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Nick: Franti
Oggetto: L'Amico del Mare
Data: 29/3/2004 23.19.42
Visite: 449

Io sono andato al mare per la prima volta a cinque anni.
Perchè papà e mamma erano dipendenti statali forse.
Non so cosa c’entri questa cosa che mia mamma e papà erano dipendenti statali, ma so che loro lo dicevano sempre.
Dicevano "Quest’anno al mare si va solo per una settimana, poiché noi siamo dipendenti statali e non navighiamo nell’oro".
Questoq uando andava bene.
Quando andava male dicevano: "Quest’anno al mare non ci andiamo poiché noi siamo dipendenti statali e non navighiamo nell’oro".
Insomma i dipendenti statali erano pezzenti, per mio padre e mia madre.
E loro erano pezzenti, perché erano, appunto, dipendenti statali.
Però non si vergognavano di essere pezzenti.
Fatto sta che pur’ non vergognandosi di essere pezzenti non tutti gli anni andavano al mare.
E mi sa che, quando io compii cinque anni, i miei genitori erano un po’ meno pezzenti di prima, poiché solo allora, per la prima volta, mi portarono al mare.
Poi un anno più pezzenti di dell’anno prima non si andava al mare.
Poi un anno meno pezzenti dell’anno prima e si andava al mare
E così via. A seconda.
Se mamma e papà dicevano si essere meno pezzenti dell’anno prima al mare ci si andava, altrimenti si restava a casa.
E, negli anni in cui mamma e papà si sentivano meno pezzenti, io andavo al mare con loro.
Comunque la mia prima vacanza con mamma e papà è stata quando io avevo cinque anni.
Forse sei. Di anni. Non mi ricordo bene.
Questo mio ricordo/non ricordo è legato al fatto che io ho fatto la Primina e non la Prima Elementare.
Mi spiego.
Se tu fai la Primina a suola ci vai a cinque anni.
Se fai la Prima ci vai a sei.
Io ho fatto la Primina e, quindi, sono andato a scuola a cinque anni.
Ecco, io mi ricordo che quando andai al mare per la prima volta, con mamma e papà, dicevo, mi ricordo che andavo a scuola.
Il mio primo anno di scuola.
Ma non ricordo se fosse la Primina o la Seconda.
Se fossi andato all’asilo e non avessi fatto la Primina, sono sicuro che mi sarei ricordato la circostanza se al mare ci sono andato per la prima volta a cinque o a sei anni.
Perché avrei collegato la mia prima vacanza al mare all’asilo o al primo anno di scuola elementare.
Invece con la Primina no.
La Primina mi ha rovinato e mi ha confuso le idee.
La Primina è come l’Alzheimer. Non ti fa ricordare nulla.
A cinque anni i pupi devono giocare, non andare a scuola a fare la Primina e poi al mare che dopo venticinque o ventisei anni non ti ricordi se per la prima volta al mare ci sei stato a cinque o sei anni.

Comunque questa vacanza del mare, la prima volta, fu un’inculata.
Io al mare io mi scocciavo.

Al pomeriggio i miei mi facevano dormire perchè forse dovevano fare i cazzi loro.
Sì, dovevano rombare.
Ma non bastava rombare la notte?
Sembra quasi che i grandi vadano al mare per rombare di più. Boh.
Anzi non sembra, è così.
Al mare o in montagna, in vacanza insomma, si tromba di più.
L’ho capito quando sono cresciuto.
Per esempio io trombo poche volte in una settimana, quando posso permettermi di trombare.
Però, se capita, nei periodi in cui posso permettermi di rombare, dii andare al mare o in montagna o in vacanza, trombo sempre.
Mattino quando mi sveglio? Trombo.
Pomeriggio? Trombo.
Al mare, nell’acqua dove si tocca? Trombo.
La sera quando mi faccio la doccia? Trombo.
La notte? Trombo poco, preferisco dormire.
Anche perché al mare o in montagna o in vacanza in genere, la notte vai in discoteca e ti ubriachi e quando sei ubriaco non ti viene voglia di trombare, ma di dormire.
Almeno io, eh.
Però mamma e papà, la notte non andavano in discoteca e non si ubriacavano.
Andavano al massimo a fare una passeggiata per il lungomare e a fare una pizza e poi alle undici a casa.
Nel letto.
Quindi loro che non andavano in discoteca e che non si ubriacavano e che erano freschi e lucidi potevano rombare di notte.
Che serviva trombare nel pomeriggio se potevano trombare di notte?
Era necessario costringermi a dormire solo perché loro dovevano rombare di notte e di giorno?
Odiavo dormire di pomeriggio.
Era bruttissimo dormire nel pomeriggio.

