Nick: Viola* Oggetto: Black dahlia, Ellroy etc. Data: 27/2/2007 18.10.22 Visite: 243
l'altra sera ho visto "black dahlia" di de palma, tratto dal romanzo di james ellroy. non mi è piaciuto per niente, troppo leccato, attori inadeguati alla parte, troppo giovani e troppo "cool". la tanto celebrata johansson davvero sembra una bambina coi vestiti della mamma, come scrisse qualcuno. non c'è traccia nel film dell'ossessione necrofila che lega i due detective ala caso della dalia nera, la ragazza torturata, uccisa e fatta a pezzi, il cui assassino nella realtà non fu mai trovato. il film non è "sporco", non è niente, è solo un esercizio del direttore della fotografia e del costumista. non ha anima. il libro è infinitamente meglio, è allucinato come quasi tutti i romanzi di ellroy, è il diario dell' ossessione dello scrittore, quella che ha dominato la sua vita. la morte della madre, violentata e strangolata da uno sconosciuto quando lui era solo un bambino. nel romanzo che affronta di petto la questione, "le mie zone oscure", si legge all'inizio: "a ginevra hilliker ellroy. mi portasti con te come un talismano, ma non riuscii a proteggerti..." etc. torna sempre, quell'oscuro senso di colpa. nei suoi romanzi c'è quasi sempre un "salvatore", un uomo che cerca di strappare una donna dalla brutalità e dalla violenza, come in "L.A. Confidential", altro romanzo nerissimo semplificato per il cinema. in black dahlia ci sono i detective che vogliono onorare la morta rendendole giustizia, e alla fine ci riescono. non è andata così nela realtà, nè per la dalia nera, nè per la madre di ellroy. "le mie zone oscure" è un libro durissimo, forse scritto per non impazzire. c'è tutto: l'omicidio della madre ricostruito minuziosamente, la morte solitaria del padre alcolizzato, l'adolescenza dello scrittore ragazzo sbandato che vive per la strada. cosa lo ha salvato? la lettura prima, la scrittura poi. così un ragazzo segnato da un trauma tremendo, alcolizzato, predestinato al carcere, alla strada e a chissà che altro, è diventato uno dei massimi scrittori americani. poi gli stolti dicono: a che serve leggere? "quanti amarono i tuoi istanti di lieta grazia e amarono la tua bellezza con falso e vero amore, ma un solo uomo amò in te l'anima pellegrina e amò il dolore del tuo mutevole volto" - W.B. Yeats |
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| | | | | | bleik 27/2/2007 20.42.55 (34 visite) bile (ultimo)
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