Nick: hightecno Oggetto: Uccelli di rovo Data: 30/5/2004 16.1.55 Visite: 56
Giuseppe Noto, 33 anni, parroco della Chiesa della Salute a Castelvetrano, fuggito con la studentessa da parenti al Nord Trapani, prete fugge con 23enne L'ex di lei: "L'amore è così" Paese sconvolto, i fedeli: "In effetti c'era qualcosa di strano" L'ex fidanzazato della ragazza: "Amareggiato, ma comprendo" TRAPANI - Fugge con la studentessa. Quasi da copione, se non fosse che il 'lui' in questione è un prete, per la precisione lo 'stimatissimo' Giuseppe Noto, 33 anni, da tre anni parroco della Chiesa della Salute a Castelvetrano, in provincia di Trapani, che 'lei', una studentessa di 23 anni, usava frequentare con assiduità col legittimo fidanzato. Quasi inutile dirlo: fedeli e intero paese increduli di fronte alla fuga dei due, anche se qualche vocina circolava da un po' sull'insolita affabilità del parrococo con la ragazza e sulla generosa confidenza tra i due. Il fidanzato abbandonato, forse, il meno sconvolto tra tutti: per quanto amareggiato dice di comprendere. Il sacerdote, stimato in curia al punto da aver ricevuto dal vescovo l' incarico di direttore dell'istituto del sostentamento del clero di Mazara del Vallo, da qualche giorno avrebbe messo in atto la più classica delle fughe d' amore. Giuseppe Noto insieme alla giovane sarebbe ora da parenti in una città del nord Italia e da qui avrebbe telefonato ai genitori della ragazza per tranquillizzarli. I quotidiani locali, che alla storia dedicano come prevedibile un ampio spazio, sostengono che qualche avvisaglia c'era stata: i devoti da qualche tempo avevano cominciato a 'mormorare' sull'atteggiamento non proprio ortodosso del religioso, ingrossando via via il gossip sulle sulle sue attenzioni nei confronti della studentessa. Poi il fulmine a ciel sereno con la conferma della classica 'fuitina'. "Nella disgrazia sono stato fortunato - commenta l'ormai ex fidanzato della giovane - meglio che sia successo ora che dopo il matrimonio: all'amore non si comanda, sono fatti che deve vagliare la sua coscienza. Mi dispiace avere perso anche un amico con il quale capitava di confidarmi e condividere scelte organizzative della parrocchia". Don Mario Crociata, vicario della diocesi, nel ricordare che "non c'era nulla che facesse pensare a questa scelta", sottolinea che "don Giuseppe è un prete attivo su cui si contava molto: sono fatti umanamente comprensibili, ma non approvabili". Auspica quindi che l'accaduto "sia trattato con rispetto: chiediamo la giusta comprensione, perché è facile in questo momento
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