Nick: Haran Oggetto: UN DRIBBLING TRA LA MUNNEZZA Data: 6/9/2007 15.36.59 Visite: 250
Basta. Vado controtendenza, però basta. L'esagerazione tocca più punti. Innazitutto la glorificazione di un Lavezzi, che, dopo aver appreso di essere anche un prossimo protagonista dei presepi napoletani, personalmente, dal suo sito, tira il freno a mano nei confronti di tutto questo clamore scoppiato intorno a lui. Napoli, si sa, è pericolosa, la città è capace di creare e distruggere nel giro di poche ore, questa euforia rischia di diventare un boomerang: il pienone di domenica prossima è ormai cosa certa, la tensione attraverserà tutti, da Marino a Lavezzi, passando per Dela e Calaiò. Già, Calaiò: come si può d'improvviso ignorare un giocatore che in due stagioni ha fatto 30 e più reti, diventando forse l'artefice più importante del ritorno in A? Come è possibile ignorare l'età dell'attaccante siciliano ed i suoi enormi margini di miglioramento? Perchè Reja, al di là di pragmatismi tattici, si è ormai incaponito sull'indispensabilità di Zalayeta? Perdonatemi, ma questo giocatore proprio non mi va giù, sarà perchè mi sembra un Bucchi abbronzato, sarà per la sua lunga permanenza con quell'orribile maglia bicolore a strisce verticali. Non lo so. Sta di fatto che considerarlo indispensabile nel suo eterno 5-3-2, anche se al 70% di forma, mi suona come l'ennesima conferma del poco coraggio strategico del nostro tecnico, ed il presagio che la gara di Udine possa rivelarsi in buona parte come una giornata storta dei friulani in me prende sempre più forza. Il timore che gli azzurri, sopratutto in casa, possano sciolinare il solito catenaccio rimpastato ed ammodernito, mi fa venire i brividi e quindi mi gratto contro tutte le avversità trascinate da questa bolgia di entusiasmi: fallire la partita con la Samp sarebbe una pericolosa ma ben più realistica ridiscesa nei ranghi di competenza, manna dal cielo per i sapentoni-soloni affamati di polemiche facili. Ma ovviamente spero con tutto me stesso di sbagliarmi, mi auguro di sentire finalmente il boato di un gol di serie A, tre palloni anche ai conigli doriani e tutti a casa, a goderci l'overdose televisiva di calcio. Un passo indietro toglierebbe anche quel poco di rilevanza mediatica nazionale che il Napoli si è conquistato con l'exploit di Udine. Ma forse in fin dei conti questo sarebbe il male minore: il mio fegato domenicale ancora in digestione si contorce sentendo un Mughini augurarsi che "i tifosi del Napoli possano non vivere di solo calcio" o magari leggendo autorevoli firme che inseriscono il discorso-munnezza tra un dribblig di Lavezzi e una parata i Iezzo. Basta con la pizza, il Vesuvio, il mandolino e la buon anima di Merola: Napoli non merita di specchiarsi SOLO in queste considerazioni demagogiche dal sottofondo razzista. Qualche benpensante sbotterà dicendo: "ma questi problemi esistono veramente a Napoli, eccome, è giusto metterli in rilievo!!" Certo che esistono, ma non credo che sia compito di un qualsiasi coglione come Giampiero Mughini, all'interno di una trasmissione dedicata solo al CALCIO, sciogliere la corona con paternali e raccomandazioni speranzose, quasi miseramente compietose. Si informassero meglio sulla nazionalità di Gargano o sul numero di assit che il Pocho ha dispensato in Argentina, forse ne verrebbero fuori commenti più interessanti e squisitamente tecnici. Basta, c'at' rutt' o' cazz.
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