Nick: Haran Oggetto: DONNE ALLO STADIO Data: 23/9/2007 12.59.44 Visite: 597
Suddividerò le donne che vanno allo stadio in tre precise e distinte categorie, frutto di un paziente studio indiretto (non ho mai portato una donna ad una partita), con i relativi comportamenti da curva che sono lo specchio degli stessi atteggiamenti che questo tipo di donne assume nella vita normale. La prima, quella che passa meno inosservata e perciò piu pericolosa, è la categoria di donne che per ogni nonnulla, durante la partita, emettono violenti stridii ed inquietanti urla. Sono le stesse donne che si strappano i capelli ad un concerto del loro cantante preferito o che al cinema ridono fastidiosamente o si sentono male se vanno a vedere un horror. Lo stato di disagio che l'accompagnatore di turno può provare è imbarazzante, con le occhiate infastidite dei vicini per tutta la durata della partita, imparagonabile però allo stato di vergogna che si prova quando questo tipo di donne si ostina a litigare con il proprio partner in pubblico, momenti nei quali il maschio ha in mente un unico obiettivo: trovare il modo per stanare quella vocina fastidiosa ed indisponente. La seconda categoria è formata da donne che aspirano a diventare uomini, o almeno ad emularli negli atteggiamenti, nella fattispecie a quelli da stadio. Pantaloni rigidi e stretti, fumano e bevono insieme alla tribù con scioltezza, toccando il culo del proprio uomo per tutti i novanta minuti. Sono le stesse donne che fanno le tipe forti, indipendenti e sofisticate, che in ufficio cercano di mettere costantemente in difficoltà gli arrapati colleghi uomini, facendo spesso leva sulla fisicità mascherata da intelligenza, rampanti e ciniche in perfetto stile "sex and the city". Sono le stesse che poi affollano gli studi di psicanalisi, cercando risposte su proprio ego e sull'incapacità del mondo esterno di capire la loro speciale personalità, stese sul lettino più che per moda che per reale bisogno. La terza categoria è composta da donne molto precise, eleganti e sopratutto ignoranti in tema di calcio. Hanno pantaloni alla moda, capelli appena sfornati dalla parrucchiera, borsetta nella quale tengono tutto, dal cellulare alla spazzola, dai fazzoletti al trucco, dal rossetto alle chiavi, mentine e gomme da masticare. Il tocco di classe è infine la sciarpetta messa-dolcemente-intorno-al-collo-come-foulard. Queste donne accompagnano i propri uomini per dimostrarsi interessate ai loro interessi o per non passare una domenica da sole. Sono le stesse che le vedi nei centri commerciali in compagnia del proprio uomo, in trans da shopping e con la salivazione azzerata dal continuo parlare, commentare, inciuciare su tutto e tutti. Quelle che davanti ad ogni specchio si ammirano, si controllano i vestiti, provano le espressioni facciali buone per l'occasione. Anche allo stadio si presentano tiratissime, come se la partita fosse un happy hour in un lounge bar, e sanno di essere in preda agli sguardi dell'ottanta per cento della curva. L'uomo resta visibilmente imbarazzato nel portarla, vuoi per l'obbligo di doverla presentare alla paranza, vuoi perchè dovrà rispondere a domande martellanti del tipo: "ma per chi devo tifare?", "chi vince ?", o ancora: "era rigore per loro, vero?" o peggio: "..è più carina la maglia dell'altra squadra..". Ma il culmine lo raggiunge a 3-4 minuti dal fischio d'inizio, quando, dopo l'entrata delle squadre e la lettura delle formazioni, nel delirio più totale ti chiede: "mi accompagni in bagno che ho paura di perdermi ??" !
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