Nick: harding Oggetto: The lunatic is in my head Data: 4/6/2004 20.41.15 Visite: 146
I sogni. Un treno in corsa su binari che sono nervi scoperti. Primo vagone. Io sul mio terrazzo. Faccio ginnastica sotto un cielo nuvoloso e in un silenzio irreale e ingiustificato dall'immortale tangenziale vicina. Sono a torso nudo e sudato. Preoccupato dal imminente acqua accumulo (chissà perchè) mobili sotto la pensilina. Ad un tratto una vecchia sale da una scala, mai esistita prima, sul terrazzo stesso. Ha occhi da pazza, capelli lunghi, scarmigliati e striati di grigio. Ha qualcosa in mano ma non si capisce cosa possa essere. Con l'altra mano tenta di prendermi o toccarmi o chissà cosa. La mano è rugosa e le unghie sono lunghe, deformi e sporche. Io sono pietrificato dal terrore. Potrei benissimo cacciarla via ma sono immobile e la paura diventa totale quando mi accorgo che un'altra vecchia, uguale alla prima, sta uscendo sul terrazzo dalla porta di casa mia. Circondato. Mi sveglio in mezzo al letto col fiatone. Secondo vagone. Una mia amica che abita lontano si sposa. Mi ha invitato al suo matrimonio. La raggiungo con un mezzo che può essere tanto un aereo quanto un teletrasporto. Il viaggio è breve e mi porta dritto a destinazione. Parliamo in una cucina. Ad un tratto un'emozione fortissima, come solo un'emozione provata in sogno può essere, mi sale dallo stomaco ed io mi sciolgo in una dichiarazione di amore totale nei suoi confronti. Ci baciamo ma lei dice che gli eventi sono già compiuti e che il senso della sua vita è in un'altra direzione. Magicamente compare la mia moto e fuggo via. Dopo poco sono a casa mia a giocare a carte con gli amici. Mi sveglio con una strana sensazione alle labbra, ed al petto. Terzo vagone. Sono al funerale dei miei. Non so come sono morti. Vicino a me c'è mia nonna che, con la sola presenza, mi dà conforto (nella vita reale mia nonna è morta). Nessuno però mi guarda e nessuno mi fa le condoglianze. E' un po' come se fossi trasparente o come se quella morte non mi riguardasse. La macchina con le bare mi lascia dietro ed io mi perdo fino a quando per strada non incontro un cane ostile. Ringhia mentre io cerco di accarezzarlo, mi piacciono i cani. Lui mi morde sulla nuca e vi rimane attaccato fino al mio risveglio. Il treno è in stazione. Il vino nel bicchiere. Freud è morto, esattamente come tutti gli altri. |