Nick: Zanardi Oggetto: Prologo Data: 22/11/2007 13.0.58 Visite: 256
La vera storia di ladyvivi: Prologo Di ragazze belle e brutte ne nascono in continuazione, ogni tanto tanto ne nasce qualcuna bellissima e altre volte qualcuna bruttisima ma Madre Natura da davvero il meglio di sé solo in pochissime occasioni. La storia che racconto è quella di una di queste rare occasioni e cioè di quando nacque ladyvivi. Ladyvivi già alla nascita si rivelò speciale. Nacque alla fine dell’autunno in una delle più importanti cliniche posillipine, da genitori buffi e paffuti di Torre del Greco: il padre era ed è persona schierata politicamente a destra: uomo in carriera e zuppista, conoscitore di mezzo mondo borghese partenopeo e non; la madre ex sessantottina e figlia dei fiori, era ed è frustrata dalla presenza di quell’uomo ligio al dovere e alla morale cattolica. Quel giorno in cui ladyvivi nacque sembrava primaverile, quasi che la natura festeggiasse anch’essa questo evento. Ed era assolutamente bellissima. Il mondo è piccolo, e di fatto altro non è che un paese (villaggio globale lo chiamano i dotti) e nei paesi, si sa, la gente mormora. Già a due giorni era famosissima, poiché prosciugò per la fame le zizze della madre e allungava le mani sulle merendine delle infermiere che facevano il turno di mezzogiorno, in ospedale. Questa fama mai smetterà d’accompagnarla per il resto della sua vita, e a una settimana era sulla bocca di tutte le persone dell’hinterland vesuviano e non: da Torre del Greco a Casapesenna, per passare da Carditello, tutti conoscevano ladyvivi. Una bimba così bella non era stata mai vista da nessuna parte e la gente accorreva da ogni dove per poterla vedere anche solo per un istante. Mancava solo la stella cometa a dirigere l’afflusso di persone e i Re Magi a portare, rispettivamente, pasta e patan, cavatielli e roccoli e cigole di porco. Si diceva che in lei nulla fosse brutto o sgradevole e che finanche i suoi ruttini e le sue scorreggine odorassero, tanto ch’era bella. Però c’è anche da dire che la gente dell’hinterland vesuviano e non era cecata. I genitori di ladyvivi erano sì felici di aver messo al mondo cotanta bellezza, però essendo persone profondamente religiose e per bene, ebbero il timore che a tanta bellezza potesse mancare altrettanta virtù: di qui il nome ladyvivi nella speranza che il significato del nome diventasse parte di lei. In verità i nonni avrebbero voluta chiamarla RAI, per via del fatto che teneva nu capucchion che pareva nu televisore 28 pollici, ma vabbè, questa è un’altra storia. Ora sarà stato il nome o meno, le paure dei genitori si rivelarono completamente infondate. Ladyvivi crebbe e crebbe nella virtù. Pregava spessissimo, potava rispetto a tutti ed era sempre d’una bellezza straordinaria agli occhi dei cecati. I primi anni della sua vita li visse praticamente tutti nella farmacia di famiglia. Farmacia di famiglia che in quegli anni decuplicò clienti ed incassi poiché il flusso di persone che volevano dare anche solo un’occhiata alla leggendaria bellezza di ladyvivi non si fermò mai un solo giorno e lei poteva essere vista solo in farmacia (di visite a casa i genitori non volevano sentirne parlare, non esisteva proprio) e entrare nella farmacia senza comprare niente pareva brutto. E quindi ‘sti cecati di merda dei visitatori, in realtà, non solo andavano a vedere e visitare un coppo inimmaginabile, ma aveven spenner pur i renari, senza stare malati. All’età di due anni ladyvivi teneva già doje zizze tant. Tutti i maschietti la vedevano e rattiavano già in tenera età. Ciò costituì uno shock per ladyvivi. Prima di tutto poiché erano uagliunciuelli e miezz a via, con genitori senza arte né parte (e i genitori di ladyvivi volevano solo il meglio per la figlia, persone altolocate ed influenti in società), secondariamente poiché ladyvivi era una bambina pia e tonda tonda, nonostante le zizze grosse e cadenti, religiosissima e tendente a recitare tre rosari per ogni pasto giornaliero, per propiziare l’appetito. Pure quann se facev pane e nutella, nel pomeriggio a merenda, diceva quattro Padre Nostro e tre Ave Maria e un Atto di Dolore. Lei, ossequiosa dei principi religiosi e cattolici, in così tenera età non poteva cedere ai piaceri della carne. Ma solo del pesce. Doveva trovare un metodo per apparire poco attraente agli occhio dei uagliuncielli iettati di mezzo la strada di Torre del Greco. Si recò così nella farmacia paterna, ove il genitore conservava un medicinale che aveva brevettato anni prima e custodito gelosamente in una bottiglietta di Coca Cola degli anni settanta: la pillola della bruttezza. Purtroppo però non prese una sola pillola, ma na trentina, perché tenev famm (non si abboffava mai). Cioè per st’animale di creatura, quann ce venev famm, non c’era alcuna differenza tra pane e muratell e pinn’l. Basta che magnava e se regnev o stomaco. Le trenta pillole della bruttezza ingerita le provocarono una overdose irreversibile: ladyvivi divenne per sempre un cofano. Da questo momento la vita di ladyvivi cambio radicalmente. Quando giocava a Uno Due Tre Stella, i uagliuncielli che prima la volevano manaire le mettevano sgambetti, ridendo e urlando è carut Giumbolo, è carut Giumbolo. In quel periodo Giumbolo era un cartone animato dove il protagonista era questo pupazzo tondo e deforme. Quando giocava a campana, gli stessi uagliuncielli le facevano dispetti. Occupavano, ad esempio, le caselle del 3, del 4 e del 5, e, quando arrivava il turno di ladyvivi, non le davano il permesso di passare nelle caselle da loro occupate. Così ladyvivi, nonostante l’adipe, era costrtreatta a fare dei zompi a uso ruospo, tutta goffa e sistematicamente carev pe terra e faceva nu fuoss. Per i tanti fossi, il Comune di Torre del Greco, mandò una serie di diffide ai genitori di ladyvivi che, per lo scuorno, la punivano una continuazion. Insomma una vita di mazzate, cazziatoni, punizioni, stenti e sacrifici. Povera ladyvivi. Gli anni passarono però e stranamente, per via della cecità degli abitanti dell’hinterland vesuviano e non, ladyvivi fu di nuovo adocchiata da bambini. Questa volta però non più da uagliuncielli e miezz a via, bensi da uagliuncielli stile Harry Potter, cu tant e lent a culo e buttegl, figli di borghesi e amanti dei Tamagochi e del Piccolo Chimico. Questo a ladyvivi andava benissimo per due motivi: il Tamagochi, poiché ladyvivi odiava gli animali vivi e reali e quindi tanto valeva avere ed allevare animali finti; il Piccolo Chimico perché lo scoprirete col tempo. Ladyvivi, insomma, si apprestava a diventare The Legend. Tutti abbiamo una parte femminile, è vero. La mia è lesbica. |