Nick: SunBeaM^ Oggetto: Caso Gravina di Puglia Data: 27/11/2007 13.15.52 Visite: 1451
CRONACA
Eseguito nella notte l'ordine di cattura per Filippo Pappalardi L'omicidio sarebbe avvenuto lo stesso giorno della scomparsa Gravina, arrestato il padre dei fratellini "Li ha uccisi e ha nascosto i cadaveri" La morte di Francesco e Salvatore (13 e 11 anni) causata da una punizione troppo dura "Sono innocente. I miei figli sono vivi. Tra due giorni esco" ha detto l'uomo all'ingresso in carcere BARI - Arrestato il padre dei fratellini di Gravina. Per gli inquirenti, Francesco e Salvatore Pappalardi (13 e 11 anni) sono morti. Li ha uccisi il papà, Filippo, 43 anni, probabilmente nella stessa sera della loro scomparsa, il 5 giugno del 2006. Pappalardi è stato prelevato questa notte a casa sua a Gravina e portato in questura a Bari. Qui gli è stata contestata l'accusa: sequestro di persona, omicidio aggravato e occultamento dei cadaveri dei due bambini, poi l'hanno rinchiuso in carcere. Per alcuni giorni non potrà neppure parlare con i suoi legali. Procuratore: morti per mano del padre. "Siamo arrivati alla conclusione che sono morti per mano del padre": lo ha detto il procuratore capo di Bari, Emilio Marzano. "Le indagini scrupolose e meticolose ci hanno portato a formulare questa tragica ipotesi accusatoria, si tratta di un fatto tragico. Non sono morti per opera di un demonio o di altra figura - ha aggiunto Marzano - ma secondo la nostra ipotesi, per mano del padre. Formulare i capi di imputazione non è stato facile, non solo per dovere degli atti, ma per la difficoltà della nostra coscienza di credere che un padre si sia deciso a uccidere i figli per un qualsiasi motivo". Pappalardi era un "padre che sapeva essere violento", ha aggiunto il procuratore, e nella serata del 5 giugno 2006 "voleva dare una lezione" ai suoi figli, che erano in punizione, avevano tardato, si erano bagnati giocando con un amico. L'arresto. L'arresto è stato eseguito da agenti della squadra mobile della questura di Bari, diretta da Luigi Liguori, in base ad un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del tribunale del capoluogo pugliese Giuseppe De Benedictis. All'ingresso in carcere, durante le procedure di identificazione, Pappalardi ha detto agli agenti della squadra mobile: "Sono innocente. I miei figli sono vivi e stanno bene. Tra due giorni esco". La madre dei due fratellini, Rosa Carlucci, è a casa, a Santeramo in Colle (Ba), dove è giunta nella notte subito dopo essere stata informata degli sviluppi: "Aspettiamo notizie dalla Procura" ha detto, emozionatissima. Intercettazione: "Non dire dove stanno". "Non lo dire a nessuno dove stanno i bambini. Come è vero Iddio, mi uccido". E' lo stralcio di un'intercettazione ambientale - riportata nel provvedimento restrittivo notificato a Pappalardi - di un colloquio in dialetto gravinese avvenuto, secondo gli investigatori, nell'autovettura di Filippo Pappalardi tra l'uomo e la sua convivente, Maria Ricupero.
La posizione della convivente. Nell'inchiesta per l'omicidio Maria Ricupero non è indagata neppure per favoreggiamento (reato che non può essere contestato al familiare convivente di un indagato), ma nei suoi confronti si ipotizza che abbia maltrattato i due ragazzini poi scomparsi. Secondo la polizia, quando la donna, alle 22.50 del 5 giugno 2006, raggiunse Pappalardi, i ragazzini erano già morti. Quindi - è il ragionamento degli investigatori - Pappalardi ha agito da solo.
