Nick: Alex Oggetto: Bassolino e le discariche... Data: 23/5/2007 8.8.55 Visite: 381
da repubblica.it commentate.... "Basta con quei sindaci in piazza così bloccano ogni soluzione" Bassolino: gli impianti ci vogliono, lo Stato proceda di SEBASTIANO MESSINA Antonio Bassolino, presidente della Campania "Le colpe non stanno da una sola parte. C'è stata una gara irresponsabile tra destra e sinistra, a chi diceva "più uno". Ma la spazzatura non è né di destra né di sinistra. La spazzatura è spazzatura...". Antonio Bassolino non ci sta, a prendersi le colpe di questa "situazione tragica", come l'ha definita lo stesso capo dello Stato. "Condivido parola per parola quello che ha detto il presidente della Repubblica, su questo tema le mie idee sono identiche alle sue" dice il presidente della Regione Campania. A quanto pare c'è voluto l'intervento di Napolitano, per sbloccare la crisi dei rifiuti. Ora il suo richiamo dovrebbe vincolare tutti... "E spero che tutti non solo lo condividano, ma lo dimostrino con comportamenti coerenti. Facendo in modo, per esempio, che i provvedimenti del governo vengano finalmente attuati. Con il maggior consenso possibile da parte dei comuni interessati, certo, ma sapendo che lo Stato ha il diritto e il dovere di far rispettare le sue decisioni. Nell'interesse di tutti i cittadini". Ma perché questo dramma della spazzatura lo vive solo la Campania, in tutta Italia? Cosa ha di speciale, in negativo, la sua regione? "E' semplice. La legge prevedeva la chiusura di un certo numero di discariche e la realizzazione degli impianti di termovalorizzazione. Il termine per la chiusura delle discariche è stato rispettato tassativamente, quello per la costruzione dei termovalorizzatori no. Da questa sfasatura è nato il dramma dei rifiuti". E chi è, il responsabile di questa sfasatura? "Per esempio chi ha organizzato l'opposizione, fortissima, ai termovalorizzatori. Parlo di quello di Acerra, perché dell'altro, in provincia di Caserta, non è stato nemmeno aperto il cantiere". Non è una novità, che la gente si opponga ai termovalorizzatori. "Ma ci sono in tutta Italia, persino nel cuore di alcune grandi città. Perché non dovremmo averli anche in Campania?". Non crede che ci sia, su questo punto, un ritardo anche nella cultura della sinistra? "Certo che c'è. Il problema è di fare in modo che questi impianti siano tecnologicamente i più avanzati. Ma non si può pensare che l'aumento della raccolta differenziata, che pure è indispensabile, da solo sia sufficiente a completare il ciclo. La verità è che anche elevando la raccolta differenziata, comunque gli impianti di trasformazione industriale ci vogliono. Non prendiamoci in giro". E voi li avete realizzati? "Noi ne abbiamo fatti sette, non uno. Sette impianti da Cdr, che significa "combustibile da rifiuti". Ma questi fanno solo la prima trasformazione, sfornano le ecoballe che vanno bruciate nei termovalorizzatori". Che voi non avete. "Che noi non abbiamo. Quello di Acerra lo abbiamo quasi finito. Ma dopo anni di battaglie. Dopo anni di opposizioni e di contrasti. Dopo anni durante i quali si è detto persino che il termovalorizzatore era il demonio". Chi lo diceva? "Tutti, a destra e a sinistra. Persino dentro la Chiesa". In questi dieci anni si è sentito solo, in qualche momento, a combattere questa battaglia? "Tante volte". Quando cominciò a combatterla? "Nel 2000, come presidente della Regione. Ma c'è un precedente, e risale a quando ero sindaco di Napoli. Allora, durante una crisi analoga a quella attuale, io accolsi l'invito del prefetto Improta che mi chiese di fare arrivare nella discarica di Pianura, ovvero dentro la città di Napoli, i rifiuti dell'intera regione. E io andavo la sera a convincere i miei concittadini a lasciar passare i camion di rifiuti di tutta la Campania nella discarica della città di Napoli. In quell'occasione noi napoletani abbiamo dato un grandissimo segnale di solidarietà all'intera regione". Una solidarietà che oggi non viene ricambiata. "Le dirò una cosa. Da sindaco, la fascia tricolore io la misi soltanto in pochi casi. Quando rappresentavo l'interesse generale. Non la misi mai per impedire cose utili, cose necessarie o cose indispensabili. Ecco perché oggi soffro, quando vedo sindaci che indossano la fascia tricolore per impedire ai rifiuti di arrivare nei loro comuni". Ma come presidente della Regione, può dire in coscienza di aver fatto abbastanza per risolvere questo problema? "Guardi, quando io sono arrivato mi sono trovato con una gara già conclusa per i due termovalorizzatori. Io ho cercato di realizzarli. Insieme ad un primo incremento della raccolta differenziata. E ai sette impianti di Cdr, che abbiamo costruito nel giro di due anni e mezzo". Ma i termovalorizzatori non sono mai stati completati. "Già, perché non li voleva nessuno. Tanto che a un certo punto io ho detto al governo: mandate un commissario che sia un funzionario dello Stato, in modo da sottrarre questo tema a ogni contrapposizione politica". E il governo ha nominato un prefetto. "E poi Bertolaso. Tutti e due sono stati bloccati da persone e ambienti che contrastano una cosa e il suo contrario. Non vogliono né il termovalorizzatore né la discarica attrezzata. Ma questo è assurdo". Come si esce da questa "situazione tragica", presidente? "Sostenendo lealmente il commissario Bertolaso. Aprendo le discariche. Completando in fretta i termovalorizzatori. Bisogna andare avanti, e subito". (23 maggio 2007) |