Nick: harding Oggetto: '95 Data: 23/4/2004 23.47.36 Visite: 130
Un'estate tremenda. Fino alla fine di luglio a studiare un esame che non ne voleva sapere di entrare nel cervello. Il caldo ed il rumore dalle finestre sempre aperte. Solo a casa, tralasciavo anche di andare a fare la spesa di roba da mangiare. Gli amici in vacanza e lei in crisi esistenziale. Un telefono che non squillava mai: la certezza di non essere nei pensieri di nessuno. Di notte smettevo di ripassare verso le 2 quando il caldo iniziava a lasciare il posto alla confortevole umidità mattutina. Allora scendevo per strada. Camminavo sul lungomare. Qualcuno dai motorini mi insultava. Forse era un modo per coinvolgermi in altre crisi che ignoravo. La città vuota. La città paradossalmente vivibile, seducente come una donna che era stata ritrosa per un anno intero. Invece in quel momento era lì, bella, unica e disponibile. Nella testa però le formule pur facendo male non attecchivano. La mia dirimpettaia la pensava diversamente ed alle 3 metteva la musica a tutto volume e ballava in shorts nella sua stanza. Forse avrei dovuto chiamarla. Se non altro per ballare con lei. Il tutto avrebbe avuto almeno un senso. L'esame non lo feci. La sera prima di raggiungere i miei in vacanza vidi "The Party" con Peter Sellers in televisione. Risi per un'ora e mezza come un coglione da solo nel vuoto del salone, con una Peroni e un pezzo di pecorino, ultima giacenza del frigo. La sera dopo ero lì con i miei. La nonna aveva avuto l'ictus ma sembrava si stesse rimettendo. Nel tentativo di farla camminare la prendemmo per le braccia assieme a mio zio. Fu lui a spezzarle il braccio. E ancora rigrazio Dio di non essere stato io a sentire quel rumore nelle mie mani. Le sue osse di vecchia non reggevano più a nessuno sforzo. Era diventata un pezzo di fragile cristallo da non toccare. Per un mese e mezzo la vedemmo spegnersi ogni giorno un po' di più. Mi ricordo che alla fine gli occhi erano ancora vivi e sembravano dire molto di più di quello che non riusciva oltre la lingua. Forse era, però, una mia impressione. Uscii dalla stanza un attimo prima. Quando successe mi sembrò che un grande silenzio calasse in casa. L'estate finì per lasciare posto al solito autunno. |