Nick: °Geggè° Oggetto: Ma il consumismo nn era morto? Data: 11/11/2007 11.58.26 Visite: 114
Bellissimo il commento su "Affari Italiani"
E' accaduto a Palermo, pochi giorni fa. Centocinquanta supertelefonini di ultima generazione vengono svenduti a 99 euro, fino ad esaurimento scorte in un negozio di elettrodomestici.
Ecco il risultato.
Non è di moda citare Gustave Le Bon, uno dei fondatori della psicologia sociale, anche perché le sue opere (vedi Psicologia delle Folle, edita nel 1895 ) ispirarono i dittatori totalitari del Novecento, animati dal desiderio di controllare e manipolare le masse. Non è di moda, perché non esiste più la società di massa, non esistono più i consumi di massa, non siamo più manipolabili.
Oggi si parla di audience, di segmentazione del mercato, di stili di vita, mappe socioculturali, di consumo critico e consumatore consapevole. Siamo dell'era del marketing one-to-one, nell'era dell'uno, dell'autodirezione. Eppure, a guardare queste immagini, certo vengono in mente quei caratteri delle folle che lo stesso Le Bon citava: omogeneità, mediocrità, potenza distruttiva, irresponsabilità, suggestionabilità, annullamento della personalità cosciente, impulsività, immaginazione deformante, intolleranza, senso di impunità, giudizi imposti e mai discussi, predominio dell'irreale sul reale, idolatria, fanatismo, culto.
Come non è di moda citare Marcuse, che parlava di un Uomo a una dimensione, del trapianto dei bisogni sociali in bisogni individuali, di una civiltà che trasforma il mondo oggettuale in una estensione della mente e del corpo, che muta lo spreco in bisogno. Le persone, diceva, trovano la loro anima nella loro automobile, nel giradischi ad alta fedeltà, nella casa a due livelli...
Forse vale la pena, ogni tanto, rispolverare i classici. La nostra società è in perenne trasformazione, ma certe letture sono senza tempo.
Quann si zappa e quann si pota, zì Pascal nun tene nipoti. Quann iamm a vendemmià, zì Pascal a ccà, zì Pascal allà...