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mi chiamano butch, butch come butcher, io faccio il lavoro sporco.
sono originario di stàra zàgora, vengo dalla provincia, io. ho studiato dapprima coi soviet, quindi all'università con borsa di studio per meriti di profitto, fino alla caduta del muro e prima che andasse tutto a puttane. nel frattempo ho provato ha lavorare, e ad avere una famiglia. ora tutto questo non c'è più, non ha funzionato.
butch non piace a quei tipi pulitini dei clinex. non piace nemmeno al capo. non piace a nessuno. eppure il lavoro sporco c'è da farlo, e chi lo fa se non butch?
insomma, il primo talento in queste cose dev'essere la sveltezza e l'ordine; se tu cominci ad incidere frontalmente poco sotto lo sterno all'altezza degli addominali hai dal mezzo minuto ai due interi prima che il dissanguamento sia completo e il materiale già quasi inutilizzabile. ci tengo alla precisione, io, e rispetto orgogliosamente la tabella dei tempi e dei modi per far sì che tutto fili tranquillo e con pulizia; tant'è vero che in quindici anni ad ottobre, una sola volta mi è capitato di sprecare una nottata di lavoro, e non certo per mio demerito. il controllo del gisba quella volta aveva ciccato e ci siamo trovati per le mani una malformazione intestinale parecchio estesa che ha complicato tutta l'perazione. abbiamo dovuto buttare via tutto. a volte mi innervosisco ancora, ripensandoci.
la mia passione è il cinema; nel mio quartiere c'è una vecchia saletta aperta tutta la notte fino all'alba, nascosta in un palazzone di prima della guerra, in mezzo ai calcinacci. mi piace perchè non ci và mai nessuno, e il proprietario, un vecchio cieco ad un occhio, mi fa entrare senza pagare; anni fa gli ho estratto due molari cariati senza chiedergli nulla in cambio. saranno rimaste cinque o sei file appena di poltrone scarlatte umide e ammuffite; il vecchio proietta non più di quindici pellicole, a ripetizione, quasi tutte francesi in bianco e nero, un paio mute, una sola con una tristissima marilyn. dopo il cinema torno a casa.
comunque, per lo più è il lavoro ad impegnarmi, e pretendo da me stesso e dai miei collaboratori che sia portato a termine al meglio. perciò esigo puntualità e regole precise.
nel pomeriggio mi alzo e faccio una buona colazione di uova, patate o cavoli, a volte asparagi. lascio la macchina parcheggiata alla fontana gadulka e salgo al quarto piano del caseggiato popolare dei tempi del presidium e di dimitrov. sono le otto, d'estate a quest'ora cala il sole e torna un pò di fresco anche in questi corridoi polverosi. dal montacarichi interno il gisba e il ragazzo hanno già fatto salire una o due ceste ognuna con un fagotto di cotone. anche se di solito sono nello studio a controllare l'attrezzatura, capisco che è il momento di infilarsi i guanti quando cominciano a distinguersi i vagiti martellanti su per il condotto della vecchia sala caldaie a carbone. il capo ha messo sù tutto sistemato e quando ha rilevato lo stabile da un ufficio della vecchia burocrazia statale ha voluto che si ripristinassero gli accessi secondari, compresi quelli sotterranei, e le mansarde, che ora sfruttiamo come deposito.
non c'è nessuna differenza seria tra i piccoli del gatto, del cane, e dell'uomo, fino a qualche giorno dopo la nascita, soprattutto se leggermente precoci. lo so perchè per cinque anni ho gestito una minuscola clinica veterinaria com mia moglie, di tutto rispetto, per di più; poi lei è tornata a lovech, e per un pò sono stato impiegato presso l'infermeria della squadra cinofila qui a sofia, secondo distretto.
insomma questi esserini sgambettano e vagiscono tutti pressoché alla stessa maniera, e non ho notato, neanche all'inizio, la differenza nel passaggio. considerato l'uso che se ne deve fare, si è stabilito a suo tempo di non andare troppo per il sottile, e preferire quindi il metodo più pratico ed economico, quello diretto.
dunque oggi ci sono questi due rom, un maschio ed una femmina, gemelli a quanto pare, partoriti in qualche campo a margine dell'autostrada dalle parti di burgas. poche centinaia di lev sfamano lo scrupolo di una rinsecchita gitana bruna, già sull'orlo della vecchiaia e con un fratello ubriacone, con due gambe che non ce la fanno più a sgusciare via tra la folla di un centro commerciale con un sandwich graffiato al bancone. pochi soldi sfamano lo scrupolo di una madre se questa è affamata abbastanza, ve lo dico io.
i gemellini tuttavia sembrano abbastanza tranquilli. il maschietto comincia a urlare insopportabilmente solo una volta a contatto con il tavolo di metallo freddo; in genere è sempre così, e cominciano ad agitarsi e rincarano una volta avvertito il primo affondo del bisturi sotto la pelle, e si calmano solo dopo un pò, una volta esausti o svenuti, prima di cacciare l'ultimo colpo di tosse o di sbattere nervosamente una coscia. l'incisione svela come un sipario che si schiude tutte le carni calde e celate di tutti i colori, chiari o scuri, e tutto quel sangue che devo lavare via con la pompetta di soluzione fisiologica. quasi sempre è un organo del tronco, che richiedono, di solito reni o fegato, raramente le cornee o un pezzo di tessuto cutaneo. cerco con le dita per arrivare là dove mi serve, forbici, se occorre divaricatore, e via, appena estratti, gli organi vanno congelati immediatamente, e consegnati sottobanco ai clinex paganti e compiacenti. ci occupiamo a turno di tale incombenza. il resto del materiale và smaltito in sacchi di plastica nera, al più tardi entro 36 ore.
...
comunque, non posso certo lamentarmi, il lavoro sarà pure sporco ma non mi pesa più di tanto. certo avrà i suoi inconvenienti; per esempio quando iniziano a pisciarsi sotto per riflesso o altro, e si rischia che si possa sporcare tutto; per questo in genere li sistemiamo a busto eretto contro un supporto sul tavolo operatorio. oppure quando il generatore decide di prendersi una pausa, le lampadine friggono e dobbiamo accendere le torce appoggiandole agli scaffali della libreria.
il capo non può occuparsi di tutto. è un grande organizzatore, ma è troppo preso dalle relazioni e dai contatti d'affari. ha amici in grecia ed albania, in turchia (pochi, per la verità), su tutta la costa del mar morto. riesce a smistare organi e feticci ad ospedali, cliniche private all'estero, a pervertiti e fanatici milionari di ogni tipo.
mi chiedo se mentre recido la carotide tenera di una neonata albanese questa possa(...).
è un mondo difficile, e tanto ti sarebbe andata comunque male. magari sto risparmiando a questi due centinaia di notti gelide per strada, e centinaia di pasti schifosi da cassonetto.
certe volte mi lascio prendere da questo tipo di fantasticherie mentre opero (...) e non potendo spendere mezza parola cantata per derek's long thing mi limito ad accennare sottovoce, con un poco di indifferenza
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