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Nick: falconero
Oggetto: le proprie idee.....
Data: 27/5/2004 18.55.2
Visite: 27

L'Altra faccia del "Che"

Di buona famiglia, nasce a Buenos Aires nel 1928, Ernesto Guevara De La Serna detto "CHE".
Appassionato di viaggi in motocicletta, gira in lungo e in largo per l'America Latina, conosce luoghi e realtà diverse.

E' affetto da asma cronica, ma ciò non gli impedisce di laurearsi in medicina agli inizi degli anni '50.
In Guatemala viene a conoscenza delle precarie condizioni di fame e miseria delle popolazioni sottoposte al Regime di Dittatura
Comunista di Jacobo Arbenz.
A causa dei forti interessi economici degli Stati Uniti in Guatemala, viene inviato un contingente militare statunitense a
rovesciare il dittatore. Comincia così un odio smisurato da parte del "che" verso gli Stati Uniti.
In una notte del 1955, Guevara incontra in Messico un giovane avvocato cubano in esilio che si prepara a rientrare a Cuba,
Fidel Castro.
Subito entrano in sintonia, condividendo gli ideali, il culto dei "guerriglieri" e la volontà di espropriare il dittatore
Batista dal territorio cubano.
Il "che" sbarcherà a Cuba insieme a Fidel e altri guerriglieri in esilio.
Nel 1956, autonominatosi comandante di una colonna di partigiani, si fa notare per la sua crudeltà e determinazione.

Un ragazzo non ancora ventenne, un guerrigliero della sua unità, rubò per fame un pezzo di pane ad un compagno.

Senza processo o interrogatorio, Guevara lo fece legare ad un palo e giustiziare mediante fucilazione.
Nel 1958 riporta la prima "vittoria" sui miliziani del regime di Batista a SANTA CLARA.
Un treno carico d'armi viene intercettato e bloccato dalla sua unità armata, facendo prigionieri una cinquantina di
soldati;
in seguito a questa operazione, il dittatore Batista fugge sconfitto e Guevara fu nominato "procuratore" (boia) della prigione
della CABANA.
La popolazione cubana era in festa, non sapevano che i successori di Batista avrebbero portato molto più morti e disperazione
che la speranza di una vita migliore!
L'ufficio in cui esercita Guevara, diventa teatro di torture e omicidi tra i più efferati.
Secondo alcune stime, sarebbero stati uccisi oltre 20.000 persone, per lo più ex compagni d'armi che si rifiutavano
di obbedire
e che si conservavano, al contrario del "CHE", democratici e non violenti.
Nel 1960 il "pacifista" GUEVARA, istituisce un "campo di concentramento" sulla penisola di GUANAHA, dove trovarono la morte
oltre 50.000 persone colpevoli soltanto di non condividere i suoi ideali di "PACE E FRATELLANZA"!!!
Ma non sarà il solo campo, altri ne sorgeranno come a Santiago di Las Vegas dove c'è il campo Arco Iris, nel
sud'est dell'isola
sorge il campo Nueva Vida, nella zona di Palos si istituisce il campo Capitolo, quest'ultimo è un campo speciale per
bambini
sotto i 10 anni!
Se una persona si era resa colpevole di reato a sfondo politico veniva arrestata insieme a tutta la famiglia.
La maggior parte degli internati veniva lasciata con indosso le sole mutande, le celle non erano mai pulite, si lasciavano
a marcire per anni nei propri escrementi in attesa di fucilazione o torture indicibili.
Successivamente gli fu conferito l'incarico di Ministro dell'Industria e presidente del BANCO NACIONAL, la Banca centrale
di Cuba.
Guevara non perde tempo a mettere in pratica il suo"modello sovietico".

Elogia l'odio per le proprietà e per lo "sporco" denaro ma sceglie di abitare in una grande e lussuosa casa colonica
in un
quartiere residenziale a l'AVANA.
Impone la povertà forzata alla popolazione mentre lui vive nel lusso più abominevole in cui si possa trovare
un COMUNISTA.

Pratica sport impensabili per l'economia di Cuba, sia allora che oggi. La vita "comoda" e l'ozio ammorbidiscono il guerrigliero
Guevara; mette su qualche chilo e passa il tempo tra un party e le gare di tiro a volo, ma non disdegna la caccia grossa e
la pesca d'altura.
In omaggio a Lenin, chiama il suo primogenito Vladimir.
Nel suo testamento, da buon allievo della scuola Maoista-Leninista del Terrore, scrive: "AMO L'ODIO, BISOGNA CREARE L'ODIO
E L'INTOLLERANZA TRA GLI UOMINI, PERCHE' QUESTO RENDE GLI UOMINI FREDDI, SELETTIVI E LI TRASFORMA IN UNA PERFETTA MACCHINA
PER UCCIDERE".
Queste parole non vengono da Heinrich Himmler, il fondatore e ideatore delle SS germaniche, bensì dall'uomo che per
oltre
30 anni è stato falsamente mitizzato come simbolo di pace e uguaglianza, di amore per il prossimo e di fratellanza.

Guevara si adopera a diffondere sistematicamente la guerriglia in giro per il mondo, il suo motto: "Creare due, tre, mille
Vietnam!"
Nel 1963 è in Algeria dove si unisce a Dèsirè Kabila, un marxista, grande sterminatore di popolazioni
civili.
Il suo continuo desiderio di diffusione per la lotta armata, lo porta del 1967 in Bolivia dove si allea col Partito Comunista
Boliviano ma non riceve alcun appoggio da parte della popolazione locale, nessuno di loro si unisce alla sua unità
di guerriglieri.

Isolato e braccato, Ernesto Guevara De La Serna detto "CHE", venne catturato dai miliziani locali boliviani e giustiziato
il 9 ottobre 1967.

Molti lati di questa vicenda non furono mai chiariti come non si saprà mai quali responsabilità ha avuto
Fidel Castro
nella morte del "CHE".

Ecco, a sinistra, il documento con il quale presentarono la notizia i giornali locali dell'epoca.

Dopo la sua morte, Fidel Castro ricopriva la carica di massima autorità al governo di Cuba ancora vigente ai giorni
nostri.

Di tutto questo orrore sopra descritto non si è mai saputo niente di ufficiale fino alla grande fuga del popolo
cubano
del 1980.
Milioni di cubani si riversarono nella locale Ambasciata del Perù chiedendo asilo politico per la vita durissima
imposta
loro dal Regime Dittatoriale Comunista.

Castro concesse a solo 125.000 persone il permesso di lasciare l'isola, permesso dato solo a chi conveniva a lui...
Fu concesso l'asilo politico agli internati dei manicomi criminali, ai peggiori individui, ai mutilati, ai delinquenti comuni,
ai poveri senza fissa dimora, ai barboni, a gente che Castro non considerava esseri umani, a gente a cui diceva di interessarsi
molto!
Castro approfittò della situazione per liberarsi definitivamente di questi rifiuti umani (diceva lui) scaricandoli
alla tanto
odiata America.
Oggi, tutto questo orrore continua indisturbato, prima con il "che" e ora con Fidel. Le torture, i campi di sterminio, le
fughe in massa da CUBA, sono all'ordine del giorno!

A Cuba si giustiziano con la fucilazione persone indiziate di reato senza un regolare processo!

E il mondo cosa fa?




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