Nick: m|r Oggetto: l'amore e l'Ucraina Data: 24/11/2007 14.24.8 Visite: 185
Un giorno trovo Svetlana piangere nel bagno. Svetlana è la signora che viene a svolgere le faccende domestiche una volta a settimana. Svetlana non vuole essere chiamata Svetlana. La chiamo Silvana per suo volere e così faccio. A me il nome Svetlana piace di più però. Sta seduta sul cesso (con la tavoletta abbassata) e la testa poggiata sulle mani aperte. Piange piano, quasi che non si volesse far sentire. Ma qualcuno che piange lo senti anche se fa piano. E' forse qualcosa che coinvolge più la sensibilità dell'anima piuttosto che il solo udito. "Che c'è Silvana?" Tira su la faccia dalle mani e mi guarda con quei suoi enormi occhi azzurri. La faccia, già piena di premature rughe, ne porta adesso un'altra grande al lato del viso. "Mio figlio". "Alexander?" dico io citando quello che ho conosciuto e cui ho fatto lezioni di informatica un paio di volte. Scuote la testa. "Ivan". L'altro figlio, quello restato in Ucraina col padre (separato). "Gli è sucesso qualcosa?". "E' scappato. Ha detto padre di voler venire in Italia." "E allora? Tu hai il permesso di soggiorno, hai un lavoro. Puoi prenderlo con te." "Sono io che non posso. Non pooossooo". Allunga l'ultima parola per sottolineare e quella conversazione surreale nel bagno si fa di colpo fredda e imbarazzata. Stiamo in silenzio. Che vita. Lotti e ti fai il culo ogni giorno per ritagliarti il tuo piccolo pezzo di posto al sole e poi ti accorgi che lo devi difendere anche da chi ami. n-esima definizione: "l'amore è quella cosa che altrimenti ti mostra come si vive" http://www.sergiogandrus.it |