La ricostruzione. Secondo gli inquirenti Pappalardi avrebbe ucciso i suoi bambini mentre li puniva, in modo eccessivo, per le loro disubbedienze. Francesco e Salvatore erano già in castigo dal 28 maggio precedente, quando erano rincasati troppo tardi: a mezzanotte anziché alle 21, così come aveva disposto il loro papà. A Gravina in Puglia, la loro città, quel giorno c'era la festa del Crocifisso e Francesco e Salvatore avevano deciso di divertirsi andando sulle giostre. Per loro che erano abituati da sempre ad affrontare mille sofferenze, era un sogno. Ma tra un giro in giostra e un altro, avevano dimenticato di guardare l'orologio e avevano davvero fatto tardi.
Al ritorno a casa i due fratellini trovarono il loro papà e la matrigna, Maria Ricupero, più arrabbiati del solito. Secondo la polizia, furono picchiati e fu inflitta loro una punizione: non sarebbero potuti uscire da casa fino a nuove disposizioni. La punizione valeva sia per Ciccio e Tore, sia per i figli della loro matrigna, che avevano anche loro violato le regole.
Quindi - ragionano gli investigatori - il giorno della loro scomparsa e del loro omicidio, il 5 giugno 2006, Francesco e Salvatore erano ancora sotto punizione ma ugualmente uscirono da casa, autorizzati sì dalla loro matrigna ma non dall'inflessibile Pappalardi. Quando l'uomo tornò a casa, intorno alle 18.30, non vide i suoi bambini e chiese spiegazioni alla convivente. Si arrabbiò molto - ricostruiscono gli investigatori - per l'ordine trasgredito e cominciò di lì a poco a cercare i figli per le strade di Gravina in Puglia.
Alle 21.30 Filippo Pappalardi - secondo la ricostruzione fatta da un baby-testimone - rintracciò i suoi due figli in piazza delle Quattro Fontane, nel centro storico di Gravina, dove i due stavano giocando con le pistole ad acqua assieme ad un paio di amici. Filippo rimproverò il ragazzino (che due mesi dopo raccontò i fatti alla polizia diventando il teste-chiave del procedimento) perchè aveva bagnato con l'acqua i figli, e fece salire sulla sua Lancia Dedra blu Francesco e Salvatore.
Sull'autovettura si trovava anche la figlia più grande della Ricupero, che aveva anche lei violato le regole, ma era stata comunque autorizzata dalla mamma. Da quel momento Ciccio e Tore scompaiono nel vuoto e di loro non si saprà più nulla. I loro cadaveri - secondo le indagini - sarebbero stati abilmente occultati in uno dei luoghi impervi della Murgia barese, luoghi che Filippo Pappalardi conoscerebbe bene, avendo fatto per un lungo periodo di tempo il pastore.
L'avvocato. "A Filippo Pappalardi è stato notificato un ordine di custodia cautelare con divieto di colloquio col suo difensore" ha dichiarato all'Ansa il legale di Pappalardi, Angela Aliani, all'uscita dalla questura. "Ho saputo del prelevamento dai suoi familiari - ha raccontato - e sono andata subito in questura a Bari. Dopo una non breve attesa mi hanno comunicato che si trattava di un ordine di custodia cautelare con divieto di colloquio con il difensore. Potrò incontrare Pappalardi il giorno in cui sarà fissato l'interrogatorio di garanzia davanti al giudice per le indagini preliminari Giuseppe De Benedictis". Pappalardi si era incontrato con il suo legale poche ore fa: ieri sera, intorno alle 20, infatti, si era recato nello studio dell'avvocato Aliani per chiedere informazioni sulla sua vicenda.
17 mesi di indagini. L'informativa consegnata dalla squadra mobile al capo della procura del tribunale di Bari, Emilio Marzano, è composta di 275 pagine e 3700 documenti allegati. Sono gli elementi raccolti in quasi 17 mesi di indagini che hanno preso in esame tutte le piste possibili legate alla scomparsa dei due fratellini, quelle della pedofilia, quella satanica, delle amicizie e "l'inesauribile pista romena", seguita per mesi secondo la quale i due ragazzini potevano essere stati rapiti e trasferiti da qualche parte in Romania. Sette sono i capitoli in cui è diviso il lavoro della polizia, oltre 550 i collegamenti ipertestuali utilizzati e 18 i videoclip allegati.
(27 novembre 2007)
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