Nick: Aiace753 Oggetto: L'assassino privilegiato Data: 20/3/2007 13.54.22 Visite: 224
Cesare Battisti? ... "non l’irredentista ma l’irridentista, cioè colui che irride alla nostra fessaggine..." - un commento di Veneziani Zona Cesarini Battisti, il rivoluzionario sulla pelle degli altri Strana la vita. Beccano un terrorista che è diventato un divo sulla spiaggia di Copacabana con una bevanda di cocco in mano ed una sventola di femmina al fianco, come nelle pubblicità di viaggi per vacanze. E intervistano una sua vittima, che perse il padre, ucciso dal gruppo del sullodato, e colpì lui con una pallottola alla schiena e si ritrova da ventotto anni su una sedia a rotella. Il compagno Cesare Battisti prometteva il paradiso del comunismo nei suoi sogni di rivoluzionario. Ma ha dato l’inferno ad un povero ragazzo che non aveva alcuna colpa; in compenso ha vissuto lui per anni, come dice la sua vittima, «riverito e coccolato in Francia», e poi nel paradiso brasiliano. Ricordo che non lo hanno beccato nelle favelas, magari mentre aiutava i poveri, come dovrebbe fare un comunista rivoluzionario, ma a Copacabana, in spiaggia, tra cocco e cocche, a godersi la vita. La sua parabola mi pare il destino del comunismo occidentale, ben riassunto del resto da Cuba, che trent’anni fa era il paradiso del comunismo e poi è diventato il paradiso del sesso. Da filo cubani a filo cubiste. Sono ancora ben centosessanta le primule rosse del terrorismo, in gran parte rifugiate proprio in Francia. Ho provato dolore leggendo ieri in un angolo basso del Corriere della sera, la storia di Alberto Torregiani da Novara, paralizzato. Mentre grandeggiavano le immagini di Cesare Battisti, non l’irredentista ma l’irridentista, cioè colui che irride alla nostra fessaggine. Aveva due ergastoli ma presto fuggì, e molti compagni si mobilitarono in suo favore; e tuttoggi che è stato catturato, Scalzone e Rifondazione comunista continuano a difenderlo. Prima in Francia e poi da lungo tempo a godersela al sole brasiliano, come un qualunque bancarottiere fuggito con la cassa. Lui è fuggito con i sogni di una generazione, che ha prontamente portato al cambio, facendosi dare per ogni speranza di rivoluzione un traveller cheque da spendere all’es tero. Direte, ora è finito in galera, e con una curiosa puntualità con le polemiche anche quirinalesche nei confronti del divismo mediatico dei brigatisti rossi, denunciato dai famigliari delle loro vittime. Giustizia è fatta, direte voi. No, signori e compagni, troppo tardi: quel terrorista se l’è spassata per mezza vita, e la sua vittima invece è rimasta in carrozzella per altrettanta e per l’avvenire. Lui voleva cambiare il mondo, l’altro voleva fare semplicemente il calciatore. Entrambi non ce l’hanno fatta. Ma il primo sognava a spese di altri, il secondo no, aspirava innocuamente ad un’altra vita, senza far male a nessuno. Fa rabbia pensare che il sogno del primo sia avvenuto a spese della vita dell’altro, che nessuno potrà più risarcire. la democrazia è un curioso abuso della statistica Jorge Luis Borges |