Oggetto: Forza Silvio !!!
Data: 18/12/2006 9.24.53
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Berlusconi e le cure Usa. Consulto con Bush «In Italia tutti vogliono operarmi per il mio nome»
Ha lanciato una bella frecciatina ai medici italiani che, come gli avvocati, fanno a gara pur di curare o assistere un paziente come zio silvio.
ROMA — Agli alleati ha detto solo New York. A un amico ha detto Cleveland, Ohio. A un parlamentare New Britain, Connecticut. Al suo staff ha detto di dire Houston, Texas: almeno per un giorno. Poi anche smentire. In famiglia qualcuno dice Ginevra. Berlusconi si diverte. È l'unica cosa certa. Non ha nessuna voglia di farsi impiantare un pacemaker. Deve ancora decidere. Nel frattempo mette in piedi un'articolata macchina di disinformazione. A seconda dell'interlocutore cita un centro d'eccellenza diverso, per lo più oltre Atlantico. E a qualcuno ha spiegato anche perché: «Nessuno saprà mai dove vado, a meno che non lo dica io, pubblicamente».
Non vuole gente fra i piedi, non vuole pubblicità, non vuole cronisti. Il Cavaliere potrebbe andare oggi a New York, poi trasferirsi in un centro di cardiologia di prim'ordine di un'altra città americana. Potrebbe perché non c'è alcuna certezza. Potrebbe anche restare in Europa e andare in Svizzera. O non andare affatto. Da nessuna parte. «Tutto rimandato di qualche giorno», diceva venerdì notte uno dei suoi assistenti. Era un mistero e tale resta. In molti dicono che l'ex premier abbia deciso solo per un ulteriore controllo, perché sta resistendo ai voleri dei figli, alle insistenze del medico personale Alberto Zangrillo, ai pareri che propendono per il piccolo intervento cardiaco. Ma lui, almeno finora, non è affatto convinto che ce ne sia veramente bisogno: «In Italia vogliono tutti operarmi, ma credo che sia solo per il nome, per aggiungere un paziente illustre alla storia dell'ospedale». E allora occorrono altri esami. Per farli ha ascoltato anche il parere di Bush: un consulto e un'eventuale «raccomandazione» del Presidente americano non è da buttare. Lo ha sentito per 20 minuti al telefono mercoledì scorso, il giorno della presentazione del libro di Vespa.
Ha raccontato che «l'amico George» gli ha fornito le dritte richieste sui centri a stelle e strisce che possono dare risposte definitive ai dubbi del leader di Forza Italia. Cleveland Clinic, Heart center, da 11 anni in vetta alle classifiche dei centri americani specializzati nelle malattie del cuore, sarebbe certamente il luogo adatto. E forse quello effettivamente scelto. Ma anche il Connecticut center, istituto di fisiopatologia del cuore, nel New England, potrebbe andare bene: altri medici, ma lo stesso livello di eccellenza. Entrambi i luoghi sono stati citati dal Cavaliere nel corso di recenti conversazioni. E non è da escludere anche Houston, Texas, che ospita un ulteriore centro di cardiologia di prim'ordine e che lo staff dell'ex premier da alcuni giorni sussurra, conferma e smentisce allo stesso tempo. Persino New York potrebbe essere destinazione definitiva e non tappa, con le altre città vagliate e scartate, infine relegate a ipotesi utili a depistare. Ieri pomeriggio, prima di lasciare Roma, ai giornalisti che l'attendevano davanti all'ingresso principale, Berlusconi ha assicurato: «La prossima settimana torno a Roma per lavorare». Nel suo staff dicono che il rientro è previsto per martedì mattina, appuntamenti già fissati nella Capitale. La sua scorta dice che attende di partire, sa di dover atterrare a Manhattan, non sa dire quando e per quanto tempo. Ma alcune volte anche le scorte possono non sapere tutto. Di certo «io la settimana prossima sarò qui a Roma, devo lavorare...», ha detto ieri sporgendo la testa dal finestrino, mentre lasciava Palazzo Grazioli. Ieri notte ha dormito a Milano, oggi potrebbe essere ad Arcore, a Macherio o in volo: con destinazione conosciuta solo a stretta cerchia di persone
Forza Silvio ci manchi !!!
Silvio ci manchi !!!