Nick: JFM Oggetto: La rivoluzione della speranza Data: 2/4/2004 10.45.25 Visite: 100
Vorrei citare dei versi di un libro che sto leggendo di Erich Fromm,psicologo e sociologo,dal suo saggio: "La Rivoluzione della speranza" una riflessione sulla societa' moderna e sull'uomo all'interno di essa! Scritto veramente molto bene,la prosa si rivela scorrevole e interessante in molti punti con riflessioni che,onestamente,credo siano molto vere e significative e rispecchiano probabilmente la ns condizione psicologica "nell'era dei missili e delle armi nucleari". Ne cito qualcuna.... Capitolo 4 Paragrafo 5 Le "Esperienze Umane" "L'uomo contemporaneo ha avuto uno sviluppo intellettuale che sembra senza limiti.Al tempo stesso egli tende a dare importanza a quelle senzazioni e a quelle esperienze emotive che ha in comune con gli animali: desideri sessuali,aggressivita',paura,fame,sete. La questione decisiva e':vi sono esperienze emotive tipicamente umane e che nn corrispondono a cio' che sappiamo essere radicato nel paleoencefalo?In genere si sostiene che il grande sviluppo del neoencefalo ha permesso all'uomo di raggiungere una capacita' intellettuale sempre crescente,ma che il paleoencefalo nn e' diverso da quello dei suoi antenati e,quindi,che da un punto di vista emotivo l'uomo nn s'e' sviluppato e puo' al massimo reprimere o controllare i suoi impulsi. A mio avviso vi sono esperienze tipicamente umane che nn sono ne' di carattere intellettuale ne' sono identiche a quelle esperienze emotive degli animali.Non essendo competente nel campo della neuropsicologia,posso solo supporre che le particolari reazioni tra il grande neoencefalo e il paleoencefalo stanno alla base di questi sentimenti specificamnete umani.Possiamo infatti affermare che le esperienze affettive tipicamente umane come l'amore,la tenerezza,la compassione e tutti gli effetti che nn servono direttamente alla sopravvivenza si basano sull'interazione fra il neo e il paleoncefalo e che ,quindi,l'uomo nn si distingue dall'animale solo x il suo intelletto ma x nuove qualita' affettive che risultano dall'interazione tra il suo neoencefalo e la base dell'emotivita' animale.Lo studioso della natura umana puo' analizzare empiricamente queste qualita' tipicamente umane e nn puo' essere intimorito dal fatto che la neuropsicologia nn ha ancora dimostrato la base neurologica di questo tipo d'esperienze." Affascinate vero? E sentite questa.. "L'uomo e' nato come un capriccio della natura e ne fa' parte,pur trascendendola. Egli deve trovare principi x l'azione e la decisione che sostiuiscano quelli dell'istinto.Deve avere uno schema di orientamento che gli consenta di organizzare una raffigurazione coerente del mondo come condizione x una azione coerente.Deve lottare nn solo contro i pericoli della morte,dell'inedia e della malattia,ma anche contro un altro pericolo tipicamente umano:quello della follia.In altre parole,egli deve proteggersi nn solo contro il pericolo di perdere la sua vita ma anche quello di perdere la sua mente." Bhe' nn e vero cio'? E la societa'industrializzata d'oggi?Cosa ci fa'? "Qual'e' l'effetto di questo tipo di organizzazione sull'uomo? Lo riduce a un'appendice della macchina,diretta dai suoi ritmi e dalle sue necessita'.Lo trasforma in Homo consumens,il consumatore totale,il cui solo scopo e' di avere e consumare di+.Questa societa' produce,oltre a molte cose,anche molte persone inutili.L'uomo,in quanto ingranaggio della macchina produttiva,diventa una cosa e cessa di essere uomo.Egli passa il suo tempo facendo cose che nn lo interessano,con persone che nn lo interessano;e quando nn produce,consuma.Egli e' l'eterno lattante a bocca aperta,che "succhia",senza sforzo e senza partecipare,tutto cio' che l'industria che impedisce la noia(e che la produce)gli impone -sigarette,liquori,cinema,televisione,sport,conferenze-con l'unico limite delle sue possibilita' finanziare. Ma l'industria che impediche la noia,ossia l'industria che produce accessori,quella automobilistica,quella cinematografica,quella televisiva ecc.,puo' solo riuscire a impedire che la noia diventa un fatto cosciente. Essa ,in realta' ,aumenta la noia,come una bevanda salata che aumenta e nn spegne la sete.Anche se incoscia,la noia rimane tale. La passivita' dell'uomo nella societa' industriale d'oggi e' uno dei suoi aspetti + caratteristici e patologici.L'uomo consuma,vuole essere nutrito.ma nn si muove,nn ha iniziativa e x cosi' dire nn digerisce il suo cibo.Egli nn assorbe in modo produttivo cio' che ha ereditato,ma lo ammassa o lo consuma;soffre x una grave deficenza organica,nn molto diversa da quella che si riscontra in forme + acute nelle persone depresse. La passivita dell'uomo e' solo un sintomo di una sindrome totale ,che si potrebbe definire "sindrome dell'alienazione".Essendo passivo ,l'uomo nn ha rapporti con il mondo ed e' costretto a sottomettersi ai suoi idoli e alle loro esigenze.Pertanto,si sente privo di forze,solo e angosciato.Ha un senso poco sviluppato dell'integrita' e dell'autonomia e il conformismo gli sembra l'unico modo x evitare un angoscia insopportabile,anche se nn sempre riesce ad allieviare le sue preoccupazioni" FuCk ThE SyStEm
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