Nick: siddharta Oggetto: Palmiro come Togliatti Data: 11/6/2004 12.17.22 Visite: 135
Palmiro era distante dal palco quando l'oratore cominciò a parlare. Man mano si avvicinò, quando quello strano uomo in giacca e cravatta cominciò a parlare del futuro dei giovani. Le bandiere erano poste a lato del palco. L'uomo in giacca e cravatta era al centro e al suo fianco destro altri simili e al suo fianco sinistro altri uguali. Nei paesi di periferia certe facce non le vedi mai così disponibili, certe parole per il resto dell'anno non vengono mai così gridate. Palmiro aggiusta elettrodomestici in un'angolo della sua casa in cui vive con la mamma, il padre e una sorella più grande di lui signorina. Lui ha poco più di quarant'anni e aggiusta ogni tanto ferri da stiro, qualche aspirapolvere. Si chiama Palmiro perchè il padre è un vecchio comunista, tutti nella sua famiglia lo sono; ha militato per anni, la sua gioventù ad essere incazzato con i Craxi, i De mita i Paolo Cirino Pomicino. I suoi amici sono sposati, ormai hanno famiglia e lavorano e quei voti portati da un'intera famiglia per quel tizio che era della corrente demitiana o di Gava hanno forse fruttato più dell'attacchinaggio di manifesti e dei panini fatti alle feste dell'unità. Palmiro ora nulla vuol sapere più nulla della destra, della sinistra, dei partiti, dei comunisti, dei socialisti, dei democristiani del centro sinistra e di quelli del centro destra. Palmiro volle solo avvicinarsi a quel palco per sentire qualcosa che da sempre ha sentito e sorridere, per questo ora lui non parla quasi più con nessuno, ha la malinconia scolpita sul viso e nessun sogno nella tasca sinistra. Palmiro, gli resta un nome come un marchio sbiadito e cinque euro in tasca, ma ancora la dignità per spingeremi alla cassa di un bare lo sguardo minaccioso per dire: " No Gennà il caffè lo offro io! " |