Nick: Remedios* Oggetto: Asakus Kids Data: 7/5/2004 12.34.49 Visite: 110
"Un primo pomeriggio, in piena estate, alla fine del mese di luglio, un ragazzo in canottiera, short e ciabatte da spiaggia sbarcava nel sesto distretto di Asakusa a Tokyo". Ve l’avevo detto che negli ultimi mesi mi sono "fissata" con il Giappone e poi, perdonate la ripetitività, ma a me Takeshi Kitano fa impazzire! Al di là dell’ammirazione per lui come regista e attore, ho da poco scoperto un Kitano scrittore molto divertente leggendo il suo primo romanzo "Asakusa Kids", edito in Italia da Mondatori. Asakusa è un sobborgo di Tokyo dove Takeshi nasce nel 1947 e che abbandona per frequentare l’università iscrivendosi alla facoltà di ingegneria. Tuttavia non è questo il suo destino. Abbandonati gli studi durante il terzo anno di corso decide di ritornare ad Asakusa, una volta tempio dell’ avanspettacolo, ora ricettacolo di cinema porno e locali di strip tease. Ma è qui che Takeshi decide di farsi le ossa ed intraprendere il suo sogno di diventare attore comico. E proprio in un posto del genere trova lavoro Takeshi, prima come semplice factotum poi come cabarettista. Il posto è il Francais, un teatro alquanto bizzarro il cui direttore artistico è l’ex "maestro della risata" Senzaburo Fukami. Da quel momento entra a far parte di un mondo fatto di spogliarelliste col "cuore", di sketch improvvisati tra uno strip e l'altro davanti a platee che spesso non contano più di venti spettatori. Gli episodi sono vari e variegati, tutti caratterizzati da una sottile ironia tipicamente giapponese che non fa ridere ma sorridere. L’ evoluzione di Kitano procede da semplice funambolo in un "circo che non è un circo" fino alla sua consacrazione ad attore comico, "Beat Kitano", che con Kaneko Kiyoshi forma un duo manzai (il manzai è quel genere di commedia che si pratica prevalentemente nei night-club, tra uno spogliarello e l'altro, basato su pesanti scambi di battute in genere indirizzate agli atteggiamenti e ai modi d’essere della piccola-medio borghesia giapponese): si fanno chiamare i "Two Beats" e riscuotono un grande successo nei locali della capitale. Il libro termina qui, ma la carriera di questo personaggio così eclettico è talmente vasta da ricoprire quasi tutti i campi dell’arte, dal piccolo al grande schermo fino alla letteratura. Mi chiedo come mai non abbia ancora dipinto. Non è da tutti essere un Take-chan", l'uomo multi-media per antonomasia, che dalla comicità spicciola dei localini di Tokyo è onnipresente da anni tramite TV, saggi, romanzi, articoli scritti per ogni genere di rivista e film che interpreta e/o dirige fino alla meritatissima assegnazione di un Leone d’Oro.
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