciapido e frettoloso. Avvertivo, pian piano, la gente rumoreggiare sempre di più, diventare smaniosa, agitarsi con grida e movimenti inconsulti e spropositati. Stavano per sospendere la gara. Il pallone era immobile fra le tombe, con quella sua tinta cinerea con delle stupide venature azzurre. Il cielo non lo era più. Il tempo passava, e l'uomo vestito di rosso, gesticolava pesantemente, che da dove ero io le sue braccia m'apparivano come le pale d'un mulino in piena attività. Credo fossero passati pochi minuti, e anche se lo strano stato che mi attanagliava non era scomparso, siamo usciti fuori tutti. Era davvero finita. La gente correva distratta, blaterando di non so cosa. Correvano tutti. Una donna con dei jeans mi è caduta addosso; stranita, è corsa via. Città ignobile, che sei. Città stanca dei tuoi stessi uomini. Persone stanche, continuamente irrispettose, indispettite, spesso sopraffratrici. Gente memorabilmente sconsiderata, arraffatrice, meschina perfino nella sua pietà; nel suo amore tanto continuamente usato ad emblema. Quest'amore di questa gente, come uno scudo a proteggere da tutte le malefatte, tutti i mali comportamenti coi quali sovente usa vestirsi. 100 persone sane, dentro il settore degli sfortunati. 1000 delinquenti, fra cinquantamila colpevoli. Numeri a caso, di una città che prosegue per inerzia il suo deprecabile cammino. Una città, dove anche lo stadio non tarda a trasformarsi in cimitero. Un cimitero con 50000 anime. Anime come queste. Morti, urla, strazio, pene da espiare: se sopra non ci fosse altro che cielo, crederei facilmente di trovarmi all'inferno. E se una volta c'è stato l'amore, se per amore ci si è uniti, perchè dovrebbe passare l'amore? E' forse impossibile alimentarlo? |