Nick: FoggyPunk Oggetto: Satira, censura e Luttazzi Data: 12/12/2006 12.32.24 Visite: 137
Parla il terzo epurato insieme a Santoro e al decano dei giornalisti "La televisione di Stato non si può permettere la satira" Luttazzi non crede alla nuova Rai "Bene Biagi, ma io resto fuori" di RODOLFO DI GIAMMARCO
ROMA - Daniele Luttazzi, lei è l'ultimo degli "epurati" Rai a rimanere fuori dalla tv. Cosa ne pensa del ritorno di Enzo Biagi a RaiTre? "Sono molto felice che Biagi possa tornare a fare il suo lavoro, perché mi sembra bravino. Io però vorrei rivederlo a RaiUno dov'era prima. Mi chiedo cosa ancora lui debba scontare". Qual è stata e qual è la sua posizione? "L'"ukase" bulgaro di Berlusconi mi ha procurato un danno professionale, economico e psicologico ingente che purtroppo non potrà essere sanato. Si è trattato di una censura faziosa di tipo maccartista. Venni cacciato in seguito alla mia intervista a Marco Travaglio, e poi anche querelato per diffamazione da Berlusconi, Mediaset, Fininvest e Forza Italia. Ho vinto tutte e quattro le cause perché secondo i giudici la mia intervista era "continente" e le risposte di Travaglio erano "basate su fatti veri". Al di là del caso personale ha vinto il diritto costituzionale d'informare e essere informati. Quindi quell'intervista potrebbe essere ritrasmessa nella sua interezza oggi stesso. Sarebbe un bel segnale". Ipotizzando un suo rientro, che idee avrebbe? "Mi piacerebbe tornare in Rai per continuare il mio Satyricon. Non credo che sarà possibile perché la televisione non può più permettersi la satira vera, che per definizione è libera e commenta i fatti che accadono facendo da controcanto profano a ogni tipo di "sacro", sia politico che religioso". E se lei facesse oggi una puntata del suo Satyricon, che argomenti userebbe? "Gli stessi temi che aggiorno quotidianamente nel mio ultimo monologo: governo Prodi, Finanziaria (alla quale, unico comico in Italia, sono favorevole), evasione fiscale, Pacs, eutanasia, diritti civili, libertà d'informazione, spionaggio ai danni di esponenti politici, commissioni parlamentari usate come clava, religione e integralismi, le derive di internet e tutto quello che continua ad accadere, e che m'ispira battute". In questi anni i portavoce della destra hanno accusato la satira di fare propaganda politica. "La satira esprime il punto di vista del suo autore, e pensare di metterle i paletti significa riproporre il reato d'opinione, che per fortuna non c'è più. La satira non fa propaganda politica ma commentando i fatti è naturale che informi e che costituisca un elemento politico, come d'altra parte è sempre successo. L'unico criterio per valutare la satira è se fa ridere il suo autore. Per la diffamazione e la calunnia le leggi ci sono già". Ma cosa si può dire a chi accusa la satira di volgarità? "Mel Brooks dice che la satira, se non è eccessiva, non fa ridere. E ha ragione. La tecnica della satira consiste nella riduzione alle esigenze corporali: mangiare, bere, defecare, urinare, scopare. Chi lancia accuse di volgarità è un ignorante, e dovrebbe leggersi i capolavori del genere: Ruzante, Rabelais, Swift, Sterne, e Dario Fo". C'è differenza fra le suscettibilità dei credenti islamici e dei credenti cattolici? "Una differenza c'è, e i problemi ci sono stati. Però intanto gli autori satirici in tutto il mondo stanno producendo moltissimo materiale contro l'integralismo islamico. Con un criterio valido ovunque: nessuno fa battute su cose che non fanno ridere. In Italia quelli che incitavano a fare satira contro Maometto erano gli stessi che cinque anni fa fecero di tutto per tappare la bocca agli autori satirici. La satira non attacca le persone, ma i loro pregiudizi".
(12 dicembre 2006)
Fonte: http://www.repubblica.it/2006/12/sezioni/spettacoli_e_cultura/biagi-torna-rai/luttazzi-resta-fuori/luttazzi-resta-fuori.html
A me farebbe un sacco piacere rivederlo in TV...purtroppo pare che i tempi non siano ancora maturi, speriamo che lo saranno prima o poi
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