La sera uscivo. Sempre con mamma e papà.
E quindi uscivo presto. Pizza o passeggiata per Marina di Camerota.
Con mamma e papà.
Ore ventidueetrenta massimo ventitrè, ma massimo massimo ventitré, a casa.
A dormire!
Ma come cazzo facevo a dormire a quell’ora se avevo dormito per tre ore nel pomeriggio?
Cioè, mamma e papà, grazie al cazzo che voi volete andare a letto alle ventitrè, perché dovete trombare, ma io a quell’ora, insonne, che faccio nel letto?
A cinque o sei anni non sai neppure cosa sia unaspugnetta, che se sai cos’è al massimo te ne tiri due o tre di pugnette nel letto e ammazzi il tempo.
E poi, a cique o sei anni, pure se sai cosa sia una spugnetta non puoi neppure tirare due o tre di pugnette nel letto per ammazzare il tempo, perché a quell’età non arrivi.
Non sborri.
E quindi che sfizio c’è?
E poi non avevo neppure giornaletti sporchi che tu dici "Mamma, ho mal di pancia, vado nel bagno, mi addormento fra poco", così mentre loro fottono, tu ti fai una cultura di tette e fighe.
Niente.
Al mare pare non esistano giornaletti sporchi.

E allora nel letto ero triste ed incazzato e pensavo: "Questa è la vacanza? Nun ce veg' chiù, non mi piace, mi annoio e non tengo i giornaletti sporchi. E questi rombano sempre. Ma non si mettono neppure scuorno che sento i rumori?".

Però la vacanza al mare aveva una cosa buona.
In vacanza ti potevi fare gli Amici!
Gli Amici con la A maiuscola.
Quelli che tu non ti scordi più di loro e loro non si scordano più di te.
In verità la cosa di farsi gli Amici era una vera e propria necessità
Gli Amici servivano.
Soprattutto la prima volta che andavi in vacanza.
Il primo anno, insomma.
Me lo dicevano i miei compagni della Primina o della Seconda.
Tutto quelli che erano stati in vacanza me lo dicevano.
Là, al mare, si fanno gli amici!
Ok, mi dovevo fare un amico.
Deciso!!

Lo trovai.
Era diventato il meglio amico mai incontrato.
Meglio di mamma, papà e tutti i miei giocattoli messi assieme.
Il mio migliore amico di tutti i tempi.
Si chiamava Flavio.
Era più grande di me di tre anni.
Non mi ricordo se faceva la Terza o la Quarta elementare, a causa delal mia confusione dovuta al fatto che avevo fatto la Primina.

Flavio giocò tutta la mattinata con le mie palette e i miei secchielli.
I suoi secchielli e le sue palette non le toccò neppure.
Né permise che io toccassi i suoi secchielli e le sue palette.
Ma non me ne importava.
Io ero contento di quell’amico.

Nel pomeriggio, dopo pranzo, tornai in spiaggia con mamma e papà.
C’erano anche il papà e la mamma di Flavio.
E c’era pure Flavio.
Flavio giocò tutto il pomeriggio, così come aveva fatto in mattinata, con le mie palette e i miei secchielli.
I suoi secchielli e le sue palette non le toccò neppure.
Né permise che io toccassi i suoi secchielli e le sue palette.
Ma non me ne importava.
Io ero contento di quell’amico.

