Nick: Bardamu Oggetto: taxi, farmacie e le licenze... Data: 30/11/2007 17.54.37 Visite: 263
In tutte le grandi città italiane trovare un taxi è spesso una cosa difficile e costosa. Nelle altre città europee fermare un taxi richiede minimo sforzo e rapida soddisfazione. Il taxi potrebbe essere il mezzo pubblico più utilizzato ed efficace. Molti studi dimostrano che in città in cui circolano molti "mezzi a scomparsa" come i taxi, l'utilizzo del mezzo privato viene di molto abbattuto e così anche il traffico. E' evidente che i taxi sono i mezzi più efficienti che consentono una copertura capillare di una città, quindi diventano fondamentali in tutte città trafficate. Ma in italia, come scrive Michele Serra su La Repubblica, c'è la persistente, ingombrante, quasi solida sensazione che nel nostro paese le resistenze corporative siano altrettanti macigni sulla strada di qualunque tentativo di miglioramento. Le varie caste e corporazioni propinardo alla collettività servizi mediocri continuano in modo violento ed arrogante a giustificare un loro inaccettabile privilegio.
Eppure Tassisti e farmacisti sono concessionari di licenze pubbliche!!
Ai giovani Farmacisti spesso tocca un futuro da Sottoccupati. E' questo, infatti, il destino della maggior parte dei laureati in farmacia che sperano di diventare titolari di un esercizio. Assunti con contratti di collaborazione che prevedono un compenso di poco più di mille euro netti al mese, hanno di fronte un destino fatto di molti contratti part-time o di concorsi che sono delle vere e proprie gimcane, tempestate di ricorsi al Tar per impedire nuove aperture a chi, eccezionalmente, ce la fa. Perché per adesso i titolari di farmacia sono poco più di 15mila e in 15 anni le 16 proposte di legge che hanno cercato di riformare l’accesso alla professione, rendendolo meno difficile sono, fino ad oggi, naufragate. «Viviamo una situazione paradossale», spiega Fabio Romiti, vicepresidente del Movimento Nazionale Liberi Farmacisti (MNLF), «Se un farmacista apre un erboristeria non può vendere farmaci, perché la dispensazione del farmaco è legata a un privilegio prima che a una competenza e cioè all’essere o no titolari di una farmacia. E poco importa se spesso, poi, i titolari di farmacia fanno vendere i farmaci ai commessi o spingono i collaboratori a dispensare antibiotici o antidolorifici senza ricette». Federfarma, l’associazione che riunisce i titolari di farmacie, afferma che il servizio offerto dalle farmacie italiane è in linea con quello dei principali Paesi europei, vantando una farmacia ogni 3.500 abitanti. Ma dove? Visto che ci sono casi di Regioni in cui c’è una farmacia ogni cinquantamila abitanti. E neanche con i concorsi si riesce a garantire il decentramento. Si pensi soltanto all’ultimo che doveva aprire 2000 nuove sedi e non se ne è ancora aperta neanche una. Valanghe di ricorsi al Tar salvaguardano vecchi interessi e con una serie di cavilli giuridici si ostacolano le nuove aperture.
Questo è un Paese fatto da individualisti, dediti alla cura maniacale del proprio orticello, destinato probabilmente ad un declino inesorabile |
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