Nick: Franti Oggetto: Ommaggio ad un Idealesta Data: 13/5/2004 17.23.14 Visite: 279
Sono un vagone ferroviario di un treno. Stasera sono saliti dentro di me due ragazzi baschi, Pablo e Rina. Sono compagni di vita. Insieme a loro un bimbo di pochi mesi, Rhuno, il loro bimbo. Rina, donna basca per antonomasia, con la timidezza ed i numerosi anni di militanza che si porta appresso, impersona il fascino di una tipica bohemienne. Ma, quando dopo essere salita, seduta sulla poltrona, imbraccia Rhuno, il suo pargolo, per allattarlo, allora si ha dapprima il sospetto, poi la certezza d’avere dirimpetto la più plumbea ed al contempo, più fiera ed illuminata donna esempio della sua gente basca. Ciò che appare si trasforma in certezza. Niente da capire, succede e basta. Se ne sta lì, con le dita cerchiate d’anelli, indossando per la prima volta, in tanti anni, una chioma fluente, abbinata ad un senso di austerità e semplicità, fulcro del suo carattere. Pablo, nome comune in Spagna, associato però quasi sempre, grazie al suo nomignolo Alkorta, alla militanza politica ed antimperialista contro il governo spagnolo, in parte anche responsabile della falsa o seriosa mitologia che lo circonda. Dentro di me, all’inizio, Pablo non dice una parola e non alza gli occhi. Poi, guardando Rina, improvvisamente comincia a far smorfie con la bocca, quasi a simulare un pesce rosso o un coniglio, risucchiando le guance e rimpicciolendo le labbra, scoppia in una risata e dice: "Non ti preoccupare, stavo solo imitando quella timida creatura che è nostro figlio!". Se pensate che Pablo Alkorta sia un tipo triste ed un po’ sfigato, dovete proprio ricredervi. Allegro ed un po’ strambo, sforna una battuta dopo l’altra con un senso dell’humour sottile, così sottile che lo stesso Pablo si lamenta che "nessuno capisce le mie battute". Una figura fondamentalmente diversa da quella che si immagina ascoltando i suoi discorsi seriosi, con la sua voce piena di speranza, ma talvolta desolata e sconsolata, liricamente profonda ed intensa, tanto da chiedersi se la persona che si incontra un attimo prima sia effettivamente la stessa di quella che si incontra immediatamente dopo. Sono entrambi idealisti Pablo e Rina. Terroristi, come vengono definiti in Spagna. Ma prima di tutto esseri umani. Sulle loro teste pendono due mandati di cattura per attentati dinamitardi mai commessi. Nelle loro anime c’è posto per Mingus, Biko, Sandino, Jara, Dante di Nanni, Guevara, Jarry Durruti, Marcos. Queste persone le immaginano tutte con un sorriso. Sono persone che con la loro voglia di giocare con la propria vita hanno lasciato a tutti dei regali. L’elenco finisce con i milioni – a loro dire – di fratelli e sorelle che non hanno mai avuto un posto o un nome, che non sono meno importanti, anche senza il fuoco dell’eroe, il sermone del perfetto. Così come loro. Sono partiti clandestinamente da Bilbao, assieme alla loro creatura, clandestinamente sono entrati in Italia, e clandestinamente stanno per recarsi a Milano, al Leoncavallo, per cercare appoggi alla lotta della propria gente, e per cercare di vivere un po’ in pace, quasi stanchi, clandestinamente. Non danno importanza alla politica, non hanno studiato, danno importanza alle idee. Non dimenticano da dove sono arrivati, e quello che sono. Pablo e Rina sono stati arrestati. A Piazza San Babila hanno preso le difese di un rumeno, Gica, clandestino come loro, oltraggiando un vigile urbano. Fermati e identificati, saranno estradati in Spagna e rinchiusi in carcere, in isolamento, in celle senza luce solare. Rhuno sarà affidato ad un istituto religioso. Pablo, servendosi del tacco del proprio scarpone, inciderà, in lingua basca, sul muro bianco giallastro della sua nuova "dimora": "A tutti coloro che variamente hanno ostacolato e boicottato il nostro lavoro ed i nostri ideali è indirizzata la più sincera gratitudine, per aver suscitato in noi le energie migliori". Nelle anime di Pablo e Rina ci sarà ancora posto per Mingus, Biko, Sandino, Jara, Dante di Nanni, Guevara, Jarry Durruti, Marcos e per i milioni di fratelli e sorelle che non hanno mai avuto un posto o un nome, che non sono meno importanti, anche senza il fuoco dell’eroe, il sermone del perfetto. Così come loro. Vittorio Emanuele P.S. - Tratto da una "cosa" scritta quando avevo 21 anni e postata qualche tempo fa su questo forum. P.S. - M'è venuta 'na specie di malinconia egocentrica e da trasmettere e ho postato.
|