Quando, nel tardo pomeriggio, la mamma e il papà di Flavio lo chiamarono per tornare a casa, io chiesi a Flavio se ci vedevamo la sera, per andare in Sala Giochi.
Disse di sì e mi diede appuntamento alle venti, ventiequalcosa nel parcheggio sotto casa mia.
Sempre a Marina di Camerota.

Lo dissi pure a mammà e papà: "Mammà, papà, agg' trovat' il meglio amico della mia vita!"
Loro non mi risposero.
E sorrisero.
Capii dopo il perchè.

Mi vestii.
Mi lavai.
Mi misi anche i calzettoni di spugna che erano cool allora.
E le scarpe da ginnastica Canguro. Meglio delle Mecap.
Le Canguro erano affusolate, le Mecap tozze.
Le Canguro non puzzavano, le Mecap sì.
Dovevo vedere il mio migliore amico!!

Scesi alle diciannoveetrenta.
Alle 2ventiequalcosa veniva il mio migliore amico.
Le venti.
Le ventiequindici.
Le ventietrenta.
Le ventiequarantacinque.
Le ventuno.
Le venutoetrenta.
Le ventidue.
Alle ventidueetrenta mi dovevo ritirare.
Sennò erano palate.
Mamma e papà mi cagavano il cazzo.

Il mio migliore amico mi aveva solato.
Ma perchè?
E cosa avrei detto io a mamma e papà ai quali avevo detto che avevo trovato il migliore amico della mia vita?
Che gli dicevo: "Mamma, papà, il mio migliore amico mi ha solato?"
No, troppo una figura di merda, dai.
Avrei tirato fuori una palla.

Sì, dabbene, tiro fuori la palla, tutto quello che vuoi, ma perchè il meglio amico della mia vita mi aveva solato???

Scoprii il motivo...

Per me era il primo anno di mare.
La prima vacanza della mia vita.
Da imbranato.
Lui era il quarto o quinto anno che andava al mare.
E aveva quattro o cinque amici.
E ammesso che aveva dato più appuntamenti a tutti quattro o cinque, a chi doveva solare?
Ovviamente all'amico che era andato in vacanza per la prima volta.
Il primo anno di mare a Marina di Camerota.
E chi era questo amico che andava in vacanza per la prima volta?
Ero io.

E io di nuovo ad annoiarmi, col le dormite nel pomeriggio perchè mamma e papà dovevano trombare nel pomeriggio.
Le pizze e le passeggiate con loro la sera.
E niente giornaletti sporchi.

E il giorno dopo, di nuovo a sforzarmi di trovare un nuovo amico.
Perchè in vacanza si fanno gli Amici.
Quelli con la A maiuscola.
Quelli che ti ricordi per tutta la vita.
Lo dicono tutti, eh!

Sole che a mamma e papà non potevo più dire che l'amico nuovo che avrei trovato era il Migliore Amico della mia Vita.
L'avevo già detto il giorno prima.
Sarebbe stata una gran’ figura di merda.

Ogni volta dicevo loro:

"Mamma, papà, ve lo ricordate quell’amico che pensavo diventasse il miglior’ amico della mia vita? Sì? Beh ho lasciato perdere. Non poteva diventare il miglior’ amico della mia vita poiché non può venire sempre al mare. E se non ci vediamo al mare, almeno una volta l’anno, dove e quando ci possiamo vedere? Mai, in nessun’ posto. E allora tanto vale lasciar perdere. Del resto lui è figlio di operai e se voi, che siete statali, siete un anno più pezzenti e un anno meno pezzenti, tanto che non potete permettervi sempre, tutti gli anni, di andare al mare, figuratevi lui che è figlio di operai. E gli operai, si sa, sono molto più pezzenti dei dipendenti statali, eh!".

Gli operai rimangono sempre un alibi.
O una scusa.
O un capro espiatorio.
A seconda, insomma.
Anche al mare